‘Signor sindaco, salvi gli alberi di piazzale Pisa’

| 12 Marzo 2023 | 2 Comments

Dal Coordinamento per gli Alberi e il Verde Urbano di Lecce riceviamo e volentieri pubblichiamo (nella foto del nostro archivio, un manifesto elettorale di Carlo Salvemini per le elezioni amministrative del 2017)  ______ 

Lettera aperta al Sindaco di Lecce

Lecce, 12 marzo 2023

Oggetto: Piazzale Pisa: per la tutela e l’implementazione delle alberature esistenti.

Egr. Sig. Sindaco C. Salvemini

Piazzale Pisa di Lecce è un piccolo ma ormai storico parco urbano, ricco di essenze ,  generoso dei doni della  natura, i  colori, il profumo, l’ossigeno, fonte di  benessere per  gli abitanti dei palazzi circostanti da circa mezzo secolo.

Il progetto di ristrutturazione dello stesso, che prevede l’intervento contro il rischio idrogeologico, l’eliminazione del dissesto (peraltro non prevalente) del manto stradale e dei marciapiedi, può essere realizzato nel rispetto delle alberature esistenti, in specie dei 43 pini di circa mezzo secolo.

Quasi tutti sono stabili, sani; diversi  anche maestosi: per questo mitigano il surriscaldamento climatico, ancor più evidente in città, migliorano qualità dell’aria salentina, regredita con il disseccamento di milioni di ulivi.

Per questo nel Salento – più che altrove – prima di espiantare un albero, ancor più se sano e maestoso, occorrono  motivazioni ineccepibili, mancanza di alternative all’espianto, giustificazioni  tecniche indiscutibili e autorevoli. Diversamente è un vulnus contro la natura e la qualità della vita.

Le motivazioni afferenti gli interventi contro il  rischio idrogeologico e la ristrutturazione del manto stradale e dei marciapiedi, che richiederebbero l’espianto dei  pini, non crediamo si possano ricondurre ai suddetti principi.

La relazione agronomica, a supporto dell’espianto, presenta  diverse criticità, per cui tale scelta non può essere legittimata come assoluta  e univoca. Di seguito eòencate le nostre motivazioni:                                                                       

– è assente ogni doveroso  riferimento (anche nel quesito  proposto dal Comune) a strategie  di conservazione altrove praticate in casi analoghi;                                                                             

– le piante vengono dichiarate in stato di salute;                                                  

– lo “sbilanciamento complessivo” delle stesse è contraddetto dalle stesse foto della relazione;                                                      

– l’asserita  “inconfutabile  necessità di eradicazione” di tutti non è supportata dalla premessa e dalla conclusione della stessa relazione: “si ricorre  all’abbattimento quando la pianta mostra evidenti segni di instabilità (quindi da valutare singolarmente) che può creare rischi”  e, ancora, “la gestione  ragionevole dei rischi  deve avere  come obiettivo conservare alberi che  appaiono sani e stabili” (SIC!).

Oltre alle motivazioni che ci inducono a suggerirle ulteriore riflessione vogliamo riferirci anche al Principio di Proporzionalità nell’azione amministrativa, sancito  dall’Unione Europea, che impone di “non adottare un provvedimento eccedente quanto è necessario per conseguire lo scopo prefisso”, ovvero di ponderare sulle diverse esigenze contrapposte per agire con ragionevolezza amministrativa, già fatto valere dal Consiglio di Stato con sentenza del 20.02.2017.

L’abbattimento in blocco dei 43 pini sembra soprattutto finalizzato a garantire aprioristicamente  la sicurezza dei  tecnici contro imputazioni improbabili per l’eventuale futuro cedimento delle piante oggetto di intervento, comunque parziale sulle radici; ma perché condannare a morte  anche i pini  le cui radici non saranno tagliate in quanto distanti dalla strada o perché sotterranee?

Per riassestare il manto stradale si possono fresare le radici superficiali (pratica diffusa in diversi comuni italiani e nella nostra città, durante questa e le passate amministrazioni, senza che ciò abbia causato cadute degli alberi). Né è ragionevole che per sanare marciapiedi e strade  marginali  – in pz.le Pisa solo parzialmente deformate e dal traffico esiguo e lento –  si ricorra, in prima istanza  – e non ultima –  all’abbattimento anche indiscriminato degli alberi: se tale modus operandi dovesse reiterarsi,  a Lecce sparirebbero alcune migliaia di piante, non solo pini, ma anche tigli, querce, carrubi e soprattutto i ficus piantati ultimamente, dalle radici assai impattanti sulla viabilità principale della città.

L’amministrazione Salvemini, che ha vantato tra i suoi principi e valori l’attenzione ai temi ambientali, non può avallare scelte tecniche e azioni regressive rispetto a quanto fatto da quella precedente. Ricordiamo che l’intervento della giunta Perrone su piazza Mazzini prevedeva la sostituzione di tutti i pini con i ficus; l’opposizione di associazioni ambientaliste, supportata dalle relazioni tecniche del prof. Luigi Sani (Università di Firenze, perito dell’amministrazione) imposero – pur in fase esecutiva –  la salvaguardia di ben dieci pini, in quanto scevri di qualsiasi criticità, ancora oggi presenti senza alcun cedimento, nonostante gli interventi fatti sul manto stradale e sul marciapiede adiacenti. E tali pini sono assai più alti di quelli di piazzale Pisa e insistono nell’area più intensamente vissuta della città.

La scelta peritale di abbattimento indifferenziato per Piazzale Pisa equivale solo a una regressione, non riferendo in alcun modo le qualità e il rischio reale individuo per individuo.

Le nostre  perplessità sul ricorso alla motosega facile, favorita  da relazioni finalizzate più a garantire  la sicurezza del perito che a documentare quella degli alberi, sono giustificate da gravi e irreversibili azioni precedenti, in particolare dall’espianto della pineta dello stadio. Il Questore prefigurò la messa in sicurezza della zona senza imporre l’espianto in massa, che fu comunque scelto ed eseguito dall’amministrazione contro ogni ragionevole necessità.

Le perplessità sull’espianto dei pini viene altresì accentuata dalla recente determina comunale  relativa agli interventi sul basolato storico di piazza S. Oronzo (nei pressi del Caffè Alvino): in essa si legge: “sostituzione del basolato stradale”, smentita dal direttore dei lavori solo successivamente alla denuncia di alcune associazioni, a favore del riposizionamento dell’esistente.

Anche per piazzale Pisa si prefigura la “sostituzione” di pini sani e maestosi pini con alberi nuovi, sorvolando su costo dell’espianto-reimpianto, valore economico e ambientale delle attuali piante polverizzato, impossibilità che giovani piante svolgano una funzione per clima e benessere dei cittadini analoga a quella delle espiantate, etc.

Di qui le nostre tre proposte alla sua attenzione per dare una svolta virtuosa alla gestione del verde cittadino, a partire da piazzale Pisa:

1) Si attui una moratoria di tutti gli espianti di alberature (tranne quelle dichiarate e riconosciute pericolanti) in attesa della approvazione del Regolamento del verde urbano, previsto da diverse normative, promesso ma ancora inattuato a Lecce;

2) il rifacimento del manto stradale e dei marciapiedi in pz.le Pisa può trovare soluzione eliminando  le due strade  diagonali (dove emergono alcune radici ) quasi  inutilizzate  del piazzale, ricoprendole con terreno naturale, attrezzandole con vialetti pedonali; mentre potrebbe essere completamente ristrutturato, ed eventualmente allargato l’anello circolare, ora adoperato per la circolazione e il parcheggio dei residenti;

3) la trasformazione dell’enorme deserto di asfalto rappresentato dallo spiazzo adiacente via Alessandria in un parco-parcheggio (simile  a quello dell’ospedale, del vicino palazzetto dello sport, di alcuni supermercati) e piantumare qui alcuni filari di alberi (recuperando anche i nuovi previsti per pz. Pisa).

E non siamo solo noi a proporre quest’ultima trasformazione, in quanto essa è stata avanzata esplicitamente da una ricercatrice del Politecnico di Milano invitata dallo stesso Comune a prospettare soluzioni per la mitigazione idrogeologica e il contrasto al fenomeno delle cosiddette isole di calore durante l’ultimo incontro sul PUG Quartieri del 18 febbraio u.s.

Ultimo e non per ultimo, gli abitanti di piazzale Pisa, riuniti recentemente in diverse assemblee pubbliche (ultima quella organizzata dalla Terza Consulta Comunale per l’Ambiente) hanno espresso rispetto e affetto per il parco arboreo che caratterizza il paesaggio del loro quotidiano, e chiesto che siano valutate tutte le misure per preservarlo possibilmente nella sua interezza, procedendo celermente alla doverosa ristrutturazione della viabilità delle strade e camminamenti pedonali.

Gentile Sindaco, conciliare gli interessi degli abitanti, la preservazione delle 43 alberature in salute, il rifacimento di strade e marciapiedi si può.

Per questo oggi scriviamo e non cesseremo di opporci a una decisione che non merita fretta.

Distinti saluti

il Coordinamento per gli Alberi e il Verde Urbano di Lecce  ______ 

LA RICERCA nel nostro articolo di ieri

UNA MORATORIA ALL’ ABBATTIMENTO DEGLI ALBERI

Category: Costume e società, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Comments (2)

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  1. Artemisia ha detto:

    Io chiederei al sindaco con quale motivazione ha tagliato gli stupendi pini di viale Leopardi e con quale diritto si arroga di decidere x i leccesi. Sta distruggendo ciò che resta di un bene pubblico già di per sé fanalino di coda d’Italia!

  2. Diana ha detto:

    In tutte le città italiane i sindaci stanno compiendo questi scempi. Anzi io li chiamerei crimini perché oltre a deturpare i paesaggi ci tolgono l’aria che respiriamo. I grandi alberi possono ridurre l’inquinamento prodotto dai gas di scarico, non sono sostituibili con giovani piante che non riuscirebbero ad espletare la stessa funzione. I cittadini sono contrari ma i sindaci non ascoltano, fanno solo gli interessi degli amici degli amici

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