IL VOTO A CAVALLINO: I COMMENTI DEI PROTAGONISTI

| 6 Giugno 2016 | 1 Comment

(e. l.)______

Si sono sentiti addirittura i fuochi d’artificio nella notte dello scrutinio a Cavallino. Nessun se ne attesta la paternità, ma i risultati portano dritto verso il gruppo che amministra il comune ormai da decenni.

Oltre il 52% per la Lista Gorgoni, capeggiata dal neo Sindaco Bruno Ciccarese. A dimostrazione che non sempre le tante contestazioni ricevute per le scelte affettuate durante il mandato, producono poi effettivamente risultati in linea con quelli che ci si aspetta. Molto dipende forse anche dalla capacità di chi amministra di essere convincente all’atto di un nuovo progetto, oppure magari dalle alternative proposte ed a cui poi gli elettori devono dare o meno la fiducia, oppure ancora dipende forse e semplicemente dal fatto che non era ancora il momento giusto o, se lo era, così hanno scelto gli elettori.

Le reazioni a caldo parlano di una grande soddisfazione da parte della lista vincente.

I commenti giuntici subito sono quelli di Gaetano Gorgoni che, con la sua dichiarazione, esprime a nome di tutti la soddisfazione per come sono andate le elezioni.
“Per noi il risultato rappresenta uno sbocco naturale per l’operato delle precedenti amministrazioni che hanno governato Cavallino in questi anni. Amministrazioni che non posso non considerare tutto sommato tutte positive, anche se gli altri partiti si affannavano in campagna elettorale e non solo, a cercare di distruggere ed annientare ciò che avevamo fatto di meritevole e costruttivo, senza spiegarne veramente il perché e senza dare ai cittadini un’alternativa credibile. Il loro unico programma, per come si percepiva, era “abbattere l’ultimo fortino residuo di monarchia familiare europea”. Ma essere ogni volta eletti dal popolo non significa ereditare”.

Certamente tra i delusi si colloca invece la Lista Futuro e Democrazia che comunque, con il 37%, ottiene quattro consiglieri in consiglio comunale.
Contattata telefonicamente, Carla Rugge ci conferma la delusione per il risultato conseguito.
Il risultato lascia molta amarezza e sorpresa” – ci dice -, “soprattutto nei confronti di alcuni candidati della Lista Gorgoni che hanno avuto un risultato per noi veramente inaspettato.
Pensavamo che il paese dimostrasse con questo voto, una maggior volontà e desiderio di cambiamento e di rinnovo della classe dirigente.
Tuttavia, io e gli altri consiglieri eletti nel Consiglio Comunale, assicuriamo il massimo impegno nei confronti di coloro che in noi hanno creduto e votato, augurando buon lavoro al neo sindaco per il bene del paese. Particolare attenzione riserveremo hai temi che ci stanno più a cuore,  l’ambiente e le politiche sociali”.

Chi pur non avendo vinto sembra invece soddisfatto è il Candidato del Movimento 5 Stelle Giampaolo Falco, anche lui entrato nel Consiglio Comunale nei banchi della minoranza. Oltre mille voti e quasi il 14% è un risultato non scontato che, per i cinque stelle e alle comunali soprattutto, non si ottiene senza aver lavorato seriamente.
“Non sono entrato solo io in Consiglio Comunale, ma con me sono entrati  tutti e diecimila abitanti di Cavallino e Castromediano, che da domani troveranno, nella stanza dell’opposizione, finalmente un vero e proprio ufficio trasparenz,a per aiutarli a capire le problematiche e conoscere effettivamente cosa avviene nella pubblica amministrazione del loro comune”.

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. Un elettore di Cavallino ha detto:

    A Cavallino, la lista, “Futuro e Democrazia”, con Carla Rugge candidato Sindaco, che alle elezioni dello scorso 5 giugno si presentava come alternativa alla lista “Gorgoni”, espressione dell’amministrazione uscente, ha subito una cocente sconfitta, la peggiore registrata negli ultimi vent’anni. Infatti, “il centrosinistra della Rugge”, nonostante abbia imbarcato esponenti provenienti dal centrodestra, con l’obiettivo di aumentare i consensi raggiunti negli anni dal centro sinistra “originale”, registra un modesto 33,58%, con 2533 voti.

    Per tali considerazioni è opportuno andare un po’ a ritroso con il tempo e verificare i risultati ottenuti dal centrosinistra autentico nelle ultime tornate. Se nel 2011 la coalizione costruita dai Democratici si fermò al 35,44% con 2498 voti, il miglior risultato registrato dal 1996 (prima tornata con cui si votava con il sistema dell’elezione diretta del Sindaco) ad oggi, è stato quello del 2006 quando la coalizione “L’Unione”, capeggiata da Roberto Serra come candidato Sindaco, raggiunse la percentuale del 41,48% con 3009.
    Un risultato di particolare rilevanza considerato che, proprio in quella tornata elettorale, la stessa Carla Rugge, insieme a Vincenzo Palermo (oggi candidati rispettivamente a Sindaco e Consigliere contro Gorgoni) e Mario Petracca (che ha candidato la moglie, la Rag. Alessandra Totarofila) erano schierati tutti a fianco dell’On. Gorgoni e militavano nel centrodestra.
    All’interno della compagine gorgoniana, tali esponenti hanno ricoperto importanti incarichi, tra i quali, dal 2001 al 2006 quello Vicesindaco (Rugge), dal 2006 al 2010 quello di assessore all’urbanistica (Palermo), di assessore ai servizi sociali (Rugge) e di Capogruppo (Petracca). Poi, dal 2011 i giri di valzer conosciuti oramai da tutti e, dopo la disgregazione del centrodestra, il conclusivo ulteriore salto nel centrosinistra.

    Ciò che emerge con particolare evidenza dalla sconfitta del “centrosinistra della Rugge” è il preoccupante dato relativo alla rappresentanza che, in particolare,i Democratici avranno in Consiglio Comunale. Anche qui sono stati fatti notevoli passi indietro.
    Sotto la direzione politica di Roberto Serra, nel 2006, venivano eletti 5 Consiglieri comunali (Serra -Capogruppo-, De Giorgi, Carlà, Gigante, Lezzi), nel 2011 venivano eletti 3 Consiglieri comunali (Serra-Capogruppo-, Gigante, Lezzi).
    Oggi, con la segreteria cittadina commissariata, viene eletto un solo Consigliere (Gigante), blindato dalle indicazioni di voto che sono state concentrate sia dalla Segreteria provinciale sia da Carla Rugge, dovendo quest’ultima ricambiare a Piconese lo sforzo compiuto per difendere la candidatura a Sindaco dalla dissidenza interna al PD.

    Pertanto, l’operazione elettorale cavallinese, fortemente sostenuta dal PD di Piconese e del Consigliere regionale Abaterusso, da Forza Italia di Mazzotta, dal movimento regionale “La Puglia in Più” del Senatore Stefano, dall’UDC del Senatore Ruggeri, è stato un vero flop sotto tutti gli aspetti. Ciò nonostante le truppe cammellate e tutto l’armamentario reso disponibile.

    Da questa vicenda emerge un dato politico incontrovertibile: i risultati danno ragione all’ex Segretario Roberto Serra e al gruppo storico del locale PD.
    Infatti, l’<>, non è riuscita a convincere gli elettori di centrosinistra che hanno condiviso la scelta dello stesso Serra, il quale, insieme alla maggioranza degli iscritti, lo scorso gennaio, si erano opposti con fermezza all’inciucio e, pertanto, vennero commissariati.

    La Segreteria provinciale avrebbe dovuto porre maggior attenzione alle indicazioni fornite dall’allora Segretario cittadino. D’altronde Roberto Serra, essendo stato per molti anni al fianco del compianto Fernando Carlà, essendo un dirigente di lungo corso, prima del PDS e DS, e dopo del PD, avendo anche ricoperto, per ben dieci anni, dal 2006 al 2016, l’importante incarico di Capogruppo della minoranza presente in Consiglio Comunale, conosce bene il territorio, i suoi elettori e le possibili dinamiche. Ma, per Piconese e compagnia bella, era necessario scavalcarlo e servirsi di riverenti riferimenti locali. Forse, perché non era stato ben digerito il rilevante risultato (450 voti) che, a Cavallino, nel maggio del 2015, Serra aveva fatto conseguire al Consigliere regionale PD più suffragato in Puglia, Sergio Blasi.
    E quel risultato era un significativo ostacolo per attuare ciò che è stato sonoramente bocciato dagli elettori e, pertanto, dall’inappellabile democrazia.

    P.S. – Nel precedente articolo del 6 giugno, pubblicato da questa redazione, avevate annoverato tra i partiti protagonisti della coalizione guidata dalla Rugge il partito “Possibile”.
    Ciò non corrisponde a verità e, sicuramente, si è stati indotti in errore dal fatto che, all’interno della lista capeggiata dalla Rugge, risultava esserci un candidato che aveva pubblicato alcuni manifesti in cui dichiarava di essere aderente a tale gruppo.
    Chiarezza in merito è stata fatta direttamente dallo stesso On. Pippo Civati, leader di “Possibile”, il quale, investito della questione da parte di un elettore, tramite tweet, rispondeva espressamente: <> .

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