LA SCONOSCIUTA: diVERSI IN VERITÀ. STRAORDINARIO ESPERIMENTO DI TRASPOSIZIONE DI POESIA IN DRAMMATURGIA, ANDATA IN SCENA SABATO 14 E DOMENICA 15 MAGGIO A COPERTINO, NELLA SALA TEATRO DI SCENA MUTA. LECCECRONACA.IT INTERVISTA IN ESCLUSIVA L’AUTORE DEL TESTO, IL DOTTOR ALESSANDRO CALCAGNILE, IL MAESTRO IVAN RAGANATO E ALCUNI OSPITI DELLA SERATA.

| 15 Maggio 2023 | 1 Comment

di Carmen Leo______ “Quando ho scritto questi versi, provavo, chiaramente, delle emozioni molto forti, ma l’ascoltare,questa sera, l’esposizione di quello che è stato il fluire spontaneo dei miei pensieri, nell’interpretazione magistrale di Ivan Raganato, Maria Antonietta Vacca e Dalila Grandioso, ha amplificato a dismisura quelle stesse emozioni.

Il successo di questa piéce è dovuto, senza dubbio alcuno, alla bravura del Maestro di Scena Muta e delle sue partner sul palcoscenico.

Ho voluto, in questi versi, veicolare diversi messaggi, punti di vista, verità assolute e fake news, tutto quello che ruota attorno all’informazione che ogni giorno ci bombarda ad opera dei Media.

Mi preme sottolineare che occorrerebbe approcciarsi a tali informazioni con spirito critico, prima di emettere giudizi e/o sentenze.

È stato proprio questo il filo conduttore, ma principalmente il messaggio, che abbiamo voluto far passare, ossia l’obiettività con cui ci si deve approcciare alla verità.

È esattamente la Verità, la protagonista assoluta della rappresentazione, con tutte le sue sfaccettature e la sua, spesso, impossibilità a farsi conoscere e riconoscere, con le sue libere interpretazioni, quelle di chi è convinto di possederla, ma non la sfiora che da lontano, oppure non la rasenta in alcun modo”.

Così Alessandro Calcagnile (nella foto sotto), di Copertino, attualmente primario della Unità Operativa di Cardiologia presso l’ospedale San Giuseppe da Copertino, nell’omonimo comune salentino.

Il medico, vera eccellenza della medicina cardiologica salentina, esperto da più di venti anni di cardiostimolazione, nel 2019, tra le molteplici esperienze, ha anche operato, per la prima volta nel nosocomio sopra citato, un impianto di ICM – Implantable Cardiac Monitor (monitoraggio cardiaco impiantabile -ndr) in una giovane paziente affetta da parossismi cardiaci.

La fama del dottor Calcagnile è più che nota nell’ambiente ospedaliero e non, ma ciò che molti ignorano è che Sandro, come viene affettuosamente chiamato dalle persone a lui vicine, è anche una penna finissima, dotata di una sagace e arguta ironia, che egli, per puro diletto e con disarmante modestia, esterna in alcuni post seguitissimi sui social, oppure tiene solo per sé, nel suo personale scrigno emozionale .

Proprio come nel caso di questi scritti privati, che un suo caro amico e compagno dei tempi del liceo, tal Giuseppe Tumolo (nella foto di copertina accanto al medico), ha “spoilerato”, come direbbero i giovani d’oggi, spiattellato, come invece diremmo noi, al fondatore della scuola di teatro Scena Muta, l’attore Ivan Raganato, ed a Maria Antonietta Vacca, che non hanno perso tempo e, in pochissime settimane, hanno dato vita pulsante, insieme alla voce suadente della maestra di dizione, alla bravura di Dalila Grandioso,  a quei deliziosi e struggenti versi, curando anche la regia di quello che è divenuto uno spettacolo denominato La Sconosciuta: diVersi in Verità, che ha registrato un immediato sold out ( tutto esaurito – ndr ) in entrambe le serate del 14 e 15 maggio appena trascorsi.

“L’Arte ha sempre un denominatore comune: l’emozione!

È stata una drammatizzazione molto intensa, di difficile interpretazione delle tematiche presentate, che hanno toccato molti tasti dolenti di quelle che sono le informazioni che tutti i giorni invadono le nostre vite, trasmesse da notiziari e quotidiani.

È questa la potente Emozione dell’Arte che incontra l’Arte, se pur nella diversità di espressione, che ha dato voce anche ai personaggi, apparentemente muti, delle mie opere, che possono essere assimilati a protagonisti delle vicende attinenti agli argomenti trattati, in buona parte del mondo da me esplorato, e che ho voluto condividere con tutti gli amici e amiche di Scena Muta, trasportando il Salento, anche senza reale movimento fisico, nella globalità geografica rappresentata dai tratti umani che io cerco di imprimere indelebilmente alle mie fotografie”.

Queste le impressioni da noi richieste e ricevute da Francesco Congedo (nella foto sopra), anch’egli copertinese DOC, che ha trasformato la sua innata passione per la fotografia in una professione, che gli consente di girare il mondo in lungo e in largo, fermando nei suoi scatti, realizzati con sapiente maestria  dell’ars fotografica, brevi ma intensi attimi di vita, donando a volti anonimi e luoghi più o meno conosciuti, un’anima viva e un’espressione penetrante, tangibili al primo sguardo di chi si approccia ad osservare le sue gigantografie.

Congedo, per l’occasione della rappresentazione de La Sconosciuta, ha voluto allestire una mostra di alcune delle sue opere più celebri (nelle due foto sopra e in basso), le quali hanno ricevuto persino dei riconoscimenti internazionali, e che hanno adornato, ammirate con stupore da tutti gli astanti, la sala e l’atrio della sede di Scena Muta, in via Bologna a Copertino.   

La piece, alla quale abbiamo potuto assistere nella serata di apertura, lo scorso sabato 14 maggio, ha trattato tutti i  temi più scottanti dei nostri martoriati tempi moderni, tra i quali abbiamo potuto individuare: aborto, stupro, social, omosessualità, follia, eresia,  blasfemia,  falsità, menzogna, vanità, compromesso, opportunismo, narcisismo, successo, guerra, dittatura, misoginia, omeopatia, razzismo, contraddizioni, bramosia di fama, disastri ecologici e ambientali e malattie da essi derivanti, ai quali potremmo aggiungere anche tutti e sette i “vizi capitali” che oltraggiano l’animo umano, trattati in un crescendo di drammaticità e pathos, intensificati dalle scritte e dalle immagini proiettate sul maxi schermo, che faceva da sfondo al palcoscenico.

Dalila, un’artista caduta preda della Vanità dubbiosa e troppo legata alle dinamiche social, e Maria Antonietta (entrambe nelle foto di copertina e locandina) nelle vesti candide, e al contempo austere della Verità, veloce, scattante, istrionica e perfettamente calata nel ruolo.

Le protagoniste femminili, sempre sul palco, in un martellante botta e risposta che ha lasciato il pubblico senza fiato, incapace persino di applaudire, se non alla conclusione dell’unico atto, per una sorta di timore reverenziale di turbare quell’atmosfera di silenzio, quasi surreale, creatasi in sala sin dal principio dello spettacolo.

Ivan (nella foto sopra) un narratore che appare e scompare opportunamente, una sorta di pungente menestrello, ma privo di altro strumento musicale se non quello della sua voce, potente, ferma e, a tratti, rotta dall’emozione, usata con grande sapienza e padronanza dell’arte della recitazione e della dizione.

Una Alisia Mariano, sempre più brava e capace nel dirigere la consolle tecnica degli effetti audio e video dello spettacolo, è stata salutata, tra gli applausi finali, dai suoi compagni di avventura.

Questi i protagonisti di questo pregevole lavoro teatrale, che “Merita di essere sicuramente rappresentato nuovamente e altrove, per il valore intrinseco delle tematiche sociali trattate con incredibile delicatezza, che ha lasciato tutti noi stupiti e profondamente emozionati, e per la bravura dei suoi protagonisti.  Un plauso sentito e particolare a tutti voi, che vi siete resi interpreti straordinari dei sentimenti e dei pensieri che il dottor Calcagnile ha voluto esprimere nei suoi scritti”.

Le parole sincere e sentite, a conclusione, del vice presidente della Provincia di Lecce, Antonio Leo (sotto nella foto), anch’egli copertinese di nascita e residenza, presente in sala nelle vesti di grande amico ed estimatore delle attività e iniziative di Scena Muta, che non perde mai un appuntamento, quando i suoi impegni professionali ed istituzionali glielo consentono.  

“Siamo più che onorati di aver rappresentato, questa sera, un viaggio e insieme una speranza che il dottor Calcagnile ha voluto affidare a noi col… cuore più che con carta e penna. Abbiamo dato forma teatrale ad una intuizione di ampio respiro, che il nostro amico Alessandro, affezionato spettatore di Scena Muta, ha saputo sapientemente trascrivere in versi.

Con queste affettuose parole Ivan Raganato apre i dovuti ringraziamenti post spettacolo, con in sottofondo un lungo applauso di un pubblico di fedelissimi e non, folto, attento ed emozionato.

A noi di leccecronaca.it pare opportuno terminare, invece, questo nostro con le parole significative e incisive pronunciate da Maria Antonietta-Verità e rivolte alla sua compagna di scena Dalila, ma indirettamente, ci piace pensare, anche a tutti noi: “Proprio quando penserai di avermi raggiunta, Io mi allontanerò da te. Io ho mille, milioni di volti, ma Tu non smettere mai di cercarmi!”

Vi suggeriamo vivamente di non perdere le prossime e già annunciate repliche!

A margine la locandina dell’evento.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi, reportage

About the Author ()

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. Alessandro Calcagnile ha detto:

    Ringrazio di vero cuore la prof.ssa Carmen Leo per il bellissimo articolo. Non sono, però, una eccellenza cardiologica e quell’eco mediatica era dovuta alle piccole dimensioni del loop-recorder, per la prima volta disponibile anche presso l’ospedale di Copertino.
    Ancora un enorme grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.