LA RIFLESSIONE / DROGA, UNA VERA PIAGA PER IL NOSTRO SALENTO. I CLAN NEL MIRINO, MA L’ALLARME SOCIALE VA BEN OLTRE LE MANETTE SCATTATE OGGI

di Flora Fina __________
L’operazione “Pit Bull” condotta dai Carabinieri nel basso Salento, con 18 arresti e 33 indagati, non è solo una brillante azione di polizia giudiziaria contro un clan radicato sul territorio.
È soprattutto lo specchio di un male profondo, che attraversa generazioni e nuclei familiari: la droga. Il bilancio delle indagini – chili di cocaina, eroina, marijuana e hashish sequestrati, un’organizzazione mafiosa strutturata e capace di condizionare intere comunità – non deve farci dimenticare la questione di fondo: a sostenere questo sistema criminale c’è un mercato fiorente fatto di consumatori, spesso giovanissimi, che finiscono intrappolati in una spirale di dipendenza, debiti, minacce e, in molti casi, annientamento personale.
Dietro le statistiche, ci sono storie di ragazzi ingannati dall’illusione di “sballarsi” per divertirsi o per sentirsi parte di un gruppo, senza rendersi conto che quel gesto apparentemente innocuo può trasformarsi in una catena che lega la vita all’angoscia quotidiana. Ci sono famiglie spezzate, genitori che lottano impotenti contro la tossicodipendenza dei figli, comunità che vedono crescere la paura e la sfiducia nel futuro.
La Sacra Corona Unita, che in queste terre continua a reinventarsi, trae linfa non solo dal traffico di sostanze stupefacenti, ma dalla fragilità sociale, dall’assenza di punti di riferimento solidi, dal vuoto lasciato da istituzioni, scuola e famiglia quando smettono di dialogare con i giovani. Le Forze dell’Ordine, con coraggio e dedizione, svolgono un lavoro immenso. Ogni blitz, ogni retata, ogni sequestro toglie ossigeno alle organizzazioni criminali.
Ma da solo, questo non basta. Lo Stato non può limitarsi a inseguire i clan: deve colmare il terreno fertile che li nutre, deve sottrarre manodopera e clienti alla malavita.
E qui entra in gioco la prevenzione.
Educare i ragazzi fin dalla scuola primaria a riconoscere i pericoli della droga, insegnare loro a non cedere al fascino effimero dello sballo, costruire alternative sane di socialità e aggregazione è l’unica vera arma che può spezzare il ciclo. Così come è necessario sostenere le famiglie, spesso lasciate sole di fronte al dramma della tossicodipendenza, con servizi sociali, centri di ascolto, percorsi terapeutici accessibili.
Ogni grammo di cocaina sequestrata rappresenta una vita forse salvata, ma ogni giovane che non si avvicina alla droga grazie a un’educazione consapevole rappresenta una vittoria ancora più grande.
La lotta alla droga, dunque, non può essere vista solo come un capitolo di cronaca nera, ma come una sfida culturale e sociale. La repressione colpisce i sintomi, ma la prevenzione affronta le cause. In un territorio come il Salento, dove la criminalità organizzata cerca ancora di imporsi attraverso la violenza e il business degli stupefacenti, la vera rivoluzione sarà riuscire a togliere ai clan il loro “esercito di consumatori”.
Serve un impegno collettivo: istituzioni, scuola, famiglie, associazioni e parrocchie. Solo così sarà possibile costruire un argine solido contro la cultura della droga e restituire alle nuove generazioni non l’illusione, ma la concretezza di un futuro libero e dignitoso. ___________
LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente
Category: Costume e società, Cronaca