LA CRISI OCCUPAZIONALE SALENTINA AL CENTRO DEI LAVORI DELLA UIL CON LA PARTECIPAZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE CARMELO BARBAGALLO

| 21 Aprile 2016 | 0 Comments

(Rdl)______Convegno, questa mattina, all’ hotel Tiziano di Lecce, della Uil, su “sviluppo, efficienza e solidarietà, lavoro e pensioni” con la partecipazione di  Carmelo Barbagallo.

Prima dell’inizio dei lavori, il segretario nazionale ha incontrato una delegazione di lavoratori della ‘Alba service’ (nella foto), la società partecipata della provincia di Lecce da tempo in grave dissesto finanziario, che sempre questa mattina hanno inscenato nuove manifestazioni di protesta in città: “vi siamo vicini. In tutta Italia abbiamo nove mila partecipate e siamo d’accordo sul fatto che occorre ridurle. Tuttavia, prima di procedere con i tagli, bisogna capire che fine fanno i servizi e i lavori interessati. Per questo abbiamo già chiesto al Governo di discutere seriamente il problema delle partecipate, perché quella in atto ad oggi è una vera e propria strage. Continueremo a fare pressione e stiamo pensando a una mobilitazione nazionale su questo tema”.

Nel corso del suo intervento, il segretario provinciale Salvatore Giannetto è ritornato, fra le altre cose, sul tema della mancanza di lavoro nel Salento: “Sul nostro territorio la disoccupazione giovanile è al 55% e quella femminile al 60%. Giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni, un’intera generazione che non conosce cos’è il lavoro. La nostra provincia rischia di perdere le sue vocazioni manifatturiere e di non riuscire ad attrarre nuovi investimenti che pure caratterizzano anche altri territori limitrofi al nostro, come Brindisi nel settore aereonautico o Taranto nell’ambito della logistica portuale.

Lecce sembra drammaticamente ferma al palo delle sue crisi industriali, dal Tac ad alcune aziende metalmeccaniche come la Omfesa, dalla Bat al blocco dei cantieri pubblici di importanti arterie stradali, ad un’agricoltura stretta tra insidie ambientali come la malattia degli ulivi e la burocrazia europea. Per non parlare della crisi delle ferrovie Sud-Est o della situazione delle società partecipate e dell’orchestra della Provincia.

E questo solo per fare alcuni esempi.

Questo scenario non è solo il risultato della crisi, ma su di essa s’innestano responsabilità di una parte della classe dirigente locale imprenditoriale e politica incapace di un disegno generale che apra il territorio a nuovi investimenti per le realtà produttive esistenti, ma anche ad investitori esterni”.

Category: Cronaca, Politica

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