IMPRESE A LECCE: ITALIANI IDIOTI E STRANIERI CAPACI, O ITALIANI TARTASSATI E STRANIERI IGNORATI?

| 20 Maggio 2015 | 0 Comments

(g.m.) ______________ La notizia che ho letto ieri su Leccecronaca dell’ultimo senegalese arrestato perchè in possesso di merce contraffatta mi ha fatto venire alla mente un altro articolo letto altrove qualche giorno fa, nel quale con grande compiacimento si elencavano i risultati eccellenti delle imprese gestite da extracomunitari, che rappresentano il 6,6% delle imprese salentine, e che “cresceranno ancora, grazie alla forza di chi va inseguendo un futuro migliore nonostante ogni difficoltà”, con un tasso di crescita pari a 3,45% mentre le imprese salentine chiudono ed infatti registrano un tasso di sviluppo pari a -0,59% ossia decrescono.

Le imprese individuali gestite da extracomunitari nella nostra provincia sono 3.175, stime della Camera di Commercio di Lecce, 966 gestite da senegalesi, 825 da marocchini, 299 indiani, 238 cinesi 160 pakistani e 118 albanesi.

La Camera di Commercio poi scrive: ” le ditte individuali gestite da extracomuntari dimostrano una maggiore capacità di fronteggiare la crisi rispetto a quelle dei leccesi, compensando con la loro crescita la diminuzione progressiva delle imprese gestite da questi ultimi”, e indica nel commercio l’attività prediletta dagli imprenditori extracomunitari.

Quanto sopra potrebbe pure essere tradotto con – le imprese straniere fanno chiudere quelle leccesi, e per la Camera di Commercio va tutto bene perchè alla fine  il saldo finale è quello che conta.
I signori della Cameradi Commercio però non si chiedono se ciò avviene perchè gli extracomunitari sono dei commercianti, degli artigiani, più bravi dei salentini, o perchè praticano una concorrenza sleale?

Ora si può esprimere compiacimento perchè le imprese straniere prosperano e le nostre chiudono, si sa che gli italiani nell’ultimo mezzo secolo si sono specializzati nello sputarsi addosso, possiamo anche immaginare che persone che provengono da paesi più poveri del nostri possano impegnarsi maggiormente di quanto facciamo noi, forse, ma non è sicuro, però ci piacerebbe leggere le analisi, oltre ai dati, della Camera di Commercio di Lecce, per sapere per esempio se si sono preoccupati di interpellare l’Ufficio delle Entrate, e chiedere se effettuando i controlli nel 2014 , per caso sia capitato che il 6,6% dei controlli abbia riguardato imprese extracomunitarie, o se invece  non hanno subito alcuna verifica.
Ci piacerebbe sapere se nelle analisi, la Camera di Commercio di Lecce ha tenuto presente che le cartelle esattoriali devono essere notificate nella lingua parlata dallo straniero, in quanto dev’essere garantito il diritto di difesa al contribuente di nazionalità straniera, in quanto l’assenza di contraddittorio rende l’atto illegittimo (Commissione Tributaria Provinciale di Roma in una sentenza 17702/14) .
E quindi ci chiediamo come possano impiegati che già non riescono a scrivere correttamente in italiano, visti i tanti atti che vengono impugnati, a  notificare cartelle scritte, in senegalese, in cinese, in pakistano, marocchino, indiano o albanese.
Quindi quelle cartelle esattoriali che portano alla disperazione i nostri artigiani che a volte giungono a togliersi la vita, agli extracomunitari gli fanno un baffo.

Ma  la Camera di Commercio sa come funziona l’Ufficio delle Entrate, ha mai parlato con gli artigiani salentini che subiscono le verifiche e come queste si svolgono, per non parlare dei tanti balzelli a cui gli imprenditori italiani sono sottoposti, oltre che dallo stato anche e sopratutto dai comuni?

I dirigenti della Camera di Commercio di Lecce, si so fatti spiegare cosa avviene quando i finanzieri si presentano in un negozio gestito da extracomunitari, e questi e non rispdono alle domande poste loro dai militari, adducendo la scusa di non parlare l’italiano?

C’è qualcuno che controlla se i lacci e lacciuoli imposti dalla burocrazia ai nostri imprenditori, sono applicati anche alle aziende straniere?

Gli impiegati della Camera di Commercio sono mai entrati in un negozio cinese? Che lo facciano e che magari provino a chiedere lo scontrino.
La Camera di Commercio faccia un’indagine seria e poi venga a dirci quali sono i motivi per cui le nostre aziende chiudono e quelle degli stranieri prosperano.
Un ultima considerazione che riguarda i tanti senegalesi, o marocchini che vengono presi con merce contraffatta,  questa merce illegale, da dove viene e questa merce non produce forse fatturato in nero?
La Camera di Commercio di Lecce, si dovrebbe recare a Lizzanello per esempio, e capire perchè un commerciante del posto che vende oggetti e arredi economici, chiude perchè non riesce a pagare l’affitto di 1.200,00 euro al mese, e un commerciante cinese affitta quel locale a 1.880,00 euro al mese versando un anno di anticipo, per poi vendere i classici prodotti di vestiario che troviamo nei negozi cinesi a prezzi irrisori e di scarsissima qualità.

Eminenti politologi e sociologi, insomma gli eterni ospiti a pagamento dei salotti televisivi ci spiegano che gli extracomunitari sarebbero una risorsa, perchè fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, qualcuno lo vada a spiegare a quei negozianti che hanno chiuso perché subiscono la concorrenza dei commercianti senegalesi o cinesi.

Tra un pò succederà quello che è avvenuto in città come Prato dove i cinesi hanno comprato interi quartieri, e quelli che una volta erano i ricchi imprenditori italiani del tessile, oggi per campare  fanno gli autisti e le mogli le cameriere in casa dei nuovi padroni, i cinesi.
Gli extracomunitari una risorsa lo sono ma per chi? per tutte quelle associazioni che lucrano sulla pelle di questa gente, ed è simpaticissimo ascoltare coloro che candidamente ci raccontano che sono tanti gli italiani che prendono uno stipendio prendendosi cura degli extracomunitari, alberghi, associazioni ecc. Si, peccato che quei soldi vengano prelevati dalle tasche di altri italiani che invece producono, e che se non fossero tartassati produrrebbero molto di più ed inoltre creerebbero nuovi posti di lavoro.

Ma i politici si sa sono interessati a creare non posti di lavoro, ma “stipendifici”; fabbriche di gente a cui si da uno stipendio ma non producono nulla, perchè alla porta di  costoro, i partiti, sopratutto quelli di governo possono andare a bussare in campagna elettorale.
Ecco perché cresce il terzo settore ma chiudono le aziende.

Gli imprenditori leccesi non sono sfaticati, nè incapaci o idioti,  se spesso sono costretti a chiudere è a causa di strutture come la Camera di Commercio che invece di dare supporto alle nostre imprese, sa produrre solo chiacchiere, mentre gli organi controllo sono solo capaci di avventarsi sulle imprese sane, sanzionandole pesantemente e spesso costringendole a chiudere, tutto questo mentre l’abusivismo italiano e straniero dilaga.
Come vede le statiche si possono leggere in tanti modi.

Category: Costume e società

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