LA #FelicissimaSera DI PIO E AMEDEO CHE CON IL SUCCESSO DEL LORO PROGRAMMA TELEVISIVO SU CANALE 5 HANNO SDOGANATO LA SATIRA ‘SCORRETTA’

| 3 Maggio 2021 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Mi ha sorpreso quello che la mitologia ci racconta, applicando però ciò che oggi si potrebbe chiamare ‘politically correct’: allora, pare che Ulisse avesse avuto un figlio da Circe. Costui, dal nome esplicativo di Telegono, andato alla ricerca del padre, ad Itaca s’imbatte casualmente in Ulisse. I due, senza riconoscersi, vengono a duello e Telegono uccide Ulisse. Poi, scoperta la disgrazia, prende con sé Telemaco e Penelope e torna da Circe. E qui, le cronache (mitologiche) riferiscono che Circe impalma Telemaco e Telegono sposa… Penelope.

 

Ora, se diffusa, questa versione screditerebbe e annullerebbe tutto quello che si è detto di positivo sugli eroi dell’Odissea, soprattutto su Penelope…

Perché sto a raccontare questo? Perché quella idea del ‘politically correct’ c’è sempre stata, in ogni tempo. E il bello è che si sono sempre prese in considerazione le parole, le espressioni, piuttosto che i fatti.

L’uomo e, di contro, la giustizia umana, bada alla forma, mai alla sostanza. E questo lo vediamo ogni giorno: se un politico è appellato come ‘ladro’, l’interessato non si curerà di dimostrare che non ha rubato nulla. Piuttosto, adirà le vie legali perché nessuno, ma proprio nessuno, può permettersi di chiamarlo ladro…

 

Poi, meno male, c’è la satira. Se vi capita, leggete qualche ‘epigramma’ di Marziale. Ce ne sono di gustosissimi dove, in bello stile latino, non si lesinano vituperi e circostanziate descrizioni di  ciò che, anche a quei tempi, era motivo di derisione, o di offesa. Offese che dimostrano la pochezza di chi le pronuncia, ma che sono le più immediate risposte per far capire ad un antagonista che non lo possiamo proprio vedere: e allora, se è basso di statura, diventa ‘nano’ (vi ricordate le motivazioni messe in musica da De Andrè?); se ha la pelle scura, è ‘negro’ con aggiunte ad libitum; se è spilorcio, eredita la tradizione giudea e se adombra un pizzico di femminilità nel suo essere, nessuno gli toglie l’appellativo che tanto fa infuriare  Vladimir Luxuria e tutte le associazioni del settore.

Ora, per carità, hanno ragione ‘loro’: certe parole non si dicono, moderiamo i termini e vestiamoci di quella ipocrisia condannata anche da Gesù Cristo, che si rivolgeva ai ‘sepolcri imbiancati’…  Ma, dietro le parole, c’è una forma mentis che non cambia assolutamente.

Se io dico ‘persona di colore’ e penso ‘sporco negro’, mi dite che differenza c’è?

C’è, soprattutto se sei in Televisione e ti rivolgi ad un pubblico eterogeneo, dove devi cercare di dire la Verità, senza offendere nessuno.

Ci hanno provato Pio ed Amedeo, con un soliloquio che ha destato polemiche e prese di posizioni, addirittura esagerate, visto che siamo davanti ad un programma realizzato da due bravi comici pugliesi, che sono l’espressione di quell’umorismo attuale che è ancora permeato di quel ‘politically correct’ che serve da passaporto per tutte le reti.

Censura? In un certo senso, sì. Ma la metteremmo sul piano del buon senso e della ‘oppotunità’. Chiedendoci, ad esempio, se non sia più efficace estrinsecare le proprie idee attraverso sketch e mini sceneggiati, piuttosto che con arringhe che finiscono per diventare – sempre – controproducenti.

Con la satira, l’ironia e il sorriso, si può ottenere tutto. Quasi tutto.  Mai, dico mai, tentare di esporre chiaramente le proprie idee, in TV. Ci sarà sempre un’associazione, un sindacato, un gruppo di indignati ascoltatori che si opporrà…

Con uno sketch, è molto più difficile, credetemi.

E allora, i monologhi lasciamoli a Benigni che legge e interpreta Dante…

E poi, scusate, ricordo Zalone che è maestro di ‘politically correct’. A proposito dell’onorevole Brunetta, così sintetizzò: ‘Evviva Brunetta, persona come si deve,/Evviva tutti e sette, evviva Biancaneve!’

Vedete? Se lo avesse detto in altro modo, apriti cielo. E invece, nessuno ha protestato, neanche lui.

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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