DRAMMA DELLA SOLITUDINE / NELLA SUA CASA A CAMPI SALENTINA FABIO VETRUGNO ERA MORTO DA 5 GIORNI: IL MONDO ATTORNO NON SE N’È ACCORTO
di Flora Fina __________
Nessuno lo cercava. Nessuno si è accorto che non c’era più. Solo il silenzio, ostinato e profondo, ha fatto da allarme. Fabio Vetrugno, 63 anni, dipendente dell’azienda sanitaria locale, è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento di Campi Salentina (nella foto, una veduta del paese), dopo giorni in cui nessuno aveva bussato alla sua porta.
A lanciare l’allarme sono stati i vicini di casa, insospettiti da un odore pungente proveniente dall’abitazione.
Erano passati cinque giorni dall’ultima volta che Vetrugno era stato visto in ufficio. Nessuna telefonata, nessuna visita, nessuna domanda. Quando la polizia locale è intervenuta forzando la porta, si è trovata davanti il corpo dell’uomo, privo di vita, in una scena che raccontava solitudine più di mille parole.I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne la morte.
I carabinieri intervenuti sul posto hanno escluso segni di violenza o effrazione: l’ipotesi più accreditata è quella di un malore improvviso che non ha lasciato scampo. Fabio era rimasto lì, a terra, per giorni. Senza che nessuno si accorgesse della sua assenza.Una vita fatta di discrezione e solitudine, la sua.
Non aveva moglie né figli, viveva da solo da anni, dopo la morte dei genitori e, più di recente, di una zia con cui aveva condiviso gli ultimi momenti di vicinanza familiare.
Alla fine, il nome di Fabio Vetrugno è rimasto lì, sospeso tra le pagine di cronaca e il cuore di una comunità che solo ora si rende conto della sua assenza.Non è un crimine, non è una tragedia spettacolare. È una morte silenziosa, forse la più crudele.
È la fotografia di una società dove si può vivere e morire accanto agli altri, ma senza che nessuno se ne accorga.
Fabio non è stato ucciso da una mano, ma dall’indifferenza.E il suo corpo, rimasto per giorni in una casa muta, è il simbolo doloroso di un dramma sempre più diffuso: quello della solitudine che consuma nell’ombra, finché anche la voce della vita si spegne.
Category: Cronaca