UN FIORE IN REGALO AL REGIME
di Giuseppe Puppo ______
Quello che è accaduto ieri sera a Roma con l’attacco alla sede della Cgil è grave di per sé, inoltre dalle conseguenze devastanti. Cercherò qui di seguito in sintesi estrema di spiegarne i motivi, anche a nome del direttore editoriale di leccecronaca.it Valerio Melcore e del presidente della società editrice del nostro – vostro – quotidiano Maria Antonietta Vacca, in perfetta sintonia con loro.
Solidarietà subito alla Cgil, senza se e senza ma. E senza se e senza ma una rinnovata condanna della violenza come metodo di azione politica.
Detto ciò, in maniera sostanziale e non formale, ritengo che la lotta di tanti nemmeno di controinformazione, ma di informazione tout court, sulla gestione governativa della pandemia in Italia, in tutti i risvolti della situazione, con quanto successo ieri sera sia definitivamente persa.
Già a condurla in questi mesi era una minoranza rumorosa, sì, ma per quanto rumorosa minoritaria nei confronti della maggioranza silenziosa e conforme al pensiero unico dominante degli Italiani.
Adesso tutte le possibilità di fare informazione alternativa su gestione della pandemia, green pass, cure e prevenzione, sono andate a farsi benedire.
D’ora in poi in quello che abbiamo imparato a chiamare l’immaginario collettivo, anche dei dubbiosi e dei perplessi, chi si ostinerà ad argomentare e a ragionare sarà automaticamente etichettato come violento, rozzo e fascista.
Ieri sera a caldo già sui social e poi nella notte con dichiarazioni ufficiali, qualche politico ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per non aver impedito l’assalto alla sede della Cgil.
No, no, il governo deve dare un premio al ministro dell’ Interno Luciana Lamorgese per non aver impedito l’assalto alla sede della Cgil.
Ieri in piazza a Roma c’erano secondo le stime della Questura diecimila persone, e cinquemila a Milano – quindi in realtà saranno stati almeno il doppio – per manifestazioni spontanee, non organizzate, di cittadini liberi e pensanti, assolutamente non violenti, che non vogliono arrendersi al pensiero unico dominante e che volevano esprimere il loro diritto al dissenso.
Si è parlato sui mass media e sui social delle loro critiche, delle loro perplessità, delle loro proposte?
No, sì è parlato solamente e totalmente delle violenze attuate nell’occasione da poche decine di ignoranti – non trovo aggettivo migliore, ignoranti perché ignorano essi tante cose fondamentali in termini di Storia, di cultura e pure di attualità – riconducibili a Roberto Fiore e al suo minuscolo gruppo di Forza Nuova, provocatori non nel senso nobile del termine, ma nel senso di ignoranti al servizio del sistema.
Se volevano fare un regalo al governo, devastando una sede sindacale, non potevano scegliere regalo migliore.
Del resto, sembrava un set a Cinecittà da film horror, ma spettacolare, ci mancava solo quello con le corna in testa dell’ assalto al Campidoglio degli Stati Uniti a Washington lo scorso gennaio, sarà stata una dimenticanza del regista.
Non ho prove di altro, mi fermo qui dal momento che non ho prove per evocare altri contesti.
Però la Storia di questo Paese degli ultimi decenni sta a dimostrare come il regime, con i suoi apparati, ha reagito alla protesta popolare, basta mettersi a studiare.
Lo ha fatto servendosi di agenti provocatori, più o meno contigui ai servizi segreti deviati, e non deviati dritti allo scopo, che hanno seminato violenza di pochissimi, a vanificare con ciò le legittime istanze che venivano pacificamente espresse dal popolo italiano.
Ah sì certo, un’eccezione, unica, c’è stata e riguarda le piazze del Movimento 5 Stelle degli ultimissimi anni. Ma quando poi dalle piazze i Cinque Stelle sono andati al potere, abbiamo capito il perché.
Cinema, Cinema. Film, ben girato