LA RIFLESSIONE / LA PIAGA SOCIALE DEL BULLISMO

| 26 Aprile 2021 | 1 Comment

di Mario Contino_______

Il bullismo è una piaga sociale diffusa in tutta Italia, figlia dell’arroganza e della prepotenza che dilagano in una società ormai povera di veri valori morali e sempre più vittima della non-cultura.
Con l’evoluzione delle dinamiche sociali, questo fenomeno, che un tempo era circoscritto all’ambiente scolastico o militare (nel quale prendeva il nome di nonnismo), si è diffuso nei vari ambienti ove i più giovani si aggregano: parchi, piazze, bar, pub ed altri locali pubblici nei pressi dei quali si ritrovano le varie “comitive”.

Il termine bullismo indica una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, che più essere di natura fisica o psicologica ed è ripetuto nel corso del tempo.
Di fatto è possibile parlare di vere e proprie vessazioni ai danni di persone percepite come più deboli dal soggetto o dai soggetti che si rendono responsabili delle aggressioni.

Nella letteratura scientifica di carattere sociologico e psicologico, si si distinguono due tipologie di bullismo: bullismo diretto e bullismo indiretto.
Il primo è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo (solitamente consiste in violenze fisiche e/o verbali), mentre il bullismo indiretto tende a colpire le relazioni sociali della vittima, mirando alla sua emarginazione (ad esempio mettendo la vittima in cattiva luce negli ambienti ove si esplicita la sua socialità).

 

Il Problema è molto diffuso in Puglia e nel Salento, tanto è vero che le agenzie investigative hanno da tempo predisposto servizi a tutela delle vittime del bullismo.
L’investigatore privato operante in Puglia al quale ci siamo rivolti, della Iuris Investigazioni con sede a Trani, ci ha riferito che la problematica colpisce molti più adolescenti di quanto si possa pensare e in egual misura uomini e donne.
Ci riferisce l’investigatore privato:

“Il bullismo è ben radicato in tutto il territorio pugliese, non solo nel Salento o in una specifica provincia. I ragazzi oggi tendono a seguire i cattivi esempi proposti dal mondo cinematografico e televisivo, lo sforzo istituzionale per invertire questa rotta è notevole soprattutto in ambito scolastico ma evidentemente ancora insufficiente. Le vittime dei bulli sono tante, ragazzi che si isolano e spesso soffrono in silenzio per paura o vergogna, incapaci di reagire e denunciare le vessazioni subite. Purtroppo il bullismo e il cyberbullismo sono spesso alla base di tragedie che tutti noi ben conosciamo, suicidi di giovani innocenti. Intervenire tempestivamente è indispensabile non solo per porre fine alle sofferenze della vittima ma anche per evitare che il bullo aggravi la sua posizione giudiziaria in maniera irrimediabile, rovinandosi letteralmente la vita

 

Secondo uno studio pubblicato su “bari.epubblica.it” nel 2019, il 29% degli adolescenti pugliesi si è dichiarato vittima di episodi di bullismo, il 73% ha affermato di aver assistito ad un’aggressione ai danni di una povera vittima e il 65% di aver cercato di difendere quest’ultima a suo stesso rischio.
Si tratta si numeri allarmanti e in continua crescita.

Soli pochi giorni fA il Pubblico Ministero Simona Filoni della Procura dei Minori del Tribunale di Lecce ha chiuso le indagini su un caso accertato di bullismo perpetrato nel basso Salento, uno dei tanti, in cui un ragazzo sarebbe stato preso di mira nei primi mesi del 2020 da ben sette coetanei, vessazioni che avrebbero spinto la vittima ad abbandonare gli studi.

L’invito che rivolgiamo alle istituzioni e alle famiglie al fine di arginare questi spiacevoli episodi è sempre lo stesso: promuovere con ogni mezzo la cultura del rispetto e della legalità.

 

Category: Costume e società, Cronaca

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Comments (1)

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  1. Franco De Pandis ha detto:

    Il bullismo è sempre esistito e anche in passato era presente nei diversi contesti sociali. Solo che una volta quando qualcuno veniva preso di mira a difesa della vittima interveniva prima la famiglia e poi coloro che avevano compiti istituzionali, inoltre si insegnava al ragazzo che era più timido o meno dotato fisicamente o che era costretto a confrontarsi con un branco a dotarsi delle armi necessarie a difendersi.

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