“LA VOCE DELL’ ULIVO” IN PIAZZA A LECCE, I COMMENTI DI ERIO CONGEDO E DI CRISTIAN CASILI

| 24 Febbraio 2015 | 0 Comments

(Rdl)______Circa tre, quattro mila persone, secondo quanto riferito dagli organizzatori, hanno partecipato questa mattina alla manifestazione e al corteo conclusosi in piazza Sant’Oronzo a Lecce per sensibilizzare le istituzioni e la cittadinanza sull’emergenza xylella, i batterio killer degli ulivi che da oltre un anno e mezzo sta danneggiando l’agricoltura del Salento______

Il consigliere regionale di Forza Italia Erio Congedo ci ha scritto in proposito:

“In migliaia questa mattina hanno sfilato per le vie di Lecce, su iniziativa del comitato “Voce dell’ulivo” per sollecitare il mondo istituzionale all’attivazione di misure contro il batterio della Xylella, che sta flagellando l’agricoltura salentina e pugliese.

E’ servita paradossalmente l’iniziativa di un comitato spontaneo – invita a riflettere – perché il grido di dolore dell’agricoltura salentina fosse compreso in tutta la sua drammaticità. Spero adesso sia chiaro il peso economico della Xylella sul comparto.

Su questa vicenda pendono tristemente, acclarate e incontrovertibili, le colpe e le responsabilità istituzionali di chi da tempo avrebbe dovuto fare la sua parte, cioè Governo nazionale e Governo della Regione Puglia, ma è anche il caso, a questo punto, di voltare pagina. Il territorio, come ha dimostrato questa mattina, deve fare quadrato e far sì che la questione del batterio killer diventi una questione dell’Unione europea.

Non per ottenere il solito provvedimento burocratico, ma un solido intervento di natura finanziaria. Mi pare evidente che questo non è più il problema circoscritto degli agricoltori del Salento, ma una piaga tremenda dell’agricoltura e dell’economia di tutto il bacino del Mediterraneo. A meno che – conclude Congedo con ironia – qualcuno non pensa di fermare il batterio killer ai confini della provincia di Lecce con i segnali stradali oppure invitandolo gentilmente a fermare la sua corsa”.______

Dopo le note delle scorse settimane, che abbiamo ospitato per l’ organicità, la profondità e l’originalità dell’ approccio alla materia, in merito al problema è nuovamente intervenuto con una nota anche l’ agronomo Cristian Casili, candidato del M5S al consiglio regionale:

“In un contesto di grande incertezza, come quello in cui si può inquadrare il fenomeno del disseccamento dell’olivo, trovo paradigmatico e sconcertante il fatto che fino ad ora, come pratiche di contenimento del fenomeno, si sia parlato esclusivamente di eradicazione del patogeno, abbattimenti degli alberi e lotta chimica a calendario per evitare l’infezione di uno o una moltitudine di vettori, come se la complessità del fenomeno sia da imputare ad un singolo aspetto della vicenda, ovvero a un batterio di cui non si conosce ancora il grado di patogenicità e quindi il ruolo da esso svolto.

Si tratta di strumenti ormai inadeguati e inefficaci che trovano il dissenso anche da parte della comunità scientifica europea (EFSA) e trovo paradossale che si creda ostinatamente di fronteggiare la complessità del fenomeno utilizzando pratiche che in qualche modo hanno contribuito a generarlo.

A Lecce, si è svolta la marcia di protesta organizzata dal comitato “Voce dell’ulivo”: è apprezzabile il fatto che agricoltori e associazioni si siano mobilitati per far sentire la loro voce, che chiede maggiore attenzione alle problematiche di un settore ormai in eterna crisi. E’, pero, allo stesso modo sconcertante il messaggio contenuto nel volantino distribuito dagli organizzatori, dove si chiedono finanziamenti diretti alle aziende e ai frantoi per applicare le linee di intervento della Regione o la dotazione di diritti al reimpianto, eccetera, prefigurando in questo modo uno scenario apocalittico: il problema non riguarda il protagonismo di chi metterà in atto queste azioni ma la loro efficacia o la certezza di sapere effettivamente di che cosa stiamo parlando.

Se dovessimo ascoltare la vera voce dell’olivo, probabilmente capiremmo che la questione è prima di tutto una questione etica che ci chiede di riflettere non solo sull’emergenza in atto ma anche di capire quale tipo di agricoltura è più opportuno tramandare alle generazioni future.

Ecco perché trovo sconcertante che il messaggio veicolato dalla “Voce dell’ulivo” si sia in fondo incardinato sugli interessi di grossi operatori e non su quel bene comune agro-paesaggistico che è l’oliveto Salentino”.

 

Category: Cronaca

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