DOMENICO SCAPATI E L’IMPORTANZA DI EDUCARE I GIOVANI ALL’ONESTA’ PER COMBATTERE LA MAFIA

| 12 Luglio 2025 | 1 Comment

di Cristina Pipoli ____________

“L’onestà combatte la mafia”. In questa intervista a leccecronaca.it, ce lo spiega Domenico Scapati, 76 anni, di Mottola, in provincia di Taranto, docente e scrittore.

D- Quali temi ha iniziato a toccare?

R- “Saggi antropologici oggetto di ricerca, studio, conoscenza diretta e indiretta, approfondimenti”.

D- Nei suoi scritti, tratta altri temi?

R- “Ho scritto manuali tecnici di carattere economico-giuridico e Tecnica della Comunicazione per gli allievi durante la Docenza in Formazione, Regione Sicilia, dove ho vissuto dal 1971 al 2022.

I temi trattati nei miei saggi sono riconducibili ai Miti e ai Riti, ai fenomeni sociali quali le mafie e il tarantismo, alle curiosità. Tutti scavano nell’antropologia culturale, sociologia, psicologia, storia, analisi dei fatti, esperienze dirette e indirette”.

D- Che lavori ha svolto in passato?

R- “Commercialista e Docente”.

D- In che periodo?

R- “Dal 1980 al 2023”.

D- Si è sempre dedicato con perseveranza e costanza alla lotta contro la mafia, vuole spiegarci in cosa consiste il suo lavoro?

R- “Il mio lavoro sulla mafia è rivolto principalmente ai giovani perché non passi inosservato il concetto che si può esprimere con ‘l’Onestà combatte la mafia’ “

Grazie a Domenico Scapati impariamo e capiamo che è possibile educare i giovani alla legalità e difendere la memoria di chi ha combattuto fieramente le mafie. Ogni anno le scuole dovrebbero trattare temi inerenti le stragi di mafia, il maxiprocesso di Palermo. Perché come insegna Mimmo, salvaguardare la storia è importante e un evento come quello rappresentò la prima vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata.

Perché è così che funziona, se non tocchi con mano la verità, resta sempre distante.

Sandro Pertini sosteneva che “I giovani non hanno bisogno di sermoni, hanno bisogno di esempi di onestà, coerenza e altruismo.” Finché esisteranno persone come Domenico Scapati, sappiamo che esiste la speranza per una società che porterà avanti una memoria fatta di legalità e alto senso di giustizia.

D- Attualmente insegna?

R- “Attualmente insegno nelle Università del Tempo Libero di Gioia del Colle, Palagianello e Mottola discipline come Tecnica della Comunicazione Interpersonale, Tarantismo, Intelligenza Artificiale ed Etica”.

D- Lei nutre un forte amore per il mondo animale e in passato ha creato progetti con i nostri amici a quattro zampe. Ce ne vuole parlare?

R- “Per la Tecnica della Comunicazione (comportamentista) mi sono servito delle esperienze di cinofilo (comportamentalista), esperienze e studi, docenza.

D- Spesso nel suo profilo posta foto con i gatti, si definisce un gattaro?

R- “Non mi definisco gattaro: peggio!”

D- In passato ha conosciuto con Giovanni Falcone. Ci racconta?

R- “Non ho avuto l’onore, a differenza di miei colleghi, di collaborare con Giovanni Falcone ma solo di conoscerlo. Ho svolto carriera nella Guardia di Finanza dal 1971 fino al 1980.

Giovanni Falcone affermò che «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». E’ importante impegno del singolo individuo per la diffusione della cultura della legalità.

Solo in questo modo possiamo sapere che la giustizia sociale proseguirà. Questo accade quando si rifiutano i compromessi”.

D- Che messaggio vuole mandare alle generazioni future?

R- “Un’altra esperienza che suggerirei di fare è quella di sapere, di conoscere e di studiare il sistema mafioso per comprendere il valore della vita.

L’insegnante educa e lo fa quando avviene il passaggio della staffetta ai più giovani. La scuola è il terreno più giusto per formare e istruire la memoria collettiva. E’ importante vedere un’emergenza di alcune questioni pedagogiche rimaste ancora poco chiare, che solo quelli che un domani sono uomini o donne di valore potranno portare alla luce”.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Libri

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Comments (1)

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  1. Caterina dessy ha detto:

    Sicuramente lo scrittore descrive e discute su forti emozioni e sentimenti vissuti nel proprio tempo, cercando di fissarli e approfondirli sul terreno che li ha generati al fine di restituirli alla storia ma soprattutto per riflettere sul compito di essere si’ “un granello di sabbia “ma di essere vissuto contemplando e analizzando la realtà, in tutte le sfaccettature, nella forte volontà di regalare questa conoscenza alle future generazione perché possano, anche loro, riflettere su ciò che è accaduto e su ciò che accade ancora …

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