LE IDEE / DONNE IN CARRIERA, FRA REALTA’ E PROSPETTIVE

| 13 Gennaio 2017 | 1 Comment

di Elena Vada______

LE DONNE FANNO FATICA A FARE CARRIERA FINO AI POSTI DI COMANDO, questo è ciò che viene confermato oggi da una ricerca realizzata negli Stati Uniti. Vuol dire che siamo ottime lavoratrici, ottime dirigenti con capacità manageriali uguali o superiori agli uomini, ma, per una cultura molto maschilista, non diventiamo DIRIGENTI, DIRETTORI, “TOP MANAGER”.

Quello che stupisce è che, sempre secondo questa ricerca americana, la colpa è nostra, ovvero:

arrivate all’apice, pare, CI TIRIAMO INDIETRO. Noi ci tiriamo indietro?

Le DONNE, dovendo conciliare lavoro e famiglia (con tutti i i connessi) adducono queste motivazioni: la carriera si paga con stress psicologico da esaurimento nervoso; lo stipendio da favola, con la qualità della vita che si esaurisce dietro la scrivania; l’Autostima (con la “A” maiuscola), con il rimorso verso i figli e tutti gli affetti, cui si sopperisce con sostituti che, se pur efficientissimi, non sono mai la stessa cosa. Per finire, la nostra realizzazione professionale PIENA, viene frenata, ANCHE, dalla paura interiore di NON FARCELA!

Dalla ricerca “WOMEN IN WORKPLACE 2016” realizzata da McKinsey e Learning org., dopo aver analizzato 34mila lavoratori, e 132 multinazionali, dice che, noi donne, non riusciamo ad arrivare ai vertici, perché ci rifiutiamo di fare carriera. Nella stanza dei bottoni, su cento dipendenti, arrivano 81 uomini e 19 donne. Il motivo è sempre lo stesso: lavoro e famiglia sono inconciliabili.

Questa indagine americana, mi sembra, l’ennesima dimostrazione di uno “Stereotipo maschilista” duro a morire.

Ora che in Italia due giovani Signore, sono diventate (a sorpresa) SINDACO: Virginia Raggi a ROMA e Chiara Appendino a TORINO, mi permetto di dissentire.

In Cina, ad esempio, dove ho numerosi contatti di lavoro, il settore dell’”ALTA FINANZA” e il ventre del Capitalismo con i suoi manager è rappresentato, in maggioranza da DONNE.

Vero che fare carriera in Italia è un percorso ad ostacoli e più, che non possiamo pretendere di essere Superwomen, ma il problema è anche che in vetta (se si arriva) e poi difficile gestire il proprio predominio, perché il potere è maschile e l’organizzazione è fatta a misura di maschio; perché gli uomini amano circondarsi dei propri simili e dai fedelissimi.

Sarà difficilissimo (è risaputo) rompere questo monopolio. La nostra cultura in Occidente, affonda le proprie radici nell’educazione al maschile in tutti i reparti e tutti i sensi.

Le quote rosa (espressione a me odiosa) servono a sradicare questi meccanismi atavici, una volta per tutte, non per il bene delle donne, ma per il bene comune.

Gli uomini devono capire che non educhiamo più le femmine per assumere i ruoli tradizionali di cent’anni fa.Che gli uomini devono, forse, imparare, davvero, cos’è la PATERNITA’; che servono norme e regole contro la loro supremazia.

La cultura cambia molto più lentamente della società: in una riunione (esperienza personale) una donna intelligente, impara a tacere perché sa bene che ESSERE BRILLANTE, la rende poco gradita e, capita spesso, che le donne in vetta tirino fuori il tratto mascolino dell’aggressività (cosa poco utile e gradita).

Donne, amiche mie, non abbiate paura di fare carriera e salire ai vertici. Quel tetto di cristallo si può sfondare. Ricordate quel che disse Freud: “il tessere e l’intrecciare è atavico nella donna, dai tempi della preistoria” quindi la capacità di tenere buoni rapporti e creare ottime relazioni è insito e connesso in noi.

Usiamo le nostre capacità per ARRIVARE e FARCI VALERE!

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. GIUSPPINA CERBONE ha detto:

    GIUSTO

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