COME ERAVAMO / I COMIZI IN PIAZZA SANT’ORONZO

| 8 Dicembre 2022 | 0 Comments

di Raffaele Polo _______

Sembra ieri che vedevamo la piazza sant’Oronzo gremita di persone che si affollavano per ascoltare il comizio, pubblicizzato da giorni, del leader nazionale che si spingeva fino a Lecce, in periodo di elezioni, per aprire o, più spesso, chiudere la campagna elettorale.

Se c’era Almirante, poi, non c’erano solo i potenziali elettori, ma un po’ tutti i salentini rendevano omaggio a quello che era considerato il più forbito ed elegante oratore del momento. Lo avevamo visto a ‘Tribuna Politica’ dove prima Jacovelli e poi Zatterin moderavano i leader che, allora, si presentavano alla tavola rotonda ed erano facilmente riconoscibili e comprensibili. Almirante era sempre compassato e aveva il dono di far andare su tutte le furie i suoi oppositori. Ricordo un famoso ‘Taccia lei, onorevole Almirante’ che fece epoca.

Tra gli altri oratori, provenienti sempre da ‘Tribuna politica’ c’era Malagodi (ma erano veramente pochi i suoi estimatori a Lecce: solo con l’onorevole Bonea riusciva a catalizzare un po’ di consensi) e poi un altro ottimo affabulatore, l’onorevole Covelli che rappresentava il PDUM ovvero i monarchici. 

In tempi successivi furono Sponziello, Reichlin e molti democristiani a richiamare gente nella piazza principale del capoluogo salentino, ma le simpatie andarono poi a chi si presentava per le comunali, ovvero Capilungo, Foresio, Meleleo, Giardiniero e l’immortale Poli Bortone.

A dire il vero, scomparvero i partiti, sostituiti da movimenti e da sigle sempre più strane. La Dc si spaccò in vari tronconi e litiga ancora adesso per chi debba detenere il famoso ‘Scudo crociato’ che la nonna, interrogata da me negli anni Sessanta sulle sue preferenze politiche, giurò di aver votato sempre. ‘Voto pè la croce, fiju meo’ mi diceva. Erano i tempi in cui i c’era ancora paura dei ‘comunisti’ e c’era chi rimpiangeva il Re…

A Lecce, era in uso ascoltare le auto che, con l’altoparlante caricato sul tetto, giravano per la città a pubblicizzare il candidato di turno. Mi sembra ancora di sentire il refrain, ripetuto fino alla noia: “Questa sera/ in piazza sant’Oronzo/ parlerà il candidato sindaco Sellitto/ vota e fai votare Sellitto” e noi bambini ripetevamo in coro ‘Sellitto’ senza sapere, assolutamente, chi fosse…  Ci piacevano i manifesti con i simboli colorati dei partiti: i socialdemocratici col sole che sorge, i liberali con la bandiera tricolore, c’era il simpaticissimo PAPI ovvero il Partito dei Pensionati che prendeva sempre pochissimi voti. E poi, c’è stato il momento degli omaggi (allora non si chiamavano ancora gadgets) ovvero i fazzoletti, le penne e i portachiavi con il nome del candidato.

Devo avere ancora, da qualche parte, il fazzoletto con la pubblicità di Mauro Arena e la penna coi colori del PSI. Poi, è cambiato tutto. Anche la ‘Tribuna elettorale’ è stata sostituita da altri interventi che, però, non sono più interessanti come una volta. E in piazza sant’Oronzo, non ci siamo andati più, solo un lontano ricordo di quelle ‘adunate’ che ci riempivano di patriottismo e interesse, anche se di politica non capivamo nulla.

Category: Costume e società, Cultura

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