UN MATTARELLUM SPETTRALE / IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PESSIMO FINALE DEL VECCHIO ANNO E NUOVA, STATICA, RAPPRESENTAZIONE DELLA VECCHIA POLITICA
Potevamo aspettarci altro? Da una figura di seconda fila, già succube e complice ministro degli esteri al tempo della guerra distruttiva contro la Jugoslavia, prima ancora da sempre con le mani in pasta nei maneggi della prima e della seconda Repubblica, un democristiano vecchissimo stile, accovacciato sotto l’ ala protettiva del fine intellettuale della Magna Grecia, attuale sindaco di Nusco, sotto cui crebbe pure l’ attuale presidente del consiglio, che è poi quello che mesi fa l’ ha voluto sul Colle?
No. E infatti è andata in onda ieri sera a reti unificate una stanca, innocua tutto sommato, insignificante rappresentazione della più bolsa retorica renziana. Mattarella sembrava un conduttore di uno dei telegiornali che quotidianamente tessono le lodi di Matteo Renzi, più che un capo di Stato, in servizio permanente effettivo pure a domicilio.
Il suo buonismo fabiofazioso ammazzerebbe un bue. Il suo ottimismo fuori dal mondo avvelenerebbe un serpente.
Se ne è stato lì, immobile, statico, spettrale, oleogrammatico.
Il tocco di classe, quell’ orrenda carta da parati opaca di casa, stile anni Ottanta (dell’ Ottocento).
Neanche un’ idea degna di questo nome sviluppata al bisogno, neanche una soluzione possibile e concreta ai tanti problemi.
Un mattarellum che ha risuonato senza rumore, passato a spianare le logiche e gli interessi del potere dei banchieri, delle multinazionali, dei lobbysti, e dei politici loro camerieri.
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