NUOVA SCOPERTA DI RIFIUTI TOSSICI

| 23 Dicembre 2016 | 5 Comments

(g.p.)______La Procura della Repubblica di Lecce, nelle persone dei magistrati Angela Rotondano ed Elsa Valeria Mignone, ha scritto al comune di Ugento, competente per territorio, a proposito dell’ ex discarica di Burgesi, negli anni scorsi al centro di lunghe vicende giudiziarie, dove è stata accertata un’ altra presenza di rifiuti tossici interrati illecitamente, di provenienza industriale, circa seicento fusti di policlorobifenili, chiedendo un intervento urgente per la bonifica della zona.

 

Category: Cronaca

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  1. Erio Congedo, Cor - tramite redazione ha detto:

    L’allarme sociale che rischia di generare la vicenda della discarica Burgesi è troppo alto per poter minimizzare, ecco perché ritengo necessari una presa di coscienza e iniziative concrete da parte della Regione Puglia. Innanzitutto occorre chiarire come mai le indagini della Procura della repubblica di Lecce abbiano accertato la presenza di rifiuti pericolosi, mentre ciò non sia emerso in sede di Autorizzazione Integrata ambientale, e come è possibile che eventuali rischi non si siano appalesati alle indagini dell’Arpa.

    In attesa, tuttavia, di comprendere meglio i contorni della vicenda ritengo assolutamente fondamentale che i sindaci di Ugento e Acquarica del Capo non vengano lasciati soli nel compito di gestire la delicatissima faccenda e a questo proposito invito formalmente il presidente della Regione Puglia e l’assessore all’ambiente a convocare, con la massima urgenza, un tavolo tecnico sul caso Burgesi al fine di dare risposte alle popolazioni che vivono con il terrore di abitare su terreni che nascondono veleni.

  2. Erio Congedo e Luigi Manca, Cor - tramite redazione ha detto:

    L’avevamo auspicato nei giorni scorsi, per questo non possiamo che esprimere compiacimento per l’intervento immediato del presidente della Regione, Emiliano, che questa mattina è stato a Ugento per un sopralluogo nella discarica Burgesi, dove circa 20 anni fa sarebbe stati sotterrati 600 fusti contenenti rifiuti tossici.

    Conveniamo con Emiliano che non bisogna creare allarmismi, né dar vita a caccia alle streghe che in questo momento potrebbero solo rallentare quell’opera di bonifica indispensabile. Si faccia, perciò, chiarezza, ma nel contempo si dia vita a tutte le azioni utili per mettere in sicurezza il sito. Prima fra tutte l’indagine epidemiologica indispensabile per capire la natura del possibile inquinamento della zona e della falda.

    Il presidente con la stessa celerità con la quale si è venuto nel Salento istituisca il tavolo tecnico e avvii tutte le procedure di competenza regionale. I sindaci dei Comuni interessati, in modo particolare Ugento e Acquarica del Capo, non vanno lasciati soli a difendere l’ambiente e la salute dei propri cittadini.

    Come abbiamo sostenuto in più di un’occasione il Salento è fra le zone pugliesi dove la percentuali di ammalati di tumore supera quella delle altre località. E’ probabile che una delle cause sia proprio l’inquinamento della falda acquifera di questo come di possibili altri siti, per questo è necessario bonificare al più presto la discarica e analizzare le acque dei pozzi limitrofi che servono a irrigare le campagne, in modo da correre subito ai ripari.

  3. Cristian Casili, M5S - tramite redazione ha detto:

    La legge parla chiaro, chi inquina paga. Ma se i gestori tergiversano e i comuni non hanno fondi la Regione deve intervenire immediatamente denunciando queste inadempienze e sostituendosi in danno. Bisogna accelerare le procedure, il tempo stringe, troppi anni sono passati senza interventi. Questa terra presenta dati allarmanti sull’incremento di neoplasie, soprattutto riguardo i tumori al rene, alla vescica e al polmone, organi che più di altri sono indicatori del drammatico stato ambientale. Un incremento superiore a quello presente in città industrializzate del Paese.

    Per questo non bisogna limitarsi all’intervento sulla discarica di Burgesi, ma è fondamentale avviare una ricognizione definitiva su tutti i siti inquinati del Salento.

    Penso ai rifiuti tossici tombati nel Capo di Leuca o a discariche come Castellino a Nardò, dove sono stati rinvenuti pericolosi metalli pesanti e elementi come l’arsenico che rende le acque inservibili.
    Valutiamo anche la possibilità di potenziare il ruolo e le attività dell’Arpa e dei centri di ricerca affinché si avviino monitoraggi più accurati non solo sulla falda ma anche sul suolo che tende a fissare nella sua struttura argillosa metalli pesanti ed altri inquinanti che possono poi passare nella catena alimentare.
    A questo scopo è importante monitorare non solo i pozzi spia ma anche quelli irrigui collocati a valle rispetto ai siti inquinati.

  4. Paolo Pagliaro, Forza Italia - tramite redazione ha detto:

    Mi viene da ridere, in modo amaro, quando sento che qualcuno negli ultimi giorni del 2016 si è accorto del problema dei rifiuti interrati abusivamente nel nostro Salento e richiede una bonifica urgente per il bene dei cittadini.
    Da tantissimi anni lo denunciamo, lo gridiamo l’abbiamo fatto in tutti i modi. A noi Salentini non basta solo la bonifica ma vogliamo cacciare via a calci, dalla nostra terra, i colpevoli. Vogliamo che il Salento diventi regione per salvaguardare ciò che è nostro senza aspettare chi dovrebbe controllare e decidere da lontano, troppo lontano. Questa è la madre di tutte le battaglie e combatteremo fino a quando non vinceremo. Giù le mani dal Salento.

  5. Lorenzo Siciliano, Pd - tramite redazione ha detto:

    Se nella discarica di Burgesi ad Ugento diventa sempre più concreta
    l’ipotesi della presenza di decine di fusti di PCB, una sostanza
    altamente cancerogena che però pare non abbia ancora contaminato la
    falda, questa Città non può ancora restare con il dubbio che nella
    pancia di Castellino non vi siano presenze simili a quella di Burgesi.

    Il netto innalzamento della percentuale di nichel prima e di arsenico
    poi, riscontrato pochi mesi fa da ARPA Puglia, non ha mai prodotto delle
    prese di posizione chiare per far sì che si comprenda quale sia la causa scatenante di quegli aumenti ed il conseguente argine che si sarebbe dovuto porre per riportare nei limiti stabiliti dalla legge quelle percentuali risultanti, oggi tossiche per la salute di persone ed animali.

    Anche alla luce di quanto affermato dal Direttore del Dipartimento
    della prevenzione della Asl di Lecce De Filippis, in merito alla “nuova
    selezione delle aree in cui procedere al campionamento delle acque
    sotterranee, che terrà conto dei dati di incidenza delle neoplasie
    uroteliali, con particolare riferimento alle vescicali, per le quali su
    indicazione della direzione sanitaria aziendale sta già lavorando
    l’Unità Operativa Statistica ed Epidemiologia ASL”, è evidente che è
    obbligatorio allargare il raggio di queste nuove analisi anche a Nardò,
    dove l’incidenza tumorale negli ultimi anni è vertiginosamente
    aumentata.

    Credo che sia giunto il tempo non solo che ASL ed ARPA effettuino nuove
    analisi sui pozzi spia attorno a Castellino, ma che anche la Procura
    della Repubblica di Lecce, sulla scia di quanto accaduto a Burgesi,
    accenda un faro sulla ex discarica di Nardò.

    Questo è quanto mi sento in dovere di chiedere da Amministratore di questa Comunità che ha il diritto di conoscere la verità su tutto ciò che ha riguardato un sito che ha lungamente “ospitato” rifiuti provenienti da decine di Comuni, lasciando in eredità a questo territorio inquinamento ambientale e peggioramento della qualità della vita di un’intera Città.

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