“Un boccone amaro dopo l’altro”, ED ENRICO GIURANNO DICE ‘MA BASTA!’ CON IL MOVIMENTO 5 STELLE, E LASCIA PURE IL CONSIGLIO COMUNALE DI CASARANO

| 19 Febbraio 2019 | 0 Comments

(g.p.)______Che tristezza! Come sono sempre tristi gli addii, come è sempre triste la fine delle illusioni, i film alla ‘come eravamo’. Non c’è bisogno poi di essere Jacopo Ortis, per poter parlare di rivoluzione tradita.

Non c’è bisogno nemmeno di aver letto la poesia di Martha Medeiros per dire ad un certo punto, “ma basta!”, per non voler morire lentamente, altrimenti.

Basta aver condiviso, dalle origini, il destino in comune che ha unito tante intelligenze e tante sensibilità negli ultimi anni, magari provenienti da direzioni opposte, eppure unitesi in un abbraccio solidale, sotto un cielo a cinque stelle, che illuminava scenari di partecipazione, di solidarietà, pace, ambiente, giustizia sociale.

Che tristezza!

In pochi mesi, poco più di un anno, non sono cambiati loro: è cambiato e tanto e profondamente e in tutto e in peggio il Movimento 5 Stelle.

Non ci sono più stelle, è rimasto solamente un cielo buio, diventato ormai un buco nero.

In tanti, uno alla volta, hanno smesso di fare militanza, non si sono più iscritti, hanno polemizzato – e che tristezza maggiore! – e oramai non hanno più voglia neanche di quello.

Gli eletti, i portavoce, come si chiamavano un tempo e che ora si chiamano onorevoli e consiglieri, come tutti gli altri, sono rimasti, sì, e ognuno di loro farà i conti con la propria coscienza, e dovrà rendere conto prima o poi dei voti presi per quello che poi non han fatto.

Quasi tutti.

In questo Sud del Sud dei Santi che è il nostro Salento, e che aveva regalato al Movimento di Beppe Grillo, già diventato il partito di Luigi Di Maio, percentuali bulgare, i due rappresentanti nel consiglio comunale di Taranto hanno già detto basta.

Ieri, è stata la volta del rappresentante nel comune di Casarano.

Enrico Giuranno (al centro della prima fila, quinto da destra, nella nostra foto di archivio di cinque anni fa, alla ‘come eravamo’, durante una manifestazione a Bari) , 34 anni,  laurea in lettere e filosofia, insegnante di comunicazione e sviluppo sostenibile, in passato per quasi due anni educatore fra i villaggi sperduti dell’ Albania al servizio degli emarginati, degli ultimi, degli esclusi, si è dimesso dal consiglio comunale, in aperta nemmeno polemica, in aperta sofferenza, in aperta tristezza, vorrei dire, con il Movimento 5 Stelle, in cui era stato eletto dopo anni di militanza un anno e mezzo fa.

Anni di militanza, di fatica, studio, energie sottratte alla famiglia, agli affetti, agli interessi economici, la passione e l’idea, la difesa del suolo, del territorio, la protesta e la proposta, “Non siamo un partito, siamo partecipazione, siamo cittadini che vogliono impegnarsi”, diceva, come faceva lui, per la sua amatissima Casarano. “Sempre meno attivisti, e sempre più yes men”, dice ora.

Una notte, non mi ricordo nemmeno più se fosse estate o inverno, di boh? quattro, cinque anni fa, mi ero perso a Casarano, dove ero andato per uno spettacolo teatrale e vagando in auto per le stradine del centro, in cerca della via per Lecce,  me lo ritrovai, passata mezzanotte, di lato, con la bandiera del Movimento piegata sulle spalle, e mi fermai pochi secondi, per non bloccare il traffico dietro di me, giusto il tempo di salutarci, giusto il tempo di dirmi: “Abbiamo aperto la nostra sede. Oh dovranno fare le elezioni anche qui, e noi cambieremo Casarano!”.  A mezzanotte, davanti l’ingresso della sede, con la bandiera a cinque stelle in mano.

 

Le dimissioni, le ha date ieri con un post sul proprio diario Facebook di grande dignità, quanto sofferta pacatezza, che merita non solamente di essere letto, ma di essere conservato come testimonianza storica, di valore non localistico, ma generale, anche perchè poi la Storia siamo noi, e noi, nel nostro quotidiano, la facciamo, a volte con entusiasmo, a volte con infinita tristezza.

Eccolo, qui di seguito, integralmente:

“Sono entrato nel Movimento dopo una esperienza prolungata di volontariato missionario all’estero e l’ho vissuto come un ideale proseguimento di quell’impegno.
Mi sono innamorato di un metodo, di poche regole chiare e inderogabili. Regole che sapevo essere temporanee, ma necessarie in questo momento storico nel nostro Paese.
Non ho seguito leaders carismatici, punti di riferimento o esponenti locali o nazionali. Ho seguito un metodo, delle regole rivoluzionarie che non potevano fallire.
In questo percorso ho incontrato tante persone, alcune di queste le ho stimate, qualcuna la stimo ancora, di queste solo poche sono rimaste nel movimento, non senza difficoltà.
Da almeno un anno a questa parte ho avvertito che quelle regole e quel metodo, che mi avevano conquistato, erano stati traditi, le scelte della base erano state palesemente pilotate.
Da allora un boccone amaro dopo l’altro, senza elencarli tutti, ma solo per spiegarmi meglio, ricordo la scellerata decisione sul TAP fondata su fantomatiche penali di cui ancora non si capisce l’entità o il cambio di linea su affaire Xylella ed eradicazioni: cambiamenti decisi senza condivisione, anzi contro le indicazioni della base.
Da tempo nessuna questione importante è stata sottoposta alla decisione degli attivisti (sempre meno attivisti e sempre più yesman) fino alla ridicola consultazione di oggi in cui siamo chiamati a ratificare ancora una volta accordi politici già presi, contrari ai principi del Movimento.
Ho rinviato a lungo questa decisione nella vana speranza di poter cambiare in qualche modo le cose dall’interno, per continuare a lavorare per la mia Città e soprattutto per lealtà nei confronti del gruppo di Casarano e dei tanti cittadini che mi hanno permesso di sedere in Consiglio comunale.
Da tempo ho perso le speranze di poter cambiare le cose in un movimento che per inseguire consensi ha dimenticato la base e i suoi principi.
Se qualcosa di buono ho potuto fare in questo tempo per Casarano, lo devo solo ed esclusivamente al lavoro di squadra e per questo non temo di lasciare il posto ad una persona che saprà far meglio continuando a mettere insieme competenze e sensibilità differenti di un gruppo bellissimo, composto da persone strane, ma belle e generose, che sono i miei amici di Casarano 5 Stelle.
Dopo anni, in cui sono stato persona di parte, con piacere, finalmente, guardo a Casarano tutta intera e le auguro il mio più sentito in bocca al lupo, perché sappia vincere le fratture e riesca a liberarsi dalle logiche clientelari che l’hanno portata dov’è ora. Io ci ho provato, ho fatto la mia parte.

Non mi interessa stare in Consiglio ad ogni costo: a farlo onestamente e secondo coscienza si lavora tanto, si guadagna niente e si racimolano anche beghe legali che nessuno risolverà con un click su Rousseau.
Se qualcosa di buono potrò continuare a fare in altri ambiti, non mi tirerò indietro, perché Casarano la porto nel cuore”.

Category: Cronaca, Politica

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