LA CGIL A NARDO’ CONTRO IL CAPORALATO

| 11 Ottobre 2016 | 1 Comment

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ ufficio – stampa della Cgil di Lecce ci scrive______

Questa targa non rappresenta soltanto un ricordo ma anche l’impegno costante della Cgil e della Flai nel fare sindacato di strada, accanto alle persone. Oggi colgo l’occasione della presenza del Sindaco per rinnovare e ribadire la posizione della Cgil sul tema del caporalato: non possiamo continuare ad avere dei luoghi ai margini della città, dove i lavoratori vivono una condizione di ghettizzazione. Dobbiamo puntare a un’integrazione vera nel tessuto sociale della città, perché sconfiggere il caporalato vuol dire anche questo, offrire dignità lavorativa e sociale e far sentire questi lavoratori veramente cittadini in una città come quella di Nardò, con la sua storia di grande valore per l’impegno civile e l’accoglienza. Chiediamo di migliorare l’integrazione dei lavoratori migranti all’interno della città e contro la ghettizzazione, contribuendo, ad esempio, con una politica di sgravi in favore di quei cittadini neretini che vogliano affittare a prezzi calmierati le abitazioni vuote ai lavoratori migranti per strapparli dalle mani di un sistema di illegalità che è insito nel tessuto produttivo agricolo”.

Così Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce, oggi a Nardò per la manifestazione organizzata da Flai e Cgil Lecce in memoria delle vittime dello sfruttamento. Durante la manifestazione è stata scoperta la targa intitolata a Abdullah Mohammed, il bracciante sudanese morto il 20 luglio 2015, mentre era impegnato nella raccolta dei pomodori nelle campagne di Nardò, e dedicata a tutte le vittime dello sfruttamento.

La targa è stata apposta nei pressi di Masseria Boncuri, luogo simbolo delle battaglie per i diritti sindacali e per la dignità sul lavoro dei braccianti stranieri impiegati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli nei campi del Salento.

L’iniziativa di oggi è inserita nel programma di iniziative per la quarta edizione del Premio Jerry Masslo, organizzato dalla Flai Cgil nazionale, che si svolgerà in Campania dal 12 al 14 ottobre.

È importante ricordare i nomi dei lavoratori che hanno sacrificato la vita in questi campi”, ha detto Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Lecce durante l’iniziativa di oggi: “Prima di Mohammed questo territorio ha vissuto un altro lutto determinato dalle condizioni insostenibili di lavoro e di vita dei braccianti, ricordiamo quindi anche Sadok Barhoumi, morto nel 2011 nella tendopoli nei pressi di Masseria Boncuri. Dedichiamo questa targa oggiAggiungi un appuntamento per oggi a tutti i lavoratori sfruttati ribadendo il nostro impegno costante nella lotta al caporalato e per garantire condizioni di lavoro e di vita dignitose ai braccianti stranieri. Fino a quando i lavoratori non saranno strappati al giogo dei caporali e delle aziende agricole che li utilizzano per i loro scopi di arricchimento incondizionato, nessuna tenda, nessun container con le docce, nessun serbatoio di acqua potabile potrà restituire dignità, umana e lavorativa, a questi cittadini del mondo. Auspichiamo che da settembre a Nardò si cominci finalmente a costruire un percorso condiviso, fatto di azioni concrete per ottenere un cambiamento”.

Da Nardò, oggi, in contemporanea con altri territori della Puglia (Andria e Foggia) e del resto d’Italia, partirà la carovana dei diritti, con la partenza dei camper del sindacato di strada che approderanno, il giorno dopo, alle porte di Mondragone, in provincia di Caserta.

 

 

 

 

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Comments (1)

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  1. Ciccio Nardone ha detto:

    Le solite barzellette della CGIL. I compagni dell’Arci e le Cooperative Rosse, come insegna Mafia Capitale, sulla pelle degli emigranti, con i contributi dello stato, si son fatti e stanno facendo soldi a palate, i deputati del PD, giustificano la loro politica sull’accoglienza, perché gli extracomunitari servono in agricoltura in quanto gli italiani non vogliono fare i lavori umili (leggasi sottopagati), la CGIL si lamenta e fa le battaglie) perché gli extracomunitari sono trattati come schiavi.
    Cari compagni, non è che ognuno di voi può raccontare la sua verità.
    Se gli extracomunitari godessero degli stessi diritti degli italiani, le imprese assumerebbero gli italiani, l’accoglienza non troverebbe giustificazioni, e la sinistra non incasserebbe milioni di euro pagati dagli italiani.

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