DA ROMA NESSUN SEGNALE DI DIALOGO, IL DOTTOR SERRAVEZZA DI NUOVO ANCHE IN SCIOPERO DELLA SETE

| 6 Maggio 2017 | 1 Comment

(Rdl)______Nel pomeriggio, con un comunicato inviato ai mass media, la Lilt di Lecce ha informato del fatto che “preso atto dell’assenza di riscontro da parte delle Istituzioni Governative Nazionali, il prof. G. Serravezza dalle ore 13 di oggi sabato 6 maggio, HA RIPRESO lo sciopero della SETE interrotto solo per 24 ore dopo l’incontro col presidente della Regione Emiliano. L’oncologo salentino è al 10° giorno di digiuno totale e pertanto le conseguenze per la sua salute potrebbero essergli fatali.

Spiace sottolineare la mancata risposta da parte del Governo ai continui appelli del territorio, dei sindaci del Salento e dello stesso presidente della Regione Emiliano a convocare un confronto per giungere ad una soluzione condivisa in merito all’approdo di Tap nella marina di Melendugno.

Facciamo nuovamente appello al Presidente del Consiglio e al Governo di dare riscontro alla richiesta del Professore e del Salento“.

Come si ricorderà, giovedì sera il dottor Serravezza aveva sospeso lo sciopero della sete, ma non quello della fame, dopo l’ incontro con Michele Emiliano, che era andato a trovarlo a Casarano, a casa sua, davanti alla quale c’ erano circa trecento attivisti No Tap e una quarantina di sindaci (nella foto).

Il presidente della Regione Puglia si era impegnato a farsi promotore presso il presidente del consiglio Paolo Gentiloni della convocazione di un incontro urgente a Roma, con la partecipazione dei sindaci del Salento e dello stesso oncologo.

Ieri mattina, venerdì, Emiliano si era rivolto a Gentiloni, chiedendogli l’ appuntamento, ma non ne ha avuto nessuna risposta: da qui la decisione di serravezza di questo pomeriggio.

 

 

 

Category: Cronaca

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  1. Comitato No Tap - tramite redazione ha detto:

    A onor di verità e per ristabilire la corretta informazione circa quanto dichiarato dall’ex direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, ci sembra doveroso riprendere il contenuto del parere espresso dalla stessa Arpa Puglia nel 2014 e fornito in sede di Conferenza dei servizi per il rilascio della Valutazione d’Impatto Ambientale.

    Nelle 23 pagine che compongono la relazione sul progetto del gasdotto Tap, Arpa Puglia scrive chiaramente che lo studio della Trans Adriatic Pipeline è carente nella valutazione degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico riconducibile agli inquinanti Pm10, Monossido di carbonio, ossido e Biossido di Azoto emessi sia nella fase del cantiere che in quella di esercizio.

    Manca, viene evidenziato nella relazione, l’identificazione della popolazione residente nelle immediate vicinanze dell’opera e potenzialmente esposta, manca una descrizione dello stato di salute della popolazione in termini di mortalità per cause associabili agli agenti inquinanti, manca una valutazione dell’impatto sanitario attribuibile all’incremento delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera considerando anche gli effetti cumulativi che si hanno con la realtà circostante e, in ultimo, manca la valutazione di ciò che accadrebbe in caso di emergenza dell’impianto.

    Citando un’altra serie di inquinanti come anidridecarbonica, benzoapirene, composti organici volatiti, Arpa li definisce non trascurabili.

    Nessun accenno al monitoraggio prima e dopo l’opera, e nemmeno alla mitigazione delle opere, all’ipotesi zero cioè di non realizzarla affatto, e del perché Melendugno sia ritenuta la scelta ottimale.

    Non si capisce, pertanto, come mai ora il professor Assennato smentisca se stesso o la sua ex Agenzia. Ha la memoria corta? Oppure ci sfugge altro?

    Continuiamo a essere vicini alla battaglia portata avanti dal professor Serravezza per il bene della verità, di questo territorio e della salute dei salentini.
    Da oggi alle 13 l’oncologo ha ripreso lo sciopero della sete e porta avanti da 10 giorni il digiuno totale: è vergognoso il silenzio dei parlamentari salentini, così come ci lasciano basiti le dichiarazioni di un viceministro che dovrebbe rappresentare le istanze del proprio territorio, di ben 94 sindaci e di un’intera popolazione che a gran voce chiede di riaprire il confronto col Governo sull’approdo di Tap nella marina di Melendugno.

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