L’ULTIMA PROFEZIA DI PASOLINI SI STA ANCORA ATTUANDO: E’ LA MUTAZIONE ANTROPOLOGICA DEGLI ITALIANI

| 4 Novembre 2025 | 1 Comment

di Giuseppe Puppo _____________

In questi ultimi giorni, nelle tante, composite, diffuse celebrazioni pasoliniane di questo mezzo secolo passato dalla sua morte, meritorie, ma sostanzialmente prive di novità acquisite, sono risultati del tutto assenti elementi di attualità, dico quella più stringente e dirompente.

Tutto il resto lo sapevamo già, e il trito repertorio di rievocazioni del celebrato sono diventate passerelle esibizionistiche dei celebranti a loro uso e consumo, nel logoro schema di gioco di estrapolazioni e citazioni col prendere ciò che piace ed omettere ciò che non piace.

Siccome non faccio sconti a nessuno, mi ci metto pure io, con la presentazione del libro “Il mio teatro di poesia” (nella foto) e dello spettacolo teatrale “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico” proposti ad una rappresentanza degli studenti del Liceo Classico Palmieri di Lecce, i quali, tranne qualche significativa eccezione, le hanno accolte, vogliamo dire senza particolare entusiasmo? Sì, diciamo così allora, per usare un eufemismo: le hanno accolte senza particolare entusiasmo.

Ora, al di là delle celebrazioni leccesi – le mie due, le altre organizzate dalla scuola sede della sua ultima esternazione pubblica, un altro ciclo di incontri a parte tenutosi in città – in tutte quelle svoltesi in tutta Italia, nelle università, nei saloni e sui giornali, officiate da dotti, medici e sapienti, è mancato il coraggio ed è venuta meno l’intraprendenza.

Per conformismo politico ed ossequio al pensiero unico dominante, è rimasto di nuovo sempre fuori, dalle celebrazioni, il Pasolini che, per dirne solo alcune di politically scorrect, esaltava Ezra Pound, amava la ‘destra del sublime’, era contro la contestazione, il divorzio, l’aborto, le degenerazioni del potere, i mercanti di armi, le false derive pseudo ecologiste, la mercificazione della sessualità.

Eppure, il pensiero del Pier Paolo Pasolini lucido polemista e straordinario profeta, il saggista, insomma, dove, a mio modo di intendere, sta la sua vera grandezza, più che nella letteratura, nella posia e nel cinema, è fondamentale proprio per comprendere il nostro presente, voglio dire il mondo contemporaneo e lo scenario sociale in cui ci troviamo a vivere.

Questo vale anche e soprattutto per la sua ultima, ultima in ordine cronologico, analisi profetica, che è in fase di attuazione proprio adesso, a quasi cinquant’anni dalla sua elaborazione e della sua morte. Rimasta del tutto insondata, omessa, mistificata e dunque tradita nelle celebrazioni accademiche, culturali e giornalistiche di questi giorni.

Terribile, apocalittica.

Mi riferisco al concetto di ‘mutazione antropologica‘ degli Italiani, cui egli lavorò negli ultimi anni della sua vita soprattutto con articoli giornalistici, di facile reperibilità per chi voglia consultarli, in quanto confluiti nei saggi Lettere luterane e Scritti corsari.

In sintesi, cosa intedeva per sopravvenuta, ma soprattutto incipiente, ‘mutazione antropologica’?

Non certo quella biologica, che pure si staglia minacciosa davanti a noi con le attuali capacità dello sviluppo tecno-scientifico in grado di manipolare la biologia e la fisiologia dell’essere umano, no.

E’ quella provocata dal ‘genocidio culturale’ della modernità, favorito e anzi benedetto dal ‘potere senza volto’, che è poi, a sua volta, quello della omologazione, come la chiamava Lui, cioè oggi della globalizzazione, cioè infine del capitalismo selvaggio della sorveglianza, dei condizionamenti occulti, degli speculatori finanziari.

E’ tutto questo che sta producendo modificazioni del linguaggio e del corpo, nella nuova impersonale forma del potere che si manifesta attraverso le cose, gli oggetti, e di un nuovo tipo di coscienza, di personalità, di individuo.

Fra le tante citazioni possibili del pensiero pasoliniano al riguardo, ne scelgo una sola a titolo esemplificativo, per la sua semplicità e chiarezza. E’ tratta dall’articolo Gli Italiani non sono più quelli apparso sul Corriere della sera del 10 giugno 1974.

I «ceti medi» sono radicalmente – direi antropologicamente – cambiati: i loro valori positivi non sono più i valori sanfedisti e clericali ma sono i valori (ancora vissuti solo esistenzialmente e non «nominati») dell’ideologia edonistica del consumo e della conseguente tolleranza modernistica di tipo americano. E’ stato lo stesso Potere – attraverso lo «sviluppo» della produzione di beni superflui, l’imposizione della smania del consumo, la moda, l’informazione (soprattutto, in maniera imponente, la televisione) – a creare tali valori, gettando a mare cinicamente i valori  tradizionali e la Chiesa stessa, che ne era il simbolo.

L’Italia contadina e paleoindustriale è crollata, si è disfatta, non c’è più, e al suo posto c’è un vuoto che aspetta probabilmente di essere colmato da una completa borghesizzazione, del tipo che ho accennato qui sopra (modernizzante, falsamente tollerante, americaneggiante ecc.).

Bene, cioè male. Pensiamo adesso a quanto è avvenuto negli Stati Uniti d’America e in buona parte dell’Unione Europea, e che sta avvenendo in Italia, con l’affermarsi della così detta “teoria gender” o “ideologia gender“, o “agenda gender”.

Non ho bisogno qui di fare esempi, che sono sotto gli occhi di tutti: le citazioni possibili, a cominciare da testimonianze e dichiarazioni di artisti, cantanti e pure atleti, a centinaia.

Pensiamo ai tanti articoli divulgativi per giovani e loro genitori che appaiono sulla stampa italiana, cartacea e on line, soprattutto quelli apparentemente innocenti e didascalici, in cui vengono propagandate – e illustrate – le nuove parole giuste: identità di genere, agender, trangernder, cisgender, bigender, genderfluid, binarismo di genere, no binary, queer, crossdresser.

Pensiamo alle campagne pubblicitarie a tema, agli spot televisivi, alle inserzioni social, alle foto choc di cui registriamo un uso sempre più massiccio da parte delle multinazionali, cioè del neo capitalismo selvaggio, cioè degli speculatori finanziari, cioè del Potere, che non perdono occasione di benedire e promuovere tutto questo.

Anche in tutto questo, nell’ultima sua terribile analisi profetica, Pier Paolo Pasolini aveva visto giusto, anche se su tutto questo il culturalmente corretto delle celebrazioni del cinquantenario della sua morte ha preferito tacere.

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Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi, Politica

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  1. Elena Vada ha detto:

    Interessantissimo! Grazie

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