IL SALENTO ALLA PRIMA SETTIMANA DI GUERRA CONTRO L’ ABBATTIMENTO DEGLI ULIVI / Tensione continua

| 19 Aprile 2015 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

L’ attacco, cominciato all’ alba di lunedì 13 aprile, nei pressi di Oria, secondo il piano messo a punto dal commissario straordinario Giuseppe Silletti, generale della Forestale, su mandato della Regione Puglia, per ora è stato respinto.

Solo 5, o 7, secondo altre fonti, alberi sono stati sradicati, in quella mattinata, grazie al provvidenziale intervento dei volontari delle associazioni ambientaliste, accorsi a ostacolare fisicamente, ma in maniera non violenta, le operazioni.

Da allora, per tutta questa settimana di tensione continua, niente più, malgrado il giorno dopo, martedì 14, gli incaricati ci abbiano riprovato, a Veglie, ma senza riuscirci, perché i volontari erano raddoppiati e si erano sistemati sopra e intorno gli ulivi.

Silletti ha suonato la ritirata, ma ha preannunciato poi che andrà avanti per la sua strada.

Invece di curare gli ammalati, li vogliono uccidere. Una “soluzione” folle.

Esecutori gli uomini e i mezzi di un’ agenzia regionale, la Regione Puglia primo mandante dello sterminio preventivato. Con il governo nazionale complice. E i parrucconi massoni della Comunità Europea a copertura.

Il tutto mentre non sono chiare le responsabilità del contagio, su cui sta indagando la magistratura. Mentre non sono state acquisite certezze sulla natura dell’ epidemia.

Mentre sono state disattese le buone pratiche possibili in agricoltura capaci di rigenerare gli alberi colpiti dal batterio, che ancora adesso rimane invece la vera soluzione, possibile, concreta, capace di salvarli.

Mentre sono stai usati per troppo tempo prodotti chimici e altri dovrebbero essere usati, buoni solamente ad arricchire le multinazionali, pericolosissimi invece per la salute di tutti noi.

Sullo sfondo, il legittimo sospetto che si tratti di un complotto, ordito appunto a favore dell’ agricoltura a organismi geneticamente modificati e a prodotti chimici che stanno tentando in tutti i modi di imporci, oltre che di speculatori di ogni risma, pronti a sfruttare i campi dopo lo sterminio degli alberi.

Il sospetto è l’ anticamera della verità.

Da mercoledì la guerra si è spostata sul terreno della tattica e della comunicazione.

Da una parte, il generale studia in segreto i nuovi piani di attacco, per spiazzare gli oppositori e far agire in maniera indisturbata i suoi uomini.

Dall’ altra, gli ambientalisti hanno istituito presidi su molte delle zone interessate al piano, dove vigilano giorno e notte. Hanno inoltre affinato sistemi di coordinamento e di localizzazione, per accorrere in massa là dove dovessero rispuntare le ruspe.

Non sono soli. A loro si sono uniti contadini, altre associazioni e cittadini sensibili, che sono andati a trovarli sui campi di battaglia, trasformati nel frattempo in luoghi di ritrovo e di soggiorno.

Sul piano della comunicazione, gli ambientalisti possono ascrivere a loro favore novità significative, generate proprio dalla frequentazione popolare.

Alcuni contadini hanno documentato come alcuni loro alberi, liquidati come malati e individuati come obiettivi da sopprimere, siano tornati a rifiorire e a rigenerarsi. Mica e chiacchiere: lo si vede chiaramente in alcuni video e in alcune foto diffuse sul web.

A proposito di foto. Alcune, una in particolare, con una ragazza che, appollaiata in cima ad un ulivo, per impedirne l’ abbattimento, urla la sua rabbia nei confronti degli incaricati mandati all’ attacco di Silletti, hanno fatto e stanno facendo il giro del mondo, e quella della ragazza paonazza in volto è diventata il simbolo di questa guerra.

Inoltre, da parte dei contadini e dei proprietari dei terreni, sono state avviate in più punti e con buona leva i lavori di buone pratiche agricole messi a punto quali capaci di arginare prima e curare poi il contagio.

Infine, la Xylella è stata trovata pure in Francia, ma soprattutto un nuovo studio europeo ritiene il contagio dovuto a un fungo, e non a un batterio.

Ma nelle intenzioni degli affaristi e dei politicanti loro camerieri nulla è cambiato, determinati come sono ad andare avanti nello sterminio.

“Questi” sono un muro di gomma, “questi”, come quelli del consorzio Tap, che sono tutti contenti della situazione, prima perché dalle eradicazioni si troverebbero il loro terreno spianato, nella costruzione del gasdotto, e poi perché si trovano senza contestatori, impegnati altrove, proprio mentre essi attendono da un momento all’ altro io il via libera definitivo del governo Renzi all’ inizio dei lavori.

Tutti questi assorbono e neanche considerano tutto quello che si leva contro i loro folli propositi, lucidi solamente nel servire gli interessi delle multinazionali e dei lobbysti, e controllano i mass media, le risorse economiche, comprano le coscienze, se ne fottono delle tradizioni, dei paesaggi, delle volontà del popolo e dei destini delle giovani generazioni.

Ecco perché lottare: per difendere la nostra storia e il nostro futuro. Una vera e propria battaglia di civiltà.

L’ esistenza stessa di tutto un territorio, che si apre con il mostro della centrale a carbone di Cerano a Brindisi, e si chiude con i gironi infernali dell’ Ilva a Taranto, esposto alle emissioni letali di tutte e due gli impianti portate dai venti.

Dove stanno per iniziare la costruzione di un altro mostro informe, inutile, dannoso, controproducente, buono solamente ad arricchire gli speculatori.

Dove per decenni hanno ammassato sottoterra schifezze di ogni tipo e dove vorrebbero costruire nuove gettate di cemento.

Il tutto mentre è in corso di svolgimento una campagna elettorale incredibile. Schizofrenica, tout court, con il candidato di centro sinistra e segretario regionale del suo partito, che giudica negativamente quanto ha fatto in dieci anni la giunta di cui il suo partito faceva parte in misura maggioritaria e pure ciò dopo aver tirato in coalizione con lui i responsabili, oltre a defilarsi su tutte le questioni di sostanza. Per non dire del centro – destra, quel che ne rimane, diviso e in frantumi, che sperimenta qui il dopo – Berlusconi.

Rimane il M5S, che di giorno in giorno sempre di più si accredita come una speranza concreta e vuole dimostrarlo nei fatti, proprio ripartendo dalla Puglia con soluzioni operative indicate chiaramente e facilmente rese percorribili.

Il 31 maggio si avvicina. Le domande cui quel giorno risponderà sono: possono gli affaristi manovrare impunemente i politicanti? Possono i politicanti continuare a ottenere impunemente il consenso elettorale?

Al 31 maggio però mancano ancora quaranta giorni di passione. Le domande cui questo periodo risponderà sono: possono i cittadini difendere la propria storia e il proprio futuro attaccate entrambe da politicanti e da affaristi? E in che modo possono riuscirci?

 

 

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Category: Costume e società

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