SFRATTATO DAL COMUNE IL MERCATINO ETNICO

| 16 Giugno 2021 | 1 Comment

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Adriana Poli Bortone, consigliere comunale della Fiamma Tricolore, ci manda il seguente comunicato______

MERCATO ETNIE A LECCE. SFRATTO AFFIDATO AL DIRIGENTE. AMMINISTRAZIONE CINICA

Saremo accanto a queste famiglie, annuncia il consigliere Poli Bortone

L’amministrazione comunale sedicente progressista, solidale, protesa a tutelare immigrati e deboli, sbatte fuori dal mercato delle etnie tante famiglie di immigrati nella nostra città che da domani non sapranno come sfamare i propri figli.

L’amministrazione comunale tentando maldestramente di non assumersi responsabilità politiche, invece di porre rimedio ad una sua ingiustificabile carenza nel non aver provveduto da oltre 4 anni a regolarizzare il rapporto col consorzio di gestione del mercato mediante un contratto, affida all’ordinanza di un dirigente uno sfratto che dimostra ancora una volta quanta poca attenzione l’amministrazione Salvemini ponga al delicato tema dell’integrazione e al dovere di evitare conflitti e situazioni di disagio economici proprio  a chi appartiene alle fasce più deboli e più vulnerabili della popolazioni.

Quel mercato fu da me ideato per dare dignità e lavoro agli immigrati della nostra città con genuino spirito di accoglienza con l’intento di valorizzare prodotti e cultura di altre parti del mondo.  Una sensibilità ed un atteggiamento culturale di cui questa amministrazione evidentemente non è dotata.

Le parole accoglienza, integrazione, solidarietà, ausilio nell’affrontare problematiche reali di integrazione, dobbiamo constatare ancora una volta che sono state solo vuote, quanto retoriche enunciazioni fatte in campagna elettorale. La realtà è molto più cruda e si evidenzia attraverso atti che nulla hanno a che vedere con la volontà di far sentire a proprio agio gente costretta ad abbandonare la propria terra. Siamo e saremo accanto a queste famiglie alle quali non dobbiamo chiedere nulla se non scusa per il cinismo con cui sono attualmente trattate. Ma a Lecce non siamo tutti così.

Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Comments (1)

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  1. Adriana Poli Bortone, Msi Fiamma Tricolore - tramite mail ha detto:

    Cacciare tutti. Tutti sul lastrico. Cacciamo il consorzio di immigrati dal mercato delle etnie.
    I verbi integrare, partecipare, accogliere, sono stati coniugati da Salvemini solo in campagna elettorale. Oggi lui e la sua maggioranza compatta, coniugando altri verbi: cacciare, buttare per strada, far perdere il lavoro, creare disparità di trattamento. Cacciare le associazioni da piazzetta Balsamo, cacciare il custode dalla villa comunale, cacciare gli immigrati dal mercatino delle etnie. Hanno provato persino a cacciare i balneari.

    E’ questo il comportamento “solidale” del sindaco Salvemini che probabilmente non si è accorto che la crisi e la pandemia hanno messo in ginocchio l’economia e danneggiato soprattutto i più deboli. La vicenda della epurazione dal mercato delle etnie è emblematica di un sentire molto, ma molto lontano, da accoglienza, integrazione, solidarietà, attenzione ai deboli. Sensibilità sociale pari a zero. Un’ordinanza di sgombero con contestuale, immediato, divieto di ogni ulteriore attività è un provvedimento degno di regimi autoritari che in un’Italia del terzo millennio non dovrebbero trovare spazio.

    Da un giorno all’latro 30 famiglie sono state buttate sul lastrico per un diktat di un sindaco che in campagna elettorale si era mostrato con la veste dell’integrazione e dell’accoglienza. Una amministrazione che come cultura politica dice di ispirarsi al valore della parità di diritti, determina invece una disparità di trattamento tra un consorzio di 30 immigrati che hanno lavorato e mantenuto degnamente una struttura comunale e altri 5 assegnatari di box, nella stessa struttura che continuano a mantenere il privilegio dell’assegnazione del posto per 12 anni, pur non avendo almeno, in 4, esercitato alcuna attività.

    Ma c’è di più. Diciamo chiaramente. Perché il sindaco dal 2017 in poi non ha mai risposto alla richiesta di regolarizzazione del contratto da parte del consorzio? Perché gli uffici dal 2017 in poi, non si sono mai mossi? A fronte della diligenza e della insistenza da parte del consorzio nel voler mettere un punto fermo in una posizione non definita, c’è stato il rifiuto, la negazione del dialogo, della conciliazione, della volontà di venire incontro ad un gruppo di immigrati che con senso civico e rispetto nei riguardi della città, rifiutando l’illegalità del commercio abusivo, lungo viali e strade della nostra Lecce, ha inteso svolgere il suo lavoro in una struttura vocata alla valorizzazione dei suoi prodotti.

    Gli spazi per intervenire ci sono ancora, evitando dei conteziosi sgradevoli. C’è uno spazio morale, quello della solidarietà, nei riguardi di chi si vuole sentire non ospite, ma cittadino leccese. E’ cerca uno spazio di concretezza amministrativa: la regolarizzazione di un contratto a sanatoria di una inadempienza dell’amministrazione comunale, che o per sciatteria o per volontà politica, sta creando non lavoro, ma povertà. Pensate che sarebbe accaduto se il centrodestra si fosse comportato in questo modo.

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