LECCE: GRANDE VITTORIA DEL SINDACO, GRANDE SCONFITTA PER LA CITTA’.

| 11 Novembre 2014 | 3 Comments

di Valerio Melcore
***** Come volevasi dimostrare, il Consiglio Comunale di Lecce, ha votato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal Sindaco, sulla cancellazione di un articolo che permetteva al Comune di poter utilizzare delle strutture e degli spazi di privati, al servizio della collettività.

Un Consiglio comunale che ha deliberato senza avere la più pallida idea di cosa votava.
Tutto questo avviene quando l’Amministratore ha la presunzione di sapere tutto e di poter decidere su tutto senza   interpellare gli operatori del settore.
Infatti, non vi era alcuna necessità per il Comune di privarsi di una norma che gli  permetteva di dare un servizio ai cittadini a costo zero, utilizzando le strutture e le risorse delle aziende pubblicitarie.

La norma non obbligava il Comune a concedere spazi in deroga al regolamento, in cambio di un sesto della superficie del cartello, era una prerogativa dell’Amministrazione, un’opportunità,  che in piena autonomia poteva decide di utilizzare.
Ovviamente le proposte dei privati potevano essere rifiutate, e sarebbe stato  sempre il Comune a decidere, se e quali deroghe concedere e quali no, quali spazi concedere o negare.
Lecce è pieno di cartelli,  è vero, ma non è abrogando una tipologia di cartelli che  si risolve il problema.
Non è abrogando le 135  paline che sono state installate facendo riferimento alla lettera S degli art. 3 e 4 che si risolve il problema,  
Le 135 paline coprono una superficie di poco più di 200 mq. a fronte di 16.500 mq. complessivi che l’Amministrazione ha stabilito per la nostra città. Un’inezia.
Come avrebbe detto qualcuno, bazzecole, quisquilie, pinzellacchere.
Citiamo il grande Totò perchè è tutto da ridere, o meglio lo sarebbe se non parlassimo delle nostre istituzioni.
 Ma a parte il numero irrilevante rispetto a tutta la cartellonistica esistente, si volevano eliminare le 135 paline? Non c’era alcuna necessità di andare in Consiglio Comunale.
Infatti 100 di queste, sono già scadute e bastava non rinnovarle, così  come si sarebbe potuto fare per le altre 35 che scadranno i primi di gennaio.
Anche perchè quelle sino a gennaio, nonostante l’eliminazione dell’articolo, resteranno lì dove sono.
Come si vede non vi era alcuna necessità di cancellare un articolo che per degli amministratori accorti sarebbe un’opportunità e non un problema.
Eliminata questa norma si è risolto il problema del sovraffollamento dei cartelli? ASSOLUTAMENTE NO.
Infatti, non solo quella superficie che le 135 paline sviluppavano sarà conservata e utilizzata per altri cartelli, che tra l’altro non forniranno un servizio utile per la collettività, ma esistono ancora molte centinaia di metri previsti dal Piano che sono ancora disponibili.
Ma quello delle paline è l’aspetto meno interessante del problema della cartellonistica, in quanto l’Amministrazione di Lecce nel tentativo, riuscito in parte, di fare cassa ha moltiplicato il numero di impianti per maxi poster (affissioni) che oggi risultano quasi tutti irregolari, in quanto non vi sono le distanze previste dal Piano, da cartello a cartello, o dalle intersezioni. perchè le strade di questa città non riescono a contenere i cartelli autorizzati.
Infatti nella giornata di ieri, mentre il Consiglio Comunale si riuniva, decine di verbali venivano notificati alle agenzie di pubblicità che si aggiungevano agli oltre cento verbali, per i quali è già stato presentato ricorso al Giudice.
Quindi da un lato il Comune aumenta a dismisura la superficie da utilizzare per l pubblicità mq.16.500, dall’altro si rifiuta di mettere a norma gli impianti dei privati, e i suoi stessi impianti, che non essendo stati ridimensionati e delocalizzati, così come prevede il Piano, rendono per induzione gli altri impianti irregolari non essendoci le distanze tra un cartello e l’altro, e oggi addirittura il Comune che è l’unico responsabile di questo disastro, li sanziona.
Insomma roba da repubblica delle banane, ci sarebbe da ridere se non fosse che tutto ciò inevitabilmente finirà davanti alla Magistratura e qualcuno dovrà rispondere di quanto accade a Lecce in questi mesi.
Per tornare al Consiglio Comunale di ieri, come già detto, era del tutto inutile, anzi dannoso, eliminare la norma, l’unico risultato è quello che il Sindaco, ancora una volta potrà dire che a Lecce fa  e disfà come gli pare.
Per farlo ha dovuto raccontare una serie di inesattezze per convincere  l’intero Consiglio a votare la soppressione della lettera S.
 In conclusione possiamo dire grande vittoria del Sindaco, grande sconfitta per la città e per la credibilità del Consiglio Comunale.
Questa è la lettera che è stata inviata ai Consiglieri Comunali di Lecce.
IL PROBLEMA DELLA CARTELLONISTICA  NON SI ESAURISCE NELLE FRECCE O NELLE PALINE DI CUI SI PARLERA’ DOMANI IN CONSIGLIO COMUNALE.

Quello delle frecce o delle paline si inserisce in un contesto più ampio che è quello della cartellonistica e delle affissioni nella città.

Un settore al quale le diverse amministrazioni che si sono susseguite hanno sempre prestato poca attenzione, con il risultato che in passato non essendoci alcun tipo di controllo l’abusivismo ha proliferato.

Ciò ha determinato, non solo mancanza di introiti nelle casse del Comune, ma soprattutto un disordine visivo che era sotto gli occhi di tutti.
La responsabilità di ciò veniva scaricata sulla categoria dei pubblicitari che installavano abusivamente ed in barba alle norme.

Ovviamente se qualcuno installava abusivamente, sotto gli occhi di tutti,  poteva farlo perché nessuno controllava.

Quindi non si comprende  come mai in tutti questi anni nessuno vigilasse e sanzionasse, ed in questo modo si sono penalizzate le aziende serie che volevano lavorare nel rispetto delle norme e favorite quelle che dell’abusivismo avevano fatto il modus operandi.

Nel 2011, probabilmente anche a seguito dei tagli del governo centrale alle amministrazioni locali, l’Amministrazione leccese pensò che quello dei cartelloni pubblicitari era un settore che andava normato, perché da questi poteva ricavare incassi interessanti.

La manovra era semplice, già in precedenza con un artificio  tutte le strade di Lecce erano state trasformate in strade a “categoria speciale”, il che vuol dire raddoppiare le imposte sulla pubblicità, e poi per quadruplicarle  ci si inventa un canone di concessione.
Un gioco da fanciulli.

Diverse centinaia di migliaia di euro. Solo il sottoscritto ogni anno versa € 120.000,00 per tasse di pubblicità (le tasse annue dovute al Comune per un cartello 4×3 sono di circa €1.300,00).

Ma non basta, bisogna aumentare gli introiti.
E così qualcuno suggerisce motu proprio, oppure avendo letto male qualche Piano della Pubblicità di qualche grande città del nord,   che si può aumentare a dismisura la superficie da utilizzare per la cartellonistica pubblicitaria portandola a mq.16.500.

Il che vuol dire UNA QUANTITA’ DI IMPIANTI CHE LECCE NON PUO’ CONTENERE.

Così, ai vecchi concessionari, il Comune rinnova le concessioni, a condizione che non impugnino il PGIP, poi, individua oltre un centinaio di impianti per le affissioni da mettere a gara, che vanno ad aggiungersi a quelli esistenti.

E DOVE SONO STATI INDIVIDUATI GLI IMPIANTI MESSI A GARA?

Nelle stesse strade e negli stessi posti dove già esistevano impianti regolarmente autorizzati.

Quando ci si è accorti dell’errore era troppo tardi. I vecchi concessionari erano in possesso di regolari rinnovi, le nuove concessionarie che avevano partecipato alla gara si erano aggiudicate i lotti di cartelli messi a bando.

A fianco ai vecchi impianti sono così sorti quelli nuovi previsti nel bando, ovviamente a questo punto le distanze previste dal Piano venivano meno.

Tutti quanti abbiamo cercato di utilizzare il buon senso per porre rimedio all’errore dell’Amministrazione, sistemando gli impianti in maniera tale che non rappresentassero un pericolo per il traffico pedonale e veicolare, certamente non potevano essere rispettate le distanze previste dal Piano.

Gli operatori del settore e l’Ufficio Comunale preposto alla Pubblicità, per la prima volta nella storia di questo Comune avevano iniziato una proficua collaborazione, superando la logica della contrapposizione che aveva caratterizzato in passato i rapporti tra pubblicitari e Comune.
I pubblicitari, riunitisi in associazione hanno fatto rilevare tutte queste problematiche, in diversi incontri, con il Sindaco, con gli Assessorati all’Urbanistica, al Traffico, ai Tributi.

Poi all’improvviso…

I Vigili Urbani,  senza tener presente la situazione generale,  di una città dove esistono centinaia di impianti sugli angoli delle strade ad iniziare da quelli di proprietà del Comune, iniziano a sanzionare.
A titolo di cronaca, ricordiamo che a tre anni dall’entrata in vigore del Piano non solo gli impianti del Comune non si sono adeguati alle distanze, ma addirittura conservano la misura di m.6×3, quando invece si sarebbero dovuti ridurre a m.4×3.

Così come a tutt’oggi non è dato di sapere quali sono quegli impianti comunali (45%) che dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per affissioni di natura istituzionale e che dovrebbero essere contrassegnati con apposita cimasa.

In questa sede, però, ci preme spiegare perché gli impianti non possono essere a norma, né quelli dei privati, né tantomeno quelli del Comune… semplicemente perché non vi è lo spazio necessario.

Pertanto noi riteniamo che il problema della cartellonistica andrebbe affrontato in maniera seria e globalmente.

Per tornare all’articolo che si vuole abolire, si fa presente che un’Amministrazione attenta, in cui gli uffici invece di farsi la guerra collaborassero, utilizzerebbe quell’articolo per avere servizi a costo zero, vedi toponomastica, indicazioni e comunicazioni ai cittadini, tutte  a spese dei pubblicitari, insomma un’opportunità e non un problema.

Se invece si ritiene di essere dei tuttologi e di poter fare ameno di consultare chi si occupa tutti i giorni di determinate tematiche, noi temiamo che si finirà a carte bollate, come per il passato.

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Category: Costume e società

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Comments (3)

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  1. Alessandro ha detto:

    Ma che cosa diavolo scrivete? Ma che articolo è questo? Ma ci siete o lo fate? Quelle paline erano obrobriose, ma che significa quello che dite?

  2. ROBERTO ha detto:

    È ovvio che questo non sia opera di un giornalista, ma di una persona che vuole soltanto sparare a zero su chi non la pensa come lui. Quei cartelli sono veramente indecenti. A fenomeni…

  3. Tonio De Giorgi ha detto:

    Ovviamente i due commenti, degni anonimi Alessandro e Roberto, sono opera della concorrenza che a Lecce grazie alla complicità di qualche amministratore ha riempito la città di cartelli pieni di frecce indicatrici, quelli si davvero brutti.

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