I TEOREMI POETICI DI DARIO FIORENTINO
di Raffaele Polo ____________
Io lo sapevo che, prima o poi, ci sarei arrivato: a scrivere qualcosa, magari una recensione, una prefazione per Dario Fiorentino, che conosco e col quale ho sempre avuto un canale privilegiato di conversazione di stampo culturale, unico esempio, forse, di intellettuale vecchio stampo, sempre in giro per biblioteche e atenei, alla costante ricerca di stimoli e nozioni…
Perché Dario è proprio così, ne nascono pochissimi, ormai, ad illuminarci col loro sapere e con la loro pervicace applicazione alle Scienze di ogni tipo…
Del resto, basta guardare il suo curriculum, per rendersene conto. Con un pizzico di sicumera, Dario non esita a sciorinare tutto (o quasi) quello che ha fatto fino ad ora, poca cosa in confronto ai suoi progetti per il futuro.
Adesso, però, siamo di fronte, con questa raccolta di versi, al Fiorentino umano, introverso e pieno di sentimenti contrastanti, che si rivela con pudore, quasi a fatica, affidandosi all’arma della Poesia che gli trasmette nuova linfa e vigore.
Se non lo conoscessi da tanto tempo, pure non avrei difficoltà ad accennare al suo ‘humus’, al suo essere persona ricca di sentimento pur se impastoiato nei richiami e nelle sollecitazioni di un Universo che spesso è fonte di dolore e pessimismo.
Dario, dunque, affronta il compito poetico (proprio così: ogni sua composizione pare un vero e proprio teorema. C’è la tesi, chiaramente espressa all’inizio. C’è lo sviluppo dell’assetto con accenno ad eventuali eccezioni fuori dalle regole comuni, e c’è la fulminante conclusione che sintetizza un asserto sviluppato in precedenza) con diligenza e circospezione, mimetizzandosi tra parole e inserti, paradossi e luoghi comuni, utilizzando un linguaggio scarno e privo di indugi. E i suoi versi, le sue misurate composizioni non sono uno sfogo o una nostalgica reminiscenza.
No, da bravo uomo di scienza e cultura, mescola e nasconde il Sentimento (necessario in ogni componimento poetico) quasi si vergognasse a questo indugio spirituale che toglie tempo (forse) e spessore ad altri argomenti più importanti, almeno in relazione alle entità contemporanee, che sono eternamente nemiche e fanno scaturire nel nostro Poeta interrogativi senza risposta ma che nascondono un terribile esito:
Si può solo attendere e sorprendersi.
La tragedia, ci attende alla fine del sogno.
Ripenseremo il mondo solo tra le macerie?
Ecco, allora, che i versi di Fiorentino ci pongono le eterne domande alle quali nessuno può rispondere, neppure la Scienza o la Letteratura. Ma riescono a condividere le nostre debolezze, anche quelle più nascoste, anche quelle che non vogliamo esprimere perchè fanno male, troppo male.
Grazie Dario, allora: ci fai ritornare a quelle grigie mattine nelle quali ci incontravamo nella periferia leccese, in attesa dell’autobus che ci avrebbe lasciati quasi alla stessa fermata. Io scendevo prima e poi non ci siamo visti per tanto tempo… Quei giovani, è vero, non esistono più. Ma hanno ritrovato quelle atmosfere, quei discorsi, grazie a questi tuoi versi.
‘Overdrive’ di Dario Fiorentino (Il Raggio Verde, pagine 68 euro 12) si presenta a Lecce, al Bar Carletto in via Benedetto Croce, il 27 giugno dalle ore 18,30. Come afferma lo stesso autore, nel luogo dove i versi sono nati su carta migrando poi tra le pagine del libro. Con lui ci saranno Raffaele Polo, Ambra Biscuso e chiunque ami la poesia e.. il caffè.