LECCECRONACHE / CON LA BANDA ALLA PROCESSIONE

| 2 Febbraio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo_______

Sto dietro alla banda. In processione, assieme ai tanti fedeli (pochi, molti, dipende… ma siamo tutti in fila dietro alla statua, e c’è il sindaco con gli assessori, ci sono le donne col rosario in mano e le candele accese, c’è insomma tutto il tradizionale corollario delle manifestazioni religiose che vogliono un procedere lento e solenne…).

Sto dietro alla banda e guardo con invidia, con simpatia, con ammirazione questi uomini in divisa che dominano strumenti stranissimi, spesso pesanti come questi qui dietro, avvolti dalle tube, dai corni o dalla grancassa. E mi chiedo come sia nata la scelta, avvenuta sicuramente da giovanissimi, di uno strumento così ingombrante mentre c’è chi soffia in un comodo clarino o addirittura in un flauto…

Il volto di questi suonatori (chiamateli maestri, per carità, neppure orchestrali va bene, ogni categoria ha le sue predilezioni…) è arcigno e stanco, c’è anche qualche ragazza, nella banda, stanno davanti e non sembrano trovarsi a disagio, anzi.

Il responsabile fa un cenno e ti aspetti che la musica finisca. No, i bandisti terminano il brano con calma e poi gli strumenti tacciono. Camminano ondeggiando, qualcuno sbircia il telefonino, guardano di sfuggita la gente che sta sui marciapiedi e le auto in fila, impazienti testimoni di un mondo così lontano dalla ‘banda’, dalle marce, dal ritmo che sanno dare i due briosi tamburini che paiono non volersi fermare mai…

Certo, questo dell’accompagnamento della processione è considerato un momento di minor impegno, rispetto al raduno concertistico sotto la tradizionale cassa armonica di legno che troneggia nelle feste patronali, proprio al centro delle manifestazioni. Ma seguire la banda, dietro la processione, è una scelta di puro piacere che gli appassionati non sanno negarsi.

Sto dietro la banda e il capo fa un cenno, parte il motivo ritmato, ecco che si sbuca nel piazzale principale, dove si schierano tutti i musicanti per il momento clou, ovvero l’arrivo nel luogo della benedizione e del festeggiamento.

Gran finale dei maestri, con crescendo e conclusione strappa applausi. La processione è finita, anche i bandisti si disperdono, a visitare le bancarelle, a comprare pittule e panini, a telefonare concitatamente a fidanzate, genitori, amici…

Le ragazze con gli strumenti fanno capannello a parte, parlano fitto fitto, la folla si raduna davanti al simulacro del Santo…

Poi, un colpo di grancassa e tutti i bandisti si radunano, come per incanto. Un gesto del responsabile e parte ancora la musica, in attesa dei fuochi artificiali…

Sto in disparte, ascolto la banda.

Ne approfitto con piacere temendo che, prima o poi, anche questa antica, piacevole presenza venga inghiottita dal disinteresse e dalla modernità impellente…

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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