CONTRO IL MODELLO DI CONSUMO DOMINANTE, ‘OBSOLESCENZA PROGRAMMATA’, LA RISPOSTA C’E’. ANDIAMO A SCOPRIRE DI COSA SI TRATTA

| 6 Novembre 2016 | 3 Comments

di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it)______

Ognuno di noi è così talmente integrato nel modello di consumo oggi dominante che non ci rendiamo conto del costo ambientale e sociale che ciò comporta.

L’obsolescenza programmata, di cui quasi non possiamo fare a meno, è la scelta intenzionale di progettare o programmare il comportamento di un prodotto in modo che abbia una durata limitata, in modo che diventi obsoleto, ‘fuori moda’ o non più utilizzabile dopo un preventivato lasso di tempo, a seconda delle esigenze del produttore.

L’impatto ambientale di questa strategia potrebbe avere degli effetti inimmaginabili: la sostituzione, non necessaria, di un prodotto ancora funzionante o la sua preventivata rottura possono avere un forte riflesso sul consumo di materie prime indispensabili per la produzione di nuovi prodotti che sostituiscano quelli considerati obsoleti, i quali, a loro volta, dovranno essere smaltiti, con conseguenze sulla generazione di rifiuti.

A tal proposito è ormai noto che il consumo annuo attuale di materie prime è di circa 60 miliardi di tonnellate, ossia il 50 % in più rispetto a 30 anni fa.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) stima che, a partire dal livello nel 1999, con questa tendenza “le riserve di rame, piombo, nickel, argento, stagno e zinco, con un tasso di aumento annuo della produzione primaria di questi metalli pari al 2%, non durerebbero più di 30 anni, mentre quelle di alluminio e ferro durerebbero tra i 60 e gli 80 anni”.

Inoltre, ogni anno vengono generati, nel nostro continente, 10 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e nel 2020 il volume di questi rifiuti dovrebbe raggiungere i 12 milioni di tonnellate (cifre relative al 2012).

Una proposta di legge rivoluzionaria per contrastare tutto ciò è stata fatta in Svezia; a breve, infatti, si voterà sulla riduzione dell’Iva sulle riparazioni dal 25 al 12%.

Il principale obiettivo di questa proposta resta naturalmente ambientalista, confermando la Svezia come pioniera di scelte probabilmente indispensabili.

Secondo le dichiarazioni dei democratici e degli ambientalisti svedesi, “questo è quanto serve per rendere economicamente vantaggiosa la riparazione degli oggetti rotti”. Questo è stato dichiarato da Per Bolund, il ministro delle Finanze svedese, in quota al movimento verde.

Se ciò impatterà negativamente sull’industria tradizionale, sicuramente incentiverà un’altra industria, quella delle riparazioni, creando numerosi posti di lavoro accessibili con una formazione relativamente breve, perfetta, e ci si pensa, per gli immigrati e i profughi, che, nel Paese scandinavo, rappresentano una discreta percentuale di senza lavoro.

Se quanto detto toccherà pure il nostro Paese non si può prevedere, ma sarebbe auspicabile sperarlo.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica

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Comments (3)

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  1. Salvo ha detto:

    Egregio Direttore,

    sono un affezionato lettore di Leccecronaca.it e mi permetto di riscriverle.
    Nell’articolo dell’avvocato Stefania Isola probabilmente c’è stata una svista tipografica nel titolo.
    Questo dovrebbe essere “CONTRO IL MODELLO DI CONSUMO DOMINANTE, L’ ‘OBSOLESCENZA PROGRAMMATA’, LA RISPOSTA C’E’. ANDIAMO A SCOPRIRE DI COSA SI TRATTA” al posto di “CONTRO IL MODELLO DI CONSUMO DOMINANTE, LA RISPOSTA C’E’, E’ L’ ‘OBSOLESCENZA PROGRAMMATA’. ANDIAMO A SCOPRIRE DI COSA SI TRATTA”.
    Con quello attuale, infatti, mi pare cambierebbe il senso dell’articolo.
    Con l’occasione mi permetto si salutarla e di augurarle buon lavoro.

  2. direttore ha detto:

    Grazie. Ho corretto. Ero proprio io il ‘responsabile’ dell’ errore. Ero rimasto solo oggi in redazione, gli altri tutti impegnati in giro. Solo? No, sono sempre in compagnia dei nostri tanti splendidi amici, e ‘affezionati lettori’.
    Avevo fatto e rifatto quel titolo, e alla fine avevo combinato uno sterminio, rimasto là, per fortuna per poco. Ora è a posto. Grazie ancora.

  3. Vanessa ha detto:

    Ho letto l’articolo e mi sono un po’ preoccupata (anche per merito della foto).
    Mi chiedo se non si può fare nulla per cambiare quello che sta succedendo. Quando ero piccola e si rompeva la tv, si chiamava il riparatore e non si comprava una nuova.

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