UN 93ENNE IN STAMPELLE GUIDA I TERRORISTI NERI… ADINOLFI: AQUILA NERA? UNA PROVOCAZIONE DA ALAN FORD…HANNO ARRESTATO UNO NICK-NAME…”

| 24 Dicembre 2014 | 4 Comments

v.m.____Nella foto Rutilio Sermonti il pericoloso ultranovantenne  armato di stampelle alla guida del gruppo terroristico Aquila Nera.____________
Quando scoppiò la bombola a Brindisi, davanti alla scuola Morvillo-Falcone, in cui perse la vita una sedicenne Melissa Bassi, e altre sue compagne rimasero gravemente ferite, era il periodo in cui si era manifestata inaspettatamente la grande vittoria del Movimento di Grillo. Il Movimento 5 Stelle era diventato improvvisamente il primo partito italiano. Il PD  vinse solo in virtù del fatto si era presentato alle elezioni come coalizione, potendo beneficiare del premio di maggioranza, le solite leggi fatte ad arte per far si che a decidere siano i partiti e non i cittadini.

Quando ancora si diceva che si indagava in tutte le direzioni, e qualcuno iniziò a scrivere che probabilmente si trattava di una atto terroristico teso a destabilizzare il sistema, ci ricordammo di cosa era successo qualche decennio prima quando il M.S.I. raddoppiò i voti, e Leccecronaca uscì con una vignetta, dove un Grillo incazzatissimo gridava” Bomba non Bombola, arriveremo a Roma”.
Due giorni dopo, Beppe Grillo, usò proprio le parole che noi avevamo preso da una canzone di Venditti e adattato alla nostra vignetta, Bomba non Bombola…. per dire che se qualcuno pensava di poter addebitare quella strage ai grillini avrebbe fatto i conti con il Movimento.
Qualche giorno dopo gli inquirenti comunicarono che grazie a delle videoriprese si era giunti ad individuare l’autore del folle gesto.

Pensammo che erano lontani i tempi in cui, allorquando il M.S.I. con l’operazione Destra Nazionale, raddoppiò i voti cominciarono a scoppiare bombe, che venivano attribuite ad ambienti di destra, ai cosiddetti neofascisti. Molti anni dopo si scopriì che quelle bombe erano state messe dai Servizi segreti al servizio dello Stato, i cosidetti servizi deviati. Il risultato fu che grazie a quelle bombe il sistema dei partiti si stabilizzò, e quegli uomini e quei partiti per altri decenni continuarono nelle loro ruberia a danno degli italiani. Dovemmo aspettare alcuni decenni prima che mani pulite portasse alla luce quello che che i cittadini ben sapevano.

Pensavamo che certi giochi oggi non sarebbe possibile farli, sarebbero stati troppo scoperti, oggi per stabilizzare governi traballanti che non hanno la fiducia dei cittadini si utilizzerebbero altre armi, come per esempio lo spread, l’intervento a gamba tesa dell’alta finanza,  delle banche, l’autorevolezza del capo dello Stato, le ottanta euro, o chissà quale altra diavoleria. Evidentemente ci sbagliavamo, ancora una volta si grida al lupo al lupo, nel tentativo di spaventare i cittadini, affinchè gli italiani pensino  che il governo Renzi sia l’unico possibile. O come avveniva in passato quando si  criminalizzò  la destra, e la gente diceva: meglio i ladri che gli assassini.
Mentre pensavamo tutto ciò, alla Lega di Salvini che aumenta i consensi, che in Italia si allea con la destra della Meloni, in Europo con la Le Pen, mentre le destre in Europa aumentano i propri consensi,  pensavamo che dei terroristi fascisti, per il governo erano proprio un manna scesa dal cielo, che se non ci fossero stati li si sarebbe dovuti inventarli.
E così mentre pensavamo tutto ciò ci siamo imbattuti sulla rete in una intervista rilasciata da Gabriele Adinofi, uno che il mondo della destra radicale lo conosce bene. Ve lo proponiamo perchè ci fornisce qualche spunto di riflessione.

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ADINOLFI: …AQUILA NERA? UNA PROVOCAZIONE DA ALAN FORD…HANNO ARRESTATO UNO NICK-NAME…”

L’operazione “Aquila Nera”? “Una pagliacciata, con provocazioni degne di Alan Ford”. Gabriele Adinolfi, ex fondatore di Terza Posizione negli anni ’70 e oggi scrittore impegnato a proporre un’altra verità sugli anni di piombo e la strategia della tensone, non crede neanche per un attimo alla pericolosità dei soggetti in questione: “Gente che non ha mai preso una multa in vita sua, hanno arrestato dei nickname. Piuttosto attenti a quanto sta accadendo in Francia”.

Adinolfi, come esce fuori questa inchiesta dal roboante nome di “Aquila Nera”?

«È ovvio: si scopre che le cooperative rosse prendono tangenti sugli zingari e si comincia a parlare di Nar. Poi si scopre che c’erano implicati anche ex brigatisti, e allora bisogna rilanciare con il pericolo fascista».

Insomma, l’operazione “Aquila Nera” è una bufala? Orchestrata da chi?

«Renzi sta ridimensionando i comunisti all’interno del Pd e i comunisti, per risposta, utilizzano i soliti apparati degli anni ’70 per aggiustare il tiro. È così che si arriva all’arresto di 15 sconosciuti – perché di questo si tratta – che avrebbero complottato per mettere in pericolo la democrazia in Italia. È una vicenda in cui ci sono almeno tre elementi da rilevare».

Quali?

«Uno: la procura antimafia ha tempo da perdere con queste pagliacciate. Due: il fatto che in una organizzazione del genere ci fossero ben due infiltrati dei Ros è davvero una provocazione degna di Alan Ford. Tre: nel delirio di democrazia sregolata da social network anche gente che non ha mai preso una multa in vita sua gioca alla rivoluzione, ma è una cosa che in un Paese normale genererebbe tutt’al più un’alzata di spalle».

Si tratterebbe di un’azione per distrarre l’opinione pubblica, quindi. Ma nell’era di internet e dell’informazione in tempo reale hanno ancora senso operazioni del genere? Già oggi nessuno parla più di “Aquila Nera”…

«Vero, ma tutti gli apparati si muovo con riflessi condizionati pavloviani. Scattano sempre gli stessi meccanismi senza che qualcuno ci si ponga reali problemi di efficacia. In ogni caso, che qualcuno che starebbe progettando azioni violente venga arrestato rientra nella norma, ma il fatto che la cosa venga presentata in questo modo dimostra quanto meno la malafede. Del resto se dovessero arrestare tutti quelli che al telefono dicono di voler uccidere qualcuno…».

E i No Tav? Anche lì l’accusa di terrorismo è campata in aria, come dicono i giudici? Eppure, dopo l’ennesimo sabotaggio, Lupi ha parlato proprio di terrorismo…

«Dipende da cosa intendiamo per terrorismo, che dovrebbe essere la possibilità di portare una minaccia reale alla pubblica incolumità. In questo senso, l’assalto al cantiere di Chiomonte non è terrorismo. E neanche i sabotaggi di oggi. È ovvio, tuttavia, che la vittoria di Renzi e dei democristiani comporti un ritorno della logica degli opposti estremismi sia, attivamente, dalla componente democristiana, sia, in difesa, dalla componente comunista. Anche se si tratta di opposti estremismi di questo livello qui. L’evento preoccupante di questi giorni è semmai un altro».

Quale?

«In Francia ci sono stati tre tentativi di attacco da parte di squilibrati in pochi giorni. È per caso arrivato un ordine? Non vorrei che si passasse alla strategia degli opposti estremismi etnici. I nostri apparati sono vecchi e mettono contro i reazionari No Tav contro i nickname di estrema destra. Quello che accade in Francia mi sembra di un altro livello…».

Fonte:Intelligo

Category: Costume e società

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Comments (4)

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  1. Tonio De Giorgi ha detto:

    I fratelli Sermonti e la libertà…una storia italiana. Da vergognarsi, tanto per cambiare.
    Quella dei fratelli Sermonti è una storia davvero intrigante. Sono sei fratelli, quattro maschi e due femmine. Nati tra l’inizio e la fine degli anni venti. Di alcuni di loro sappiamo poco, ma pare che sia tutta gente ingegnosa e non molto conformista. Sappiamo qualcosa di più dei tre più famosi: uno scienziato, che si chiama Giuseppe ed è uno dei massimi genetisti italiani, ma non è darwinista (neanche creazionista, per fortuna…) e perciò ogni tanto viene contestato nelle università; Giuseppe ha 89 anni. Poi c’è un letterato, che si chiama Vittorio, famoso per le sue letture di Dante, scrittore, giornalista, pensatore, romanziere insegnante e un po’ poeta.

    Ha 85 anni. E’ stato il professore di italiano, al Tasso di Roma, di ragazzini come Paolo Mieli e Valerio Veltroni. E’ quello che conosco meglio, perché negli anni 80 ho lavorato con lui all’Unità, lo portò Reichlin e lo mandava anche a scrivere pezzi di cronaca nera (grandiosi i suoi reportages da Vermicino, dove stava morendo nel 1981, il piccolo Alfredino Rampi). Simpaticissimo, Vittorio, carismatico, coltissimo, ha sposato una figlia di Suni Agnelli, Samaritana, e ne ha avuto un figlio, Pietro, che è un attore piuttosto famoso.

    Poi c’è questo Rutilio, che ha 94 anni, è fascista da quando era ragazzino, ha fatto il volontario a Salò, ha partecipato alla fondazione del Msi, ma poi il Msi gli sembrava moderato e allora ha partecipato alla fondazione di Ordine Nuovo. Infine ci sono due signore e unaltro fratello maschio dei quali non so dirvi nulla. Rutilio, il fratello maggiore, è considerato – mentre viaggia verso i cento anni – un terrorista pericoloso. Da chi? Dai magistrati, poveretti. Rischia una condanna a 20 anni di galera. Se dovrà scontarli tutti uscirà a 114 anni, ma se otterrà gli sconti per buona condotta, forse, a 110 sarà fuori.

    A me pare che questi fratelli Sermonti – comunisti, fascisti, scienziati – siano tutti un po’ scombiccherati. Vittorio – che è un tifoso fradicio della Juventus, era amico di Boniperti, sa a memoria anche la formazione che vinse lo scudetto nel 1960, con Sivori Nicolè e Charles, e a casa sua aveva un campetto di calcetto invece del giardino – racconta che quando erano piccoli – lui aveva sei anni – il padre li riuniva e gli leggeva Dante, con voce roboante. Pure il padre doveva essere un bel tipino. La lettura di Dante quando si è troppo acerbi può avere vari effetti. A qualcuno provoca amore per Dante (e per Vittorio è stato così) qualcun altro lo spinge alla ribellione estrema – perché per un ragazzino Dante può essere molto molto noioso, specie il canto su Pia dei Tolomei – fino alla scelta fascista e ordinovista.

    Di qui a pensare che un signore di 94 anni sia pericoloso, ce ne passa. E se si legge la sfilza di capi di imputazione decretati dai magistrati, si scopre che sono praticamente tutti reati di opinione, o ”tentativi”. Certo, le opinioni di questi 14 fascisti sono orripilanti. Ma siamo sicuri che in un paese libero, nel 2014, debba esistere ancora il reato di opinione, come esisteva ai tempi del fascismo? No, perché alla fine uno non capisce più chi siano i fascisti…

    Pietro Sansonetti/ Il Garantista

  2. Aldo ha detto:

    L’autore di quest’articolo (Piero Sansonetti) è tutt’altro che un simpatizzante di destra o di centrodestra. Per questo è molto importante quello che scrive sulle presunte indagini pul presunto “terrorismo nero” messe in piedi all’Aquila. Riflettiamo anche sul fatto che gli stessi Magistrati parlano di militari dei ROS infiltrati, per capire che è tutta una montatura.

  3. Vittorio Porcelli ha detto:

    Ma mi sembra così evidente che si tratti di una montatura ! Avete mai visto dei terroristi che si proponessero di destabilizzare con dei fucili da caccia ? Vergogna !

  4. Giuseppe ha detto:

    Giuseppe Martorana –

    Mi rifiuto! Mi rifiuto di credere che lo Stato incarceri un 93 enne seduto su una sedia a rotelle, che vive di stenti a causa di una misera quanto inutile pensione, che cerca di sopravvivere vedendo qualche libro, accettando gli aiuti offerti dalle persone che gli sono accanto, che vive un giorno in più grazie alla presenza e perseveranza di chi ha cercato di dargli sempre una mano, non per delinquere o per finanziare gruppi terroristici ma, più semplicemente, per arrivare alla fine del mese, per poi ricominciare lo stesso infernale girone dantesco della sopravvivenza. Mi rifiuto di credere che questo Stato corrotto, ladro, disonesto, criminale, insensibile, incivile, bugiardo, spregiudicato, traditore, sia arrivato a tanto pur di rimettere in piedi la solita costellazione di terroristi disegnati negli uffici del Viminale e messi poi al cospetto dell’opinione pubblica come si fosse un film d’essai, con tanto di manifesti, titoloni e manipolazioni varie.MI rifiuto di credere che vi siano italiani che inorridiscono davanti a queste meschinità, scambiano il boia per vittima e la vittima per boia. Sermonti è in condizioni fisiche ed economiche pessime. Quale danno potrebbe aver mai compiuto contro questo stato di mercanti? Quello di aver pensato? Quello di aver immaginato un’Italia diversa? Priva di onorevoli consiglieri, ex vice ministri e ministri venduti alla camorra o alla ndrangheta? E’ questo il suo reato? Allora arrestate anche me, perché io credo nella stessa Italia di Sermonti, quella in cui il ladro finisce nelle patrie galere e vi rimane tanto quanto è il valore del furto che ha compiuto e tanto quanto è l’importanza della carica pubblica che rivestiva. Arrestate anche me, per io la penso come Sermonti, perché, come lui, credo che un governo debba lavorare per il bene della nazione, e non al contrario, per svenderla al peggior offerente.
    Arrestate anche me, perché Sermonti è il simbolo di un’Italia forse troppo antica, ma certamente più onesta, dignitosa e pulita. E quando uno stato, non sapendo più come sviare l’opinione pubblica dai veri problemi che esso ha creato, costruisce a tavolino il mostro del terrorismo facendone prendere l’aspetto di un novantatreenne sulla sedia a rotelle, vuol dire che è arrivato alla fine, che non sa più che pesci pigliare. E’ uno stato in agonia che spera di sopravvivere ancora un po’ attraverso l’attuazione dei vecchi sistemi degli anni ’70, dove comunisti e fascisti si ammazzavano davanti ad un governo sghignazzante, che interveniva solo dopo, per raccogliere i morti sui marciapiedi delle città italiane. Uno stato che arriva a tanta infamia è uno stato che non merita di esistere. Arrestate anche me, perché a differenza degli altri, non ho memorizzato i nomi di coloro che sono stati arrestati, ma di quelli che avrebbero dovuto far parte della lista ma non ci sono. Quelli che mancano sono gli infiltrati dei servizi segreti. Ed è gente spietata, che non conosce pietà, che striscia come le serpi, che scivolano entrando e sibilano uscendo, lingue biforcute che riferiscono ciò che sentono e ciò che si inventano. Lavoro peggiore della spia non esiste al mondo. Uno spalatore di letame è un re al loro confronto. Italia immonda, Italia senza legge, senza Patria, senza Dio. Italia da rifare senza questa razza di carogne.

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