SCONCERTO AL “FAZZI”: RUBATE LE FEDI ALLA SALMA DI UN ANZIANO

| 15 Luglio 2025 | 0 Comments

(f.f.)_______

Un gesto vile e agghiacciante, che lascia sgomenti: due anelli d’oro sono misteriosamente scomparsi dal dito di un 87enne salentino, spirato nella notte tra l’8 e il 9 luglio all’interno del reparto di Medicina dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. A scoprire l’amara verità sono stati i suoi familiari, poche ore dopo il decesso, quando si sono recati nella camera mortuaria per dare un ultimo saluto al proprio caro.

I preziosi mancanti – una fede nuziale con incisa la data del matrimonio e un secondo anello semplice, privo di incisioni – erano ancora al loro posto la sera precedente, come confermato da una nipote che aveva fatto visita all’uomo prima che le sue condizioni precipitassero. Poi, nel buio della notte e nei momenti successivi al decesso, qualcosa è successo. Qualcuno, con ogni probabilità, ha approfittato del passaggio del corpo tra il reparto e la sala mortuaria per sfilare i monili dal dito dell’anziano, che – a causa del gonfiore – non avrebbe potuto toglierli da solo.

Il furto, inaccettabile anche per il più insensibile degli animi, è stato formalmente denunciato il 12 luglio presso la questura leccese. La querela è contro ignoti, perché al momento nessuno è in grado di dire con certezza dove e quando sia avvenuto lo sciacallaggio. Non vi sono testimoni, né telecamere puntate su quel passaggio interno. La caposala del reparto ha dichiarato alla famiglia che, al momento della consegna alla ditta funebre, gli anelli erano ancora presenti. Ma gli operatori della stessa agenzia, contattati dai parenti, hanno riferito esattamente il contrario: quando hanno ricevuto la salma, al dito non c’era nulla.

Così, quel tratto – breve e drammaticamente ordinario – che separa una corsia ospedaliera dalla camera mortuaria, si trasforma in un angolo buio, dove qualcuno potrebbe aver inferto un’ultima, vergognosa offesa al corpo senza vita del signor Pietro Polito, pensionato originario di San Pietro Vernotico.

Il nipote dell’uomo, omonimo del defunto e agente della Polizia di Stato in servizio a Roma, ha scelto di rendere pubblica la vicenda con un appello carico di amarezza: “Non bastava il dolore per la perdita di mio nonno. Qualcuno, in quell’arco di tempo, gli ha rubato gli anelli che indossava da una vita. Non posso tacere. È un atto miserabile. E il silenzio intorno a quanto accaduto lo è ancora di più”.

L’auspicio della famiglia è che le indagini facciano luce su un episodio che ha sconvolto non solo gli affetti, ma anche la fiducia nel sistema. Perché, come sottolinea il nipote, “servono risposte e responsabilità. È inconcepibile che un corpo, dentro un ospedale, non sia al sicuro neppure dopo la morte”.

Category: Cronaca

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