“Israeli Colony in Salento”, L’AMBIZIOSO PROGETTO DI ORIT LEV MAROM
di Giuseppe Puppo _____________
“Due anni fa arrivavo in Puglia quasi per caso. Un volo, una fermata non programmata – e improvvisamente mi sono ritrovata in un luogo che mi ha toccato profondamente. Per la prima volta, mi sono sentita arrivata a casa. Non solo per la bellezza della costa adriatica, i borghi imbiancati o il ritmo di vita più lento, così diverso dal mondo veloce da cui provengo, ma soprattutto per le straordinarie opportunità che questa terra offre ai miei investitori”.
Comincia così una dei tanti recenti post social di Orit Lev Marom, imprenditrice israeliana di respiro internazionale, interessi che spaziano dalle costruzioni, alle ristrutturazioni, dalle strutture ricettive alle cliniche sanitarie, sempre corredate da foto che la ritraggono e che fanno parte integrante delle sue strategie di marketing. Comincia così e poi continua:
“In Puglia ho trovato non solo la destinazione perfetta per i miei clienti, ma anche un luogo a cui appartengo veramente. Ecco perché ho deciso di restare“.
Nel Salento, di base e per la precisione a Lecce, dove ha messo sede ad una clinica specializzata in trattamenti estetici e ad una società immobiliare, la Coral 37, specializzata nella compravendita di immobili di lusso e nelle ristrutturazioni edilizie.
Fin qui, tutto bene, tutti felici e contenti, Salentini compresi. Piaccia o non piaccia (e a me personalmente non piace, preferirei gli interventi di costruzione e ristrutturazione di edilizia popolare, inesistenti a Lecce dintorni) è un settore che tira, che porta soldi e presenze e che fa tendenza, come tanti altri casi del recente passato dimostrano, malgrado qualche commistione di troppo con la politica e qualche disavventura giudiziaria.
Incuriosito da questo post, sono andato ad approfondire.
E così sono cominciate le mie domande.
Scrive, infatti, fra le tante altre cose che in questi giorni ha scritto fra post social, blog e siti web che cura personalmente, Orit Lev Marom, rivolgendosi direttamente ai suoi potenziali cienti:
La Puglia offre: • Incentivi statali nel turismo e nell’imprenditorialità • Prezzi dei terreni convenienti, consentendo a chiunque di acquistare un bellissimo terreno • La possibilità di costruire la casa dei tuoi sogni – semplice e vicina alla natura, o lussuosa ad una frazione del costo rispetto ad altri mercati europei.
Mi sono chiesto, ecco, senza sapere le risposte, come sia possibile ricevere incentivi statali – forse, voleva dire ‘regionali’, ma il senso è quello – per costruire o ristrutturare immobili di lusso, prospettati con tanta facilità, come se fossero già acquisiti; mi sono chiesto come sia possibile ‘costruire’ proprio, in un Salento devastato dalla cementificazione e dalla desertificazione, di cui vanta i tristi record nazionali; mi sono chiesto infine quali siano questi terreni che sarebbe possibile acquistare a prezzi convenienti…
Già, ho scommesso contro me stesso e, sia chiaro, non desidero altro che di perdere, ma il sospetto mi rimane: saranno mica quelli degli ulivi lasciati morire e poi bruciati dalla frode Xylella (e per i restanti dalla nostra imprenditrice viene raccomandata “una graduale sostituzione con varietà resistenti come Leccino e Favolosa“, si va beh…)? Saranno mica quelli essiccati dagli incendi dolosi di boschi, pinete e radure che si ripetono ad ogni estate nell’incuria, incapacità e inadempienze dominanti?
Poi, le mie domande sono diventati inquietudini. Quando si parla di Salento come nuova terra promessa e di insediamenti residenziali israeliani.
Ho letto e riletto e mi sono stropicciato gli occhi e anche altro, ma c’è scritto proprio così, la scritto proprio lei, sul suo sito, così ha detto, in inglese:
More recently, Orit has shifted her focus to real estate opportunities in Italy. She co-founded Coral 37, a company dedicated to helping investors acquire prime properties in the Salento region of Southern Italy. One of her most ambitious projects is the ‘Israeli Colony in Salento’, a vision for a self-sustaining agricultural and tourism community where Israeli families can establish homes, grow their own food, and develop shared education and healthcare facilities.
Insomma, insediamenti veri e propri di coloni israeliani, con una propria produzione agricola, una propria cultura, una propria educazione e una propria assistenza sanitaria.
Il Salento è terra di accoglienza, di integrazione, di dialogo interreligioso, di pacifica coesistenza, di pace, valori che sono mediamente connaturati a tutti i suoi abitanti. Però, in questo particolare momento storico, voler farla diventare un’altra colonia israeliana, anche se per vie legali e commerciali, per tante ragioni, che sono sotto gli occhi di tutti e che è dunque superfluo specificare, desta, chiamiamole così, molte perplessità.
Category: Costume e società, Cronaca, Politica
Ma non vi fate schifo
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Orribile ! Quakcuno lo aveva gia ‘ paventato !
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