LA STORIA / “Vivere è fare qualcosa per qualcuno che non potrà mai ripagarti” – DA FRANCAVILLA FONTANA FINO IN KENYA L’ IMPEGNO E LA PASSIONE DI ERICA ZINGAROPOLI

| 31 Gennaio 2016 | 0 Comments

(g.p.)______

Non puoi dire di aver vissuto veramente se non hai mai fatto qualcosa per qualcuno che non potrà mai ripagarti“. Parola di Erica Zingaropoli (nella foto), 33 anni, di Francavilla Fontana, prima turista non per caso in Africa, poi volontaria appassionata e testimone militante dell’ altruismo e della solidarietà.  Una scelta di vita, che due anni fa ha raccontato in  un romanzo di esordio – “L’Africa di Erica”, Pubblicazioni Italiane, Taranto, 2014, 100 pagg., euro 18 – con occhi disincantati e veritieri.

L’ impegno e la passione di Erica stanno per fare adesso un ulteriore, deciso salto di qualità.

Lo ha rivelato lei stessa a leccecronaca.it: “Ho lasciato il Kenya per un po’ e al momento sono in Portogallo. Ma parto in est Africa il primo marzo. Dopo qualche sacrificio sono riuscita a creare una associazione no/profit. La finalità è quella di aiutare le donne africane a vivere una vita normale, sostenendole nel lavoro manuale e dando loro le materie prime.

In particolare organizzo tour in Kenya e Uganda, non cose da turisti, ovviamente, ma per volontari. Quelli che verranno con noi vivranno e toccheranno con mano la vera Africa, come ho fatto io per anni: andare nei villaggi, parlare con la gente, mangiare con loro, trascorrere del tempo insieme. Un puro, inusuale, vero, indimenticabile scambio interculturale“.

Pensiamo agli Africani come se fossero geneticamente condannati da chissà quale maledizione biblica a stare depredati, sfruttati e marginalizzati. Invece è colpa nostra, di noi Occidentali, che prima li abbiamo schiavizzati, poi abbiamo portato loro guerre e violenza, li abbiamo privati delle loro risorse naturali e delle materie prima con le nostre multinazionali della globalizzazione, e li abbiamo plagiati a nostra immagine e somiglianza, quella di un modello di così detto sviluppo, che qui da noi produce egoismo, disuguaglianze sociali, ingiustizie e là ha prodotti sfaceli a ciclo continuo, con la complicità di governanti avidi, accecati dal tornaconto personale. Li abbiamo uccisi e fatti uccidere, per poi lamentarci dei profughi che arrivano da noi, dei quali ci sentiamo migliori e che spesso disprezziamo e sfruttiamo. Solamente da poco la parola schiavitù fa ribrezzo, almeno in teoria, mentre la parola guerra non lo fa ancora.

Ecco, questa è la nostra Africa. Ma un mondo è migliore è davvero possibile, grazie a chi come Erica ha fatto dell’ impegno per loro la ragione della sua vita.

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Category: Cronaca

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