PER LECCE, GLI ARTISTI SONO MESSAGGERI DI CULTURA?

| 3 Ottobre 2017 | 0 Comments

di Paola Scialpi______ Un po’ di tempo fa,  parlando con un’amica che fa la gallerista a Parigi , rimasi letteralmente sconcertata quando mi raccontò che lo stato francese mette a disposizione degli artisti alcuni appartamenti a prezzi irrisori per consentire loro di lavorare in serenità. Superato lo sconcerto mi venne da sorridere anche se amaramente. Ho constatato negli anni, e sono tanti, che a Lecce non si accetta che se la città può progredire culturalmente, lo si deve agli artisti da sempre messaggeri di bellezza e non certo alle varie amministrazioni che spesso dimostrano di essere molto lontani dall’arte nonostante ciò che esibiscono.

Non è necessario andare a Parigi per vedere come sono trattati gli artisti: ho visto realtà molto simili anche a Milano.

Mancano alle nostre latitudini i luoghi che possono essere utilizzati, e, se ci sono, hanno un certo prezzo e vengono elargiti come se il favore lo facesse l’amministrazione all’ artista e non viceversa. Certo quello che ci sente dire è sempre la stessa cosa: mancano i fondi. Ma siamo portati a non credere visto che i luoghi ci sono, sono meravigliosi, sono restaurati e non vengono usati.

Il problema purtroppo è un’altro. Noi leccesi siamo barocchi nell’animo: vogliamo apparire forse anche meravigliare ma poi se si va oltre la facciata le conoscenze si sgretolano un po’ come la facciata di Santa Croce. Non si crede veramente e profondamente nell’arte anche se la nostra città ne è piena.

Negli assessorati alla cultura si sono susseguiti personaggi competenti amministrativamente, all’altezza senza ombra di dubbio, ma mai convinti e appassionati d’arte. Questo è sempre emerso perché hanno rivelato di ignorare realtà culturali di grande spessore che si muovono sul territorio da decenni. Certo forse si dovrebbero perdere parecchie ore per recarsi ai vari assessorati per esporre le proprie idee, i propri progetti. Quasi come se Renzo Piano dovesse presentarsi alle varie amministrazioni per chiedere di lavorare.

L’artista lavora produce e chi occupa un posto ai lavori pubblici dovrebbe essere in grado di conoscere tutte le realtà culturali del proprio territorio perché altrimenti cosa ancora più grave delega alcuni sedicenti critici d’arte che scelgono sulla base di propri interessi personali o proprie antipatie o simpatie.

Risultato complessivo? Come anche molti cervelli in fuga anche gli artisti prima poi scappano verso lidi migliori.

 

 

 

Category: Cronaca, Cultura

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