PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO. STRISCIA LA VELINA DEL DIRETTORE DELL’ASL STEFANO ROSSI

| 25 Maggio 2023 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo ______ So che sto per dire cose terribili. E’ un lusso che mi posso permettere. leccecronaca.it non ha mai preso soldi dal Ministero della Salute, né dalla Regione Puglia, né da nessun Ente pubblico.

Ieri ai mass media salentini è arrivata una ‘velina’ firmata dal direttore generale dell’Asl di Lecce Stefano Rossi (nella foto) che diceva così:

Gli operatori e le operatrici dei Pronto Soccorso della nostra azienda, del Vito Fazzi in particolare, subiscono quotidianamente vessazioni, aggressioni verbali e a volte fisiche, insulti al limite della denuncia penale. Sappiamo quanto il fenomeno sia nazionale, così come nazionale e regionale è l’iperafflusso e il sovraffollamento dei Pronto Soccorso in alcuni periodi dell’anno e in alcuni giorni della settimana. Vogliamo però stigmatizzare i numerosi comportamenti ineducati e irrispettosi nei confronti di chi, giorno e notte, opera nei Servizi di Emergenza e Urgenza. Esprimiamo solidarietà e vicinanza agli operatori dei Pronto Soccorso protagonisti di episodi incresciosi, nella consapevolezza delle strutturali e, occorre dirlo, diffuse carenze di personale che, stiamo provando, ad affrontare.

Il racconto di storie di presunta negligenza, lentezza nella presa in carico e mancanza di comunicazione tra operatori e familiari, in articoli di stampa o servizi tv contribuisce a costruire un clima di tensione e sfiducia. Per questo avvertiamo la necessità di rivolgere un appello alla medicina territoriale, al mondo dell’informazione e ai cittadini, chiedendo a tutti di fare la propria preziosa parte per un corretto e appropriato accesso ai Servizi di Emergenza e Urgenza e per la promozione del rispetto del lavoro e della dignità degli operatori sanitari.

Sia ben chiaro, nessuno giustifica la violenza, fisica o verbale che sia. Mai, in nessun caso, per essere estremamente precisi. Essa è sempre da condannare, anche nell’esasperazione.

Ancora, sia ben chiaro, la maggioranza dei medici e degli infermieri svolge il proprio lavoro in maniera encomiabile e a volte eroica, e io credo che per tanta parte siano anch’essi vittime del sistema.

La responsabilità è politica.

Per quelle eventuali di carratere personale è compito della Magistratura valutare, ma ripeto lo sfascio della Sanità Pugliese – la cui negligenza non è presunta, al contrario è ben concreta – deriva da una responsabilità politica precisa. Le colpe non sono dei cittadini, che ne sono vittime, nemmeno di chi le denuncia.

La colpa è dell’Ente Regione, che ha comptenza diretta ed esastiva in tema di Sanità.

Quindi è inutile prendersela con i cittadini.

Poi, per essere credibile, il direttore Stefano Rossi non se la prenda con i giornalisti, se la prenda col suo presidente, se la prenda col suo assessore, e poi vedremo.

Chieda loro conto e lo chieda astesso del fatto che dopo anni e anni di proclami, di promesse, di tavole rotonde e quadrate, niente è migliorato e tutto è peggiorato.

I cittadini vanno al pronto soccorso, a parte le urgenze, in quanto vittime di liste di attesa lunghissime, a volte assurde, per poter fare visite e accertamenti. Poi, se scoprono che pagando di tasce propria possono averle subto nelle stesse strutture pubbliche, è logico che si alterino non poco.

Ci vanno, nei pronto soccorso, in quanto vittime altrimenti di una burocrazia assurda e di inadempienze parcellizate sul territorio a ttti i livelli.

Il servizio di Guardia Medica fa acqua da tutte le parti.

Gli studi dei Medici di Medicina Generale – i medici di famiglia, tanto per intenderci – fanno orari di ufficio per mezza giornata cinque giorni su sette alla settimana.

Intere strutture sanitarie in anni recenti sono state smantellate, con criteri aziendali, come se la sanità fosse un’impresa manageriale e dovesse produrre utili economici.

Il personale medico, paramedico e infermieristico è stato, in vari modi, ridotto in organico all’osso, ne rimane solo un quinto rispetto ad appena due decenni fa.

Non ci sono soldi, dice.

Poi però si spendono, pardon, si sprecano 25.000.000 di euro per una cattedrale nel deserto della Fiera del Levante di Bari.

Quanti pronto soccorso si sarebbero potuti sistemare assicurandone un funzionamento ottimale con venticinque milioni di euro?

Il diritto universale alla Salute, vanto legittimo della Repubblica Italiana, dalla riforma del 1978 che ne fissava le articolazioni, vera e propria conquista sociale, si è sgretolato: invece di essere preservato e alimentato, è stato progressivamente svuotato e pressoché dissestato.

Questo è accaduto per scelte scriteriate e per complicità precise che hanno privilegiato i partiti, le clientele e la sanità gestita dagli imprenditori privati.

Tante persone nemmeno si curano più in quanto non ne hanno le possibilità economiche.

In generale, in tutta evidenza, in tutta fretta stiamo andando decisi verso il sistema del neocapitalismo selvaggio di quello che qualcuno chiamò il male americano.

Negli Usa è già cosi. Là al Pronto Soccorso si va con la carta di credito in mano, ad avercela, e ti credo che non c’è sovraffollamento. Se hai soldi, ti curi, se non ce l’hai puoi anche morire, e devi stare pure zitto.

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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