DURISSIMA PRESA DI POSIZIONE DEL MOVIMENTO 24 AGOSTO PER L’EQUITA’ TERRITORIALE SULL’EX ILVA E IL FUTURO DI TARANTO: “I responsabili del dramma sono i partiti nazionali. A loro nemmeno più un solo voto”

| 25 Giugno 2021 | 0 Comments

(Rdl)______Il ricorso presentato dal sindaco di Taranto, respinto dal Consiglio di Stato, era giuridicamente debole e tecnicamente mal formulato. I responsabili del dramma di Taranto sono i partiti nazionali. I cittadini non diano più il loro voto a questi partiti. Il futuro non sta nell’acciaio, sta nel commercio, nel turismo e nella cultura. Lo Stato e la Regione Puglia fanno opera di sabotaggio e di paralisi delle comparti economici alternativi e delle attività ecosostenibili.

Sono questi i concetti principali della durissima presa di posizione di questa mattina del Movimento politico 24 Agosto per l’Equità Territoriale, firmata dal referente regionale  per la Puglia Crocifisso Aloisi e dal referente provinciale per Taranto Giuseppe Capobianco.

Qui di seguito il testo integrale del comunicato (nella foto dell’ archivio di leccecronaca.it, la visita  a Taranto del 20 ottobre 2020 dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano) ______

 

Il Movimento politico 24 Agosto per l’Equità Territoriale esprime profonda amarezza e per gli ultimi sviluppi sulla vertenza ILVA che, ancora una volta, stanno caratterizzando e penalizzando unicamente la provincia ionica.

Per quanto l’ultima recente sentenza del Consiglio di Stato appaia apparentemente avversa alle reali necessità ed aspettative della comunità locale, non può essere negato il particolare che, ancor prima della sua pubblicazione, diversi esperti in materia forense si fossero già espressi sulla criticità del ricorso del Comune di Taranto, il quale non si è richiamato unicamente al principio di precauzione, indebolendone di conseguenza il presupposto primario ed il suo impianto generale.
Comprendiamo e siamo solidali con la cittadinanza che aveva riposto grandi aspettative in quel procedimento che, tuttavia, non aveva possibilità di essere accolto.

Ma anche questo scontato epilogo ci spinge a ricordare che, in presenza di un numero così elevato di deroghe e di decreti salva ILVA,  la natura del problema è da sempre e palesemente politica nazionale e non giuridica e che, pertanto, non potranno essere i ricorsi agli organi di giustizia nazionali oppure europei a porre fine alle attività pesanti ed inquinanti che attanagliano da decenni il capoluogo ionico.

Per porre le basi di una risoluzione concreta al problema è invece necessario che la cittadinanza acquisisca consapevolezza che i primi e veri responsabili della tragedia infinita di Taranto sono i partiti nazionali. Sono loro infatti, nel corso della alternanza governativa, a stabilire puntualmente e senza colpo ferire che le altre città italiane del nord debbano ricevere fondi per le infrastrutture trasportistiche e Taranto solo per l’ILVA; sono i partiti a decidere che le nuove fabbriche di prodotti per l’energia verde debbano essere costruite solo al nord e non a Taranto; sono infine e ancora una volta i partiti nazionali quelli sempre concordi nel sostenere con  la spesa di svariati miliardi di euro i porti di Genova e di Trieste, al fine di proseguire tutte le remunerative attività della Via della Seta cinese e di garantire così il lavoro a decine di migliaia di unità, senza considerazione alcuna per i porti come quelli di Taranto, di Gioia Tauro o di Palermo.

La verità è che i partiti nazionali hanno deciso di far crescere una intera nazione a scapito unicamente della città di Taranto e delle altre città del Sud, utilizzate solo come discariche o centri del lavoro sporco.

Il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, in merito alla sicurezza ambientale e alla politica industriale italiana e con particolare riferimento alle sorti dell’acciaieria di Taranto, sostiene con forza che nemmeno un altro euro debba essere speso per rigenerare i vecchi impianti pesanti ed inquinanti, oppure per costruirne di nuovi, accanto ai centri urbani.

Taranto merita di essere riconosciuta e risarcita per il suo enorme ed ingiustificato sacrificio e, al fine di contrastare la insopportabile e continua aggressione ai suoi interessi e alla sua salute, è essenziale che la  cittadinanza  non creda più e non ceda più alle lusinghe e alle false e strumentali narrazioni concepite nelle chiuse stanze delle segreterie nazionali del nord appositamente per alimentare “a ciclo integrale” il triste e vile ricatto occupazionale di cui tutti sono a conoscenza.

ll futuro ed i posti di lavoro per decine di migliaia di cittadini della provincia non sono nell’acciaieria e nella raffineria ma, più realisticamente e coerentemente nella  storia, nella geografia e nella vera vocazione della antica e nobile città perla della Magna Grecia, nel commercio e nella industria della logistica e dei trasporti, la quale vedrebbe Taranto prima e concorrenziale città del Sud e del Mediterraneo se solo le sotterranee e strumentali attività di sabotaggio e di paralisi dei comparti industriali alternativi ed  ecosostenibili, ad opera dello Stato e della Regione Puglia, venissero a cessare.

Per liberare l’intera area dai veleni non solo ambientali, ma anche politici e sociali, alle categorie più danneggiate e alla cittadinanza tutta viene rivolto l’accorato appello a non concedere mai più voti ai soggetti politici, o ai loro sostenitori di qualsiasi altra natura, che dovessero continuare a difendere la logica e le ragioni di una industria dell’acciaio in esercizio accanto al centro urbano di questa splendida città del Mediterraneo meritevole di un riscatto e di un futuro differente.______

LA RICERCA nei nostri articoli di ieri e dell’altro ieri

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TARANTO, IL GIORNO DOPO LA SENTENZA

Category: Cronaca, Politica

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