UNA GIOVANE EGIZIANA SI RACCONTA A LECCECRONACA.IT / Ecco la mia vita da precaria a Il Cairo

| 27 Novembre 2015 | 0 Comments

di Rania Masoud_____

(Rdl______La nostra amica e collaboratrice Rania Masoud, 34 anni, che vive a Il Cairo, ha voluto raccontare ai nostri lettori la sua storia, fra “personale” e “politico”. La ringraziamo della sua preziosa testimonianza, che ci dà la possibilità di guardare in un angolo del mondo di grande attualità, e di confrontare le, sia pur amare, esperienze generazionali che condividiamo)______

Dal 2011, in seguito agli episodi di terrorismo, non c’è più tanto turismo in Egitto. Così sta venendo meno quella che era la nostra vera ricchezza.

Io mi sono laureata 2002 in lingue: italiana, inglese e arabo.

La mia storia pubblica è cominciata nella facoltà, dove alcuni professori e professoresse trattavano gli studenti in modo molto strano e discriminatorio, privilegiando gli studenti che avevano avuto la possibilità di frequentare corsi fuori dal nostro Paese: così avevano occhi e cuore solamente per chi era stato in Europa, mentre per tutti gli altri no.

Inoltre privilegiavano gli studenti provenienti da famiglie ricche e quelli di famiglie dei loro parenti.

Io, che non ero stata all’ estero, che non sono ricca e che non ho parenti importanti, ho sofferto molto la differenza di trattamento in facoltà.

Nonostante tutto mi sono laureata e, subito dopo la laurea, ho cominciato a cercare lavoro dappertutto e ho fatto di tutto per avere un lavoro in un Paese che dipendeva essenzialmente dal turismo. Creavo tutte le occasioni possibili per dimostrare tutte le mie capacità.

Finalmente ho trovato il lavoro nella galleria del papiro. Ho mosso così i miei primi passi proprio nel settore  in cui sognavo di lavorare.

Studiavo, e lavoravo in due – tre posti diversi, per risparmiare i soldi necessari per scrivermi nell’Istituto del turismo,  che costava un occhio nella testa.

Ma ci sono riuscita: dopo tre anni ho conseguito la patente di guida turistica legale.

Inoltre, facevo anche l’ insegnante di lingue nelle organizzazioni private.

Purtroppo, dal 2011 in poi, per le ragioni cui ho accennato, le possibilità si sono ridotte di molto, al massimo potevo lavorare qualche ora, due o tre volte a settimana, in una stagione come l’inverno, specialmente nel periodo di Natale.

Partecipavo ad altre attività culturali e di volontariato, in centri privati e pubblici.

Così mi è venuta l’ idea di comprare la bicicletta per diffondere la cultura sportiva nella città del Cairo.

Avere la bicicletta in una comunità egiziana per una ragazza è molto strano, addirittura alcuni lo considerano una specie di maleducazione.

Ho cercato di spargere i vantaggi di comprare la bicicletta invece di avere le macchine che contaminano l’aria. Ho messo le mie foto sui siti sociali come Facebook.

Ho scritto il mio diario sulle situazioni che succedevano in strada e su come la gente considera una ragazza che gira in bicicletta.

Da 2010 fino a quest’ anno ho fatto di tutto per convincere la comunità egiziana ad accettare questa nuova idea di mobilità. Ho aiutato tante ragazze e donne a comprare le biciclette. Alcune hanno venduto effettivamente le loro macchine per avere le biciclette.

Però poi è successo che una di quelle donne ha rubato il mio diario e ha pubblicato un suo libro, sia pur in modo molto superficiale. Ha usato un canale televisivo per pubblicizzarlo, insieme all’ idea che mi aveva rubato: ha copiato tutte le mie iniziative, perfino l’idea di centri di addestramento per donne in bici.

Il capitalismo diffuso dominante nella nostra comunità l’ ha ‘adottata’ e l’ ha aiutata, certo per fare soldi, non con fini etici, o ecologici.

E così è diventato illusione anche il progetto che avevo creato.

La nostra rivoluzione del gennaio 2011 era proprio contro gli aspetti negativi del capitalismo dominante e dei suoi effetti devastanti sulle tradizioni e sulla moralità di una comunità come questa egiziana.

Qui da noi ancora adesso i giovani di modesta estrazione sociale non vengono sostenuti ed aiutati. Ricchi e poveri non sono uguali nemmeno nei sogni: i ricchi li possono realizzare, ai poveri invece glieli rubano.

 

 

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Category: Cronaca

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