LA POLEMICA / XYLELLA: NON SONO CHIARI I MOTIVI DI DUE ONORIFICENZE

| 19 Dicembre 2025 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Ulivivo, comitato di cittadini e associazioni in difesa degli Ulivi della Puglia, ci manda il seguente comunicato ______________ 

I recenti articoli giornalistici e la recente nota stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche che celebrano il conferimento di onorificenze a Donato Boscia e Maria Saponari impone una riflessione che va ben oltre il riconoscimento formale di singole carriere scientifiche. Innanzitutto, quale sarebbe il merito che avrebbe portato a tale riconoscimento?

I due ricercatori hanno trovato una soluzione all’annoso problema del disseccamento degli ulivi? Assolutamente NO! Anzi, a loro dire, la soluzione consisterebbe nell’abbattere tutte le piante infette dal batterio Xylella fastidiosa e quelle che sono localizzate nei 50 metri di raggio dalle piante infette, nel diserbo e nell’impianto di ulivi tolleranti (a loro dire) al batterio. Scusate ma per proporre tale soluzione, dopo ben 12 anni, non c’era assolutamente bisogno di scomodare la scienza con finanziamenti pubblici di centinaia di milioni di euro o con onorificenze della Repubblica Italiana.

I succitati ricercatori sono stati gli autori della scoperta delle cause del disseccamento? Assolutamente NO. In realtà, i due ricercatori insistono nell’imputare il disseccamento degli ulivi al solo batterio, omettendo le reali cause e cioè le gravi criticità ambientali e gestionali dell’olivicoltura soprattutto salentina. Inoltre, l’ipotesi del lontano 2013 secondo cui la causa potesse essere Xylella non è la loro ma frutto dell’intuizione del compianto prof. Martelli. Quindi i meriti per i quali è stata conferita questa onorificenza non sono per niente chiari.

Il punto centrale, troppo spesso ignorato nel dibattito pubblico e mediatico, è che a oltre dieci anni dall’inizio della cosiddetta emergenza Xylella in Puglia – o, come viene chiamata dalla polizia giudiziaria di Bari, “operazione Xylella” frutto di un “disegno criminoso” – i due ricercatori continuano a non discernere fra disseccamento e positività a Xylella, a sostenere gli abbattimenti di ulivi anche negativi a Xylella ead affermare che non esiste alcuna cura per gli alberi positivi a Xylella.

In realtà, è stato dimostrato scientificamente, empiricamente ed epidemiologicamente che Xylella è presente solo al massimo nel 20% dei casi di disseccamento che, come dimostrato da numerose pubblicazioni scientifiche, è dovuto prevalentemente a funghi, cattive pratiche agronomiche e a condizioni ambientali critiche. Quindi attribuire al batterio, e solo ad esso, il disastro ecologico del Salento non solo è cattiva informazione, ma impedisce di prendersi carico e affrontare le vere cause del disseccamento degli ulivi.

Inoltre, la natura stessa sta dimostrando che il disseccamento – anche delle piante positive a Xylella – è curabile riportando le piante che erano disseccate a vegetare e produrre, così come lo stanno dimostrando le centinaia di aziende olivicole che hanno sperimentato con i propri soldi diverse strategie di cura tutte efficaci!

Questo dato fattuale, che dovrebbe essere il fulcro di ogni valutazione seria, viene sistematicamente aggirato da una narrazione politico/istituzionale autocelebrativa che sostituisce la realtà con la propaganda; così come non viene considerato l’accertamento della manipolazione delle analisi da parte della Polizia Giudiziaria della Procura di Bari.

Le voci critiche, incluse quelle di agronomi, funzionari pubblici, ricercatori indipendenti e agricoltori, sono sistematicamente escluse o delegittimate, e il racconto mediatico dominante si limita a rilanciare comunicati ufficiali, senza esercitare il necessario ruolo critico di verifica. Questo è il contesto in cui è stata conferita tale onorificenza.

È paradossale la facilità e la velocità con la quale si possa passare da indagati a premiati con onorificenze in questo Paese, senza alcuna spiegazione pubblica e senza che ci sia mai stato un vero confronto scientifico pluralista e rigoroso in sede istituzionale o giudiziaria.

Comunque, si chiaro che l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è un’onorificenza di natura simbolica, che premia meriti civili, culturali o professionali, ma NON costituisce né una validazione scientifica dei risultati ottenuti né tantomeno una certificazione di correttezza nella gestione di una crisi di tale portata. Equiparare il conferimento di un’onorificenza alla “verità scientifica” rappresenta una grave distorsione del metodo scientifico stesso.

Nel frattempo, le indagini della Procura di Bari su aspetti cruciali della gestione dell’emergenza risultano ancora pendenti, in attesa del pronunciamento del GIP.

Questo elemento da solo dovrebbe suggerire prudenza, equilibrio e apertura al confronto, non celebrazioni unilaterali. In realtà, qualche malizioso potrebbe pensare a un possibile tentativo di pressione a mezzo stampa (analogamente a quanto fatto a suo tempo verso la Procura di Lecce).

La domanda che dovrebbe interessare l’opinione pubblica — e che troppo spesso resta senza risposta — è semplice ma fondamentale:

perché, a fronte di un disastro ambientale, economico e culturale senza precedenti, non è mai stato promosso un vero dibattito scientifico istituzionale, trasparente e con il doveroso contraddittorio?

Ignorare questa domanda significa contribuire a un pericoloso precedente: quello in cui la scienza viene trasformata in dogma, la critica in eresia e il dissenso in disinformazione, con la complicità di politica, istituzioni e media.

Riteniamo che il ruolo del giornalismo sia oggi più che mai quello di porre domande scomode e riaprire uno spazio di confronto che è stato colpevolmente chiuso.

La “Operazione Xylella” non è affatto conclusa.

Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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