A VASTE NUOVE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI ANTENATI MESSAPI

| 31 Gennaio 2024 | 0 Comments

(Da Lecce report della Soprintendeza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Ministero della Cultura)  ______

LECCE – Mercoledì 31 gennaio p.v. alle ore 12.00 presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le prov.ce di Brindisi e Lecce in via A. Galateo n.2 – Lecce, ha avuto luogo la conferenza stampa per la presentazione dei risultati della campagna di scavo 2023 condotti, in regime di concessione ministeriale, dall’Università del Salento nell’area di Fondo Giuliano presso Vaste (Poggiardo). In particolare, sono stati illustrati nel dettaglio gli esiti delle indagini archeologiche che hanno messo in luce preesistenze messapiche sotto il luogo di culto cristiano.

Interventi di:

arch. Francesca Riccio – Soprintendente

prof. Giovanni Mastronuzzi – professore associato di Archeologia Classica – Università del Salento

dott. Antonio Ciriolo – Sindaco di Poggiardo

La scoperta di un luogo di culto messapico sotto la chiesa paleocristiana

Cinquant’anni dopo le prime ricerche sistematiche, condotte dalla fine degli anni Sessanta dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto, l’antica Vaste riserva ancora novità sorprendenti.
Dagli anni Ottanta, le indagini archeologiche sono state affidate in concessione dal Ministero della Cultura all’Università del Salento, sotto la direzione scientifica prima del prof. Francesco D’Andria, poi del prof. Giovanni Mastronuzzi. Le ricerche dagli anni Novanta si sono concentrate nell’area archeologica paleocristiana di Fondo Giuliano, dove sono stati messi in luce un edificio di culto paleocristiano ed una vasta area cimiteriale ad esso collegata. Proprio nell’ambito dell’ultima campagna di scavo (MiC, n. 1595 del 23-22-2020), finanziata e sostenuta anche dal Comune di Poggiardo e conclusa nello scorso novembre, è emerso un dato fondamentale per la conoscenza e l’interpretazione dell’intero contesto: un approfondimento effettuato all’interno della navata settentrionale della basilica della seconda metà del VI secolo d.C. ha messo in luce interessanti preesistenze databili all’epoca messapica arcaica.

L’ipotesi, già formulata negli anni e ora confermata, si fondava sul reimpiego nell’area cimiteriale di numerosi elementi architettonici antichi. Questi avevano già portato ad ipotizzare che l’area avesse avuto una destinazione sacra fin da epoca messapica. La presenza di un edificio di culto precristiano viene ora confermata dal recente ritrovamento ed apre scenari nuovi nella ricostruzione del paesaggio antico: la continuità nella destinazione dell’area, infatti, è certamente imputabile alla natura stessa del luogo, collocato in un punto strategico da cui si domina la piana di Poggiardo verso sud-ovest ed in prossimità di un percorso stradale diretto a Otranto.

VASTE – Campagna di scavo 2023

Relazione

Le indagini archeologiche dell’Università del Salento si sviluppano a Vaste da ormai 40 anni e da molto tempo accanto alle ricerche sul campo gli studiosi conducono un’attività sistematica di analisi della documentazione, edizione dei dati e public engagement. In particolare, grazie alla recente collaborazione avviata tra la Città di Poggiardo, l’Università e la società VIVArch, è stato possibile garantire nuovamente l’apertura del Museo Archeologico e del Sistema Museale di Vaste – Poggiardo con un servizio di visite guidate nei fine settimana e nelle festività.

Gli scavi archeologici continuano a rivelare nuove informazioni fondamentali per ricostruire la storia della regione, in riferimento alla civiltà messapica, all’età romana, alle fasi paleocristiane, bizantine e medievali.

La campagna di scavo del 2023 ha riguardato l’area denominata Fondo Giuliano, un paio di km a nord di Vaste, sulle Serre a breve distanza dalla chiesa rupestre dei santi Stefani. Le indagini dirette dal prof. Giovanni Mastronuzzi sono state condotte in regime di concessione ministeriale (MiC, n. 1595 del 23-22-2020, funzionario dott.ssa Serena Strafella, soprintendente arch. Francesca Riccio); sono state coordinate dalla dott.ssa Valeria Melissano ed effettuate con i responsabili di saggio dott. Francesco Solinas, Giacomo Vizzino e Giovanna Maggiulli che hanno guidato un team di studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu”.

L’area delle ricerche è oggetto di studi fin dal 1991; nel corso del 2022 è stato pubblicato presso BAR Publishing – Oxford un volume monografico incentrato sul cimitero paleocristiano: “Sepolture, rituali e comunità nei secoli IV-VI d.C.”. Infatti nel sito sono state riportate alla luce tre chiese sovrapposte che si distribuiscono su un arco cronologico compreso tra il IV e il IX secolo. La più antica di esse, costruita nella seconda metà del IV secolo, ha una funzione di luogo destinato al culto di un santo martire e intorno ad essa si sviluppa una vasta necropoli che include centinaia di sepolture. Nel corso degli anni, alcune questioni sono rimaste parzialmente prive di soluzione, così che di volta in volta si procede ad approfondimenti dello scavo per rispondere alle domande poste dallo studio dei dati in laboratorio.

La campagna del 2023 è stata rivolta a chiarire la funzione di una struttura a blocchi apparentemente collegata alla chiesa più antica: la si riconosce chiaramente all’interno della navata nord della basilica della seconda metà del VI secolo; inoltre si è posta l’esigenza di chiarire l’assetto dell’area antistante all’ingresso della stessa basilica.

            Lo scavo nella navata nord si ricollega alla presenza di fronti di cava utilizzati in epoca messapica per estrarre pietra da taglio. La struttura da verificare è realizzata con blocchi di calcarenite e si aggancia alla cava stessa. Lo scavo stratigrafico ha permesso di riconoscere un edificio con pianta rettangolare, con un lato ricavato sul piano di roccia. Esso è privo di piano di calpestio, ed al suo interno si è individuato un potente riempimento con terra e pietre calcaree riferibile al cantiere della più antica delle chiese. I blocchi, invece poggiano direttamente sugli strati messapici, senza alcuna fondazione; essi, inoltre, sono collegati a modesti lembi di terreno con manufatti del VI-V sec. a.C. Questi elementi permettono di riconoscere un edificio di epoca messapica arcaica, preesistente alle chiese paleocristiane. In merito alla funzione soccorrono le caratteristiche costruttive del vano. L’impiego di blocchi si collega alla presenza nell’area di numerosi elementi architettonici reimpiegati nel cimitero, quali una colonna, blocchi di stilobate, stipiti ed una cornice. Questi, del resto avevano già portato ad ipotizzare che l’area avesse avuto una destinazione sacra fin da epoca messapica, e la presenza di un edificio di culto precristiano viene ora confermata dalla struttura a blocchi. In sostanza essa è interpretabile come un recinto, probabilmente privo di copertura, ma dotato di una cornice con raffinata decorazione scolpita a rosette e fiori di loto.

            Emerge dunque quella che si potrebbe definire una continuità nella destinazione dell’area, certamente imputabile alla natura stessa del luogo, collocato in un punto strategico da cui si domina la piana di Poggiardo verso sud-ovest ed in prossimità di un percorso stradale diretto a Otranto.

Il saggio di scavoposizionato a ovest del muro di nartece della basilica ha permesso di verificare che davanti alla facciata della basilica si sviluppa uno spiazzo con piano di calpestio in calcare compatto. Più distante da essa due file parallele di blocchetti lapidei non sono in relazione stratigrafica e cronologica con l’impianto ecclesiastico ma piuttosto possono essere riferiti ad apprestamenti leggeri di epoca post-medievale. Tra i reperti mobili rinvenuti in questo settore si segnala un frammento di matrice per dischi fittili, risalente a epoca messapica.

Il direttore dello scavo

prof. Giovanni Mastronuzzi

Università del Salento

Category: Cultura

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