PROPOSTI CAMBIAMENTI DELLE TARIFFE PER L’ ENERGIA ELETTRICA. GRADUALI, MA PEGGIORATIVI

| 28 Luglio 2015 | 0 Comments

di Stefania Isola * (avvocato – presidente Asso – Consum Lecce)_______

E’ stata presentata una nuova riforma delle tariffe energetiche da parte dell’Autorità per l’energia elettrica. La riforma dovrebbe attuare quanto previsto dal decreto 102/2014 che recepisce la Direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica. Nei fatti il decreto dispone che l’Autorità rimoduli le tariffe “con l’obiettivo di superare la struttura progressiva rispetto ai consumi e adeguare le predette componenti ai costi del relativo servizio, secondo criteri di gradualità”.

Nella tabella che segue, sono esplicitate le varie opzioni.

 

Considerando, ad esempio, la tariffa T3, risulterebbe che chi ha un consumo pari a 233 € (utenza residenziale, 3Kw, 1500 kwh) vedrebbe aumentare la propria bolletta, nei prossimi 3 anni, di 71 €, mentre chi spende 1528 € (utenza residenziale, 6Kw, 6000 kwh) vedrebbe un risparmio di ben 582 €.

Le varie alternative, che sostituiscono il tradizionale cliente-tipo, vorrebbero tener conto della numerosità del nucleo familiare, delle caratteristiche di utilizzo delle cosiddette seconde case ed, infine, delle utenze domestiche che adottano elettro-tecnologie avanzate.

Nei fatti, tutte le opzioni sono peggiorative per chi tenta di diminuire i prelievi dalla rete autoproducendo energia. I bassi consumi sarebbero sempre penalizzati rispetto alla situazione attuale e, in tutte le opzioni, salvo la T0, parte degli oneri di rete e di sistema è spostata dalla componente variabile a quella fissa. Resta da valutare quanto e se questo impatto sarà o meno marginale per il business plan di un impianto fotovoltaico residenziale in autoconsumo.

La proposta favorita per l’Aeegsi (T2) è, inoltre, basata sull’idea che a consumare più energia siano nuclei familiari non residenti mentre, nell’opzione T3, si pensa a famiglie con elevati consumi dovuti al possesso di, per esEMPIO, pompe di calore o auto elettrica, non tenendo quindi conto della diseducazione al risparmio energetico da parte dei consumatori benestanti.

Riportiamo le considerazioni di Giovanni Battista Zorzoli, presidente onorario del Coordinamento FREE per le rinnovabili e l’efficienza energetica:

Per quanto adeguati con una certa gradualità, tra il 1° gennaio 2016 e il 1° gennaio 2018, sono aggravi tutt’altro che trascurabili, oltre tutto in molti casi destinati a pesare su consumatori con redditi modesti.

Pensare, come auspica il documento dell’Autorità, che i maggiori costi sopportati dalla fasce a minor consumo possano stimolare comportamenti virtuosi, favorendo interventi di efficientamento energetico, non tiene conto delle minori disponibilità finanziarie, più frequenti in tali fasce, e dell’impossibilità di avvalersi dell’ecobonus, l’incentivo preferito dalle famiglie, perché di più agevole utilizzo, in quanto non vi sono margini per le detrazioni fiscali.

L’attuazione di quanto richiesto dal decreto legislativo 102 contribuirà ad aumentare la forbice fra redditi alti e redditi bassi. Inoltre, i primi, che sono in condizioni di permetterseli, potrebbero essere meno invogliati a fare investimenti per una maggiore efficienza dal costo ridotto dell’elettricità consumata; in tal caso si verificherebbe l’effetto opposto a quello prodotto dall’attuale tariffa D1, riservata ai clienti che utilizzano esclusivamente pompe di calore come sistema di riscaldamento della propria abitazione.

Un secondo cambiamento ancora più radicale – la fine della maggior tutela per i clienti domestici – a partire dal 1° luglio 2016.”

I cambiamenti proposti sono fortemente contestati dalle Associazioni dei consumatori.

 

 

 

Category: Cronaca

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