H’80 NOSTALGIA

| 9 Marzo 2025 | 0 Comments

(g.p.) __________

«Lo diceva Neruda che di giorno si suda – Ma la notte no!
Rispondeva Picasso, io di giorno mi scasso – Ma la notte no!»

Quaranta anni fa, avevamo tutti quaranta anni di meno, ed eravamo tutti più contenti e anzi più felici. Anche perché tutti, ma proprio tutti quanti – un fenomeno che non aveva precedenti e non avrà seguiti – a tarda sera vedevamo in tv Renzo Arbore.

Nel 1985 cominciò e si esaurì la breve, ma intensissima saga, di “Quelli della notte”. Interrotta non perché non aveva successo, bensì perché ne aveva troppo. Seguita nel 1987, con le stesse caratteristiche e con gli stessi esiti, da quella di “Indietro tutta”.

Dopo aver rivoluzionato la radio, nel decennio precedente, insieme a Gianni Boncompagni, con “Alto gradimento”, modello ineguagliabile e ineguagliato, così, con questi due programmi cult, Renzo Arbore rivoluzionerà la televisione, spargendo buonumore.

Erano gli anni Ottanta del nostro divertimento, leggeri, ottimisti, coinvolgenti, che spronavano a intraprendere, a fare, con un tocco abbondante di ritrovata fiducia.

Lo specchio, ne furono quei due programmi televisivi.

Personaggi simpaticamente surreali, improvvisazione assoluta, ironia a profusione, batture folgoranti, uso del doppio senso che, pur tagliente, non scadeva mai nella volgarità tormentoni irresistibili, satira del politicamente corretto, anche se allora non si diceva così, una manciata vagamente futurista, un esercizio continuo di genio creativo.

«Non capisco, ma mi adeguo».

«Chiamo io, o chiama lei?» 

Sullo sfondo, la denuncia del potere enorme acquisito dalla televisione, capace ormai, a compiuta realizzazione della terribile profezia pasoliniana, non solo di influenzare, ma pure di condizionare proprio la nostra esistenza,  dettando ormai l’organizzazione del tempo e gestendo i rapporti interpersonali.

Vedi lo sponsor, il fantomatico Cacao Meravigliao, del tutto inventato, per la disperazione di legioni di potenziali acquirenti che continuavano a richiederlo nei supermercati.

E quando la moglie stanca e assonnata andava a letto prima della fine, il marito la rassicurava:

«VENGO dopo il tiggì» 

Category: Costume e società, Cultura

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