IL LECCE / LA PARTITA / GIALLOROSSI INGUARDABILI

| 26 Gennaio 2020 | 0 Comments

(Rdl)_____Hellas per confermarsi tranquilla e anzi diventare rivelazione, il Lecce per fare punti salvezza. Al Bentegodi (nella foto) giornata fresca, ma non fredda, buona cornice di pubblico, quindicimila spettatori, dei quali in più di mille e cinquecento i tifosi giallorossi, nonostante difficoltà logistiche e divieti, come sempre splendidi.

Contrariamente a quanto preannunciato, probabilmente solo per pretattica, Liverani schiera il modulo trovato domenica scorsa, confermato il 5-3-2, con il ritorno del contestato Tachtsidis e forzatamente Lapadula e Babacar di punta, perdurando le assenze di Farias e Calderoni, ed essendosi aggiunta anche quella di Petriccione.

Hellas Verona: Silvestri, Pinto, Faraoni, Di Carmine (73’Pazzini), Rrhamani, Verre (49′ Borini), Kumbulla, Dawidowicz, Pessina, Amrabat (88′ Badu), Lazovic.

A disposizione: Berardi, Radunovic, Vitale, Badu, Stepinski, Pazzini, Bocchetti, Borini, Jocic, Gunter, Empereur, Adjapong.

Allenatore: Juric

Lecce: Gabriel (28′ Vigorito), Lucioni (43′ Majer), Donati, Mancosu, Lapadula, Rossettini, Deiola, Rispoli, Babacar (69′ Meccariello), Dell’Orco, Tachtsidis. A disposizione: Vigorito, Chironi, Vera, Falco, Shakhov, Meccariello, Colella, Rimoli, Majer.

Allenatore: Liverani

Arbitro: Rosario Abisso di Palermo.

 

Il Verona cerca di fare la partita, ma il Lecce sembra attento e poi ha sui piedi di Lapadula la prima, grande, occasione, su errore della difesa avversaria: la punta si ritrova solo davanti al portiere, lo dribbla, batte a colpo sicuro, ma deve assistere ad un salvataggio in extremis di un difensore prima che la palla entri in porta.

Però segna il Verona: minuto 20, calcio d’angolo, di testa Dawidowicz insacca in maniera risolutiva svettando su tutti.

La reazione del Lecce è tutta in un calcio d’angolo senza costrutto.

Poi si fa male Gabriel, sostituito in porta da Vigorito, ma il Lecce non riesce a essere pericoloso, e così, un copione visto altre volte, subisce, regolarmente, il raddoppio degli avversari lasciati indisturbati e tranquilli a fare il proprio gioco e quindi a dominare.

Minuto 34, Lazovic fa un cross invitante, deviato in rete di testa in maniera imparabile da Pessina.

La seconda presunta reazione del Lecce e tutta in un’azione personale di Babacar, isolato e velleitario.

Liverani cerca di cambiare qualcosa, inserendo Majer al posto di Lucioni, e, dopo un tiro di Lapadula che finisce fuori, mentre meritava miglior fortuna, proprio il nuovo entrato fa un altro tiro degno di miglior fortuna, un sinistro di collo pieno che scheggia la traversa a portiere battuto.

Però, siamo sempre là, leggeri o pesanti, evanescenti o concreti, per una ragione o per l’altra i Giallorossi segnano poco, e subiscono molto.

Tutto sottratto, il 2 a 0 con cui si chiude il primo tempo dopo tre minuti di recupero, per i padroni di casa, dimostratisi concreti, lucidi e determinati, non fa una grinza.

Va bene gli infortunati, però non si capisce perché continuino a essere infortunati, e anzi gli infortuni continuano; e ancora meno perché la squadra appaia oramai troppo spesso sottotono, incapace di incidere, senza grinta, a lunghi tratti sostanzialmente ininfluente: l’ultima bella prova, dopo tanto tempo e una serie choc, con l’Inter al Via del Mare di domenica scorsa, aveva fatto evidentemente soltanto illudere.

Non si capisce nemmeno questo calcio mercato di gennaio, dopo che non si era capito quello estivo: la squadra  che doveva essere rinforzata, non è stata rinforzata, anzi appare indebolita.

 

Verranno tempi migliori?

Certo, il Lecce si deve salvare a maggio, mica a gennaio.

Però al termine del girone d’andata ha fatto solo 15 punti, per quella che dagli esperti viene considerata la quota sicurezza, 40, ne mancano 25, quindi nel girone di ritorno ne dovrebbe fare 10 in più; dopo quello guadagnato con l’Inter oggi c’era l’occasione per migliorarsi, stante la sconfitta subita in casa all’andata, e invece niente, il Verona fa bottino pieno.

Pensieri insomma di delusione e di tristezza, quando si ritorna in campo per il secondo tempo, per un Lecce che cerca poi di riaprire la partita, senza riuscirci: anzi sono di nuovo più pericolosi gli avversari, non solo, ma fanno un possesso palla migliore.

E poi ancora il Lecce fa poco e niente, una partita segnata.

Andamento lento, il giro palla dei padroni di casa vanifica ogni velleità degli ospiti.

Poi ancora, al 68′, Dell’Orco fa un altro brutto fallo, becca il secondo cartellino giallo e viene espulso.

Terzo e ultimo cambio, conseguenziale, di Liverani, con un difensore Meccariello, al posto di un attaccante, un Babacar di nuovo inguardabile, oramai ci siamo abituati, anzi pure rassegnati.

Passano i minuti, il Lecce, pure in inferiorità numerica, fa fatica a costruire, il Verona controlla agevolmente e aspetta, senza magari nemmeno farlo, per affondare.

Una partita segnata, una partita finita ben prima dei minuti finali, che infatti, non a caso, confermano e sottolineano.

Rigore, giusto, per il Verona, trasformato da Pazzini, al minuto 88, e così finisce con un 3 a 0 subito dal Lecce di amarezza, tristezza e delusione.

C’è ancora il tempo, però, per un altro infortunio, nei recupero, Tachtsidis si fa male seriamente, ed esce fra le lacrime.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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