COME ERAVAMO / LIBRI A META’ PREZZO

| 10 Novembre 2022 | 1 Comment

di Raffaele Polo  ______

A  Lecce c’erano due rivenditori di libri usati, anzi tre.

Il primo era nei pressi dell’Anfiteatro, vicino alla Banca d’Italia. Lì c’era l’Upim e, proprio di fronte all’entrata secondaria, sorgeva un’edicola di legno, dove acquistammo, a metà prezzo, un po’ tutti i tascabili che, a quei tempi, al costo di 350 lire, ci offrivano un economico e piacevole excursus nella letteratura mondiale.

Più economici di quelli, c’erano i libretti della BUR, partivano da settanta, poi cento lire e li acquistavamo alla Casa del Libro, in via Federico D’Aragona, assieme alle buste di francobolli da collezione che erano in uno scatolone, mischiate a vecchi album che contenevano francobolli rari il cui costo oscillava dalle 5 alle 20 lire cadauno. Per i filatelici, c’era anche il simpatico gestore, gentilissimo ma estremamente pignolo che aveva il suo ordinatissimo negozio vicino all’Arco di Prato. E sul corso Vittorio Emanuele, faceva bella mostra una minuscola vetrina che esponeva serie coloratissime di francobolli in vendita.

Per tornare ai libri usati, dopo il rivenditore dell’Upim, sorse, a ridosso delle mura del Castello di Carlo V, proprio vicino all’ingresso e affianco ad una edicola che vendeva pane, quella che, ancora oggi, è la rivendita di ‘usato’ più fornita, spostata vicino alle Poste centrali che non ci sono più, ma il ricordo c’è e rimane.

Infine, imboccata porta Rudiae e procedendo verso il Vescovado, in via Libertini, nei pressi di Guido che vendeva le biciclette, ecco il negozio di Cazzato, che aveva iniziato con un carretto fuori dalla Porta, ma si era poi spostato in quella minuscola sede dove, per anni, ha gestito libri usati e Remainder’s. A proposito di questi ultimi, un negozio moderno e ben sistemato sorse in una traversa di via Trinchese. Ma non durò molto, non vendeva giornalini e fotoromanzi sexy ed era giocoforza che chiudesse…

Leggevamo tanto, tantissimo. Ma il costo dei libri a prezzo intero, ci faceva evitare l’acquisto in libreria. Pure, il signor Santoro di ‘Mondadori’ ci vedeva spesso, non fosse altro che per scrutare le copertine e le sinossi degli ultimi arrivi. Anche ‘Porci con le ali’ che suscitò un (ingiustificato) clamore, lo reperimmo sulla bancarella, a metà prezzo: bastava aver pazienza e tutto passava, da lì, per la nostra fame di lettori.

I libri per la scuola erano ricercati, da settembre, soprattutto da Benito, edicola di Porta Rudiae che, negli anni successivi, diventò un costante punto di riferimento anche perché i ragazzi esponevano i libri di scuola usati, mettendosi sui marciapiedi di via Manifattura Tabacchi e poi, tutto attorno al mercatino. Che altro? Per gli amanti dei libri antichi, era obbligatoria la sosta da Osvaldo, Osvaldo Lorio, che aveva il suo regno a ridosso delle Giravolte. Ma anche Carla Bertini, nel suo splendido negozio dietro al Duomo, ne aveva di belli. Oggi, quel luogo, ottimamente restaurato, è sede della Fondazione Palmieri. Ma, quando vi entriamo, ci sembra ancora di sentire la voce della proprietaria che, dallo studio di destra, al suono del campanello, con inconfondibile accento lucchese, ci chiedeva chi fossimo…

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Ai tempi della scuola superiore, ricordo ancora Benito, di fronte Porta Rudiae, un punto di riferimento per noi studenti liceali, dove si potevano acquistare a minor prezzo quei libri che occorrevano, ma bisognava andarci per tempo oppure c’erano i ragazzi già maturati che si sbarazzavano volentieri di quei testi ormai inutili. Ogni cosa racconta quel nostro passato…!

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