LA RIFLESSIONE / XYLELLA, LE PRESUNTE ORIGINI NASCONDONO GIA’ PRECISI PROGETTI DI INTERESSI PARTICOLARI ED ENORMI SPECULAZIONI

| 1 Ottobre 2016 | 0 Comments

di Crocifisso Aloisi * (attivista meridionalista – per leccecronaca.it)______

Analizziamo attentamente una delle frasi più esilaranti raccontata (diverse volte) dai protagonisti della storiella xylella :

“Il batterio è probabilmente stato introdotto in Salento attraverso piante ornamentali, oleandri o caffè, provenienti dal Costarica”.

Bella vero ? Purtroppo per gli autori, non ci sono le prove per dimostrare questo teorema.

Il Costarica esporta piante ornamentali in tutto il mondo e guarda caso il problema si è everificato improvvisamente solo da noi, in Salento, nel 2013. Cioè dove da più di un decennio circolavano, all’insaputa di tutti, pericolosi discorsi di olivicoltura da ‘rivoluzionare’, con uliveti intensivi che avrebbero dovuto sostituire le nostre storiche ‘Ogliarola’ e ‘Cellina di Nardò’, che erano testimoni superstiti di un modello agricolo da superare. Solo che l’espianto delle cultivar autoctone per fare posto ai nuovi ulivi era vietato per legge ordinaria. Poi è arrivata, “probabilmente..” dal Costarica, la provvidenziale xylella, e tutto è diventato più semplice, sono intervenute procedure ed atti normativi straordinari (ed incredibili !).

Il fatto che un organismo nocivo appaia improvvisamente in un territorio è condizione necessaria e sufficiente per far scattare la procedura da quarantena. Quindi la frase sopra riportata, apparentemente semplice e banale, contiene un messaggio molto potente e funzionale a diversi obiettivi.

Quali sarebbero poi queste piante importate, “Oleandri e caffè”? Come? Da noi gli oleandri stanno dappertutto e avremmo dovuto importarli dal Costarica? E le piantine di caffè? Chi mai importerebbe qui piantine di caffè?  (nella foto, una coltivazione in Costarica, ndr).

È vero che abbiamo alcune storiche torrefazioni locali che forniscono caffè di ottima qualità, ma piante e piantagioni di caffè non si sono mai viste in Salento.

L’analisi grammaticale della frase ci offre un altro spunto inquietante: quel “probabilmente” riesce a cambiare radicalmente anche il discorso della richiesta di risarcimento del danno tanto sbandierata dai politichetti locali che vogliono scaricare sull’Europa tutte le responsabilità. Perché mai l’Europa dovrebbe essere chiamata a risarcire per non aver controllato a dovere le importazioni dai paesi a rischio (anche se dell’epidemia in Costarica non si è mai saputo nulla e, paradossalmente, si parla più della ‘colonia’ esportata in Salento, piuttosto che dell’infezione del paese centroamericano che ‘avrebbe’ provocato il disastro), quando poi non si è certi neanche della provenienza del batterio?

E dunque, questa narrazione sul filo del “probabile” appare elaborata ad hoc al fine di ipnotizzare l’opinione pubblica e le migliaia di piccoli proprietari/produttori sulla veridicità delle narrazioni che si sono succedute dal 2013 ad oggi.

Forse sarebbe giusto dire, per una specie di ‘par condicio del pensiero’, anche che “probabilmente” il batterio è presente nel territorio da più di venti anni, come sostengono anche alcuni scienziati, e che la pianta ha imparato a convivere con esso.

Ma questo pensiero NON fa scattare la procedura di emergenza (con tutto l’indotto che ne deriva in termini di legislazione straordinaria, fondi pubblici da gestire e tutto il resto) prevista da una quarantena.

Anche perché non è stato ancora dimostrato che il batterio Xylella Fastidiosa ceppo CoDiRO sia la causa unica e determinante del disseccamento degli ulivi.

Di fatti la denominazione del “ceppo” così come attribuito dagli stessi ricercatori la dice lunga sulle reali cause della malattia: (CoDiRO, ovvero Complesso del disseccamento rapido dell’olivo).

Quindi i disseccamenti diffusi sono certamente dovuti a diversi fattori (lo dicono anche i dati statistici dei campionamenti) che le Autorità ‘scientifiche’ è fitosanitarie non sembrano voler approfondire e risolvere.

 

Category: Cronaca, Politica

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