ESCE IL DECIMO ALBUM DELLA BAND SALENTINA, IN CD E VINILE / GLI “Incontri live” DELL’ OFFICINA ZOE’

| 22 Luglio 2018 | 0 Comments

di Roberto Molle______

Da quando, nei primi anni Novanta, si è venuto a creare quel movimento di revival della tradizione musicale salentina, tra le tante formazioni di musicisti, ad oggi, quella dell’Officina Zoè (nella foto) risulta tra le più longeve e originali.

Ce ne occupiamo in occasione dello scoccare del venticinquesimo anno di vita del gruppo, che, per festeggiare il traguardo, fa uscire proprio in questi giorni il suo decimo album.

In realtà è un doppio, disponibile in cd e vinile, è pubblicato da Kurumuny edizioni e il suo titolo è: “Incontri Live”.

 

È il 1993 quando Lamberto Probo (voce, tammorra, tamburello e percussioni), Donatello Pisanello (organetto diatonico, chitarra e mandola) e Cinzia Marzo (voci, flauto e tamburello), danno vita a Officina Zoè con l’intento di riportare alla luce – dal sottosuolo della cultura popolare – quel trasporto alla trance che fino alla fine degli anni Cinquanta veniva stimolato dal suono quasi stonato di un violino e quello ancestrale del tamburello, allorché venivano suonati per ore in occasioni conviviali, nonché a fini terapeutici, per curare o lenire quella che l’antropologo Ernesto De Martino definì una sindrome culturale di tipo isterico, ovvero il tarantismo.

La formazione degli Zoè (come per semplificazione vengono chiamati dai fans n.d.r.) nel corso degli anni è stata integrata da altri musicisti che hanno ruotato intorno al nucleo originario; attualmente si è stabilizzata con l’apporto di Giorgio Doveri (violino e mandola), Luigi Panico (chitarra) e Silvia Gallone (tamburello e voce).

 

Detto che la musica dell’Officina Zoè ha contribuito alla colonna sonora di alcuni film del regista Edoardo Winspeare (Pizzicata, Sangue vivo, Il miracolo), e che è approdata a numerosi festival importanti, tra cui il Womad di Peter Gabriel e il Festival dei Popoli di Firenze, va anche detto che restava comunque costretta nel panorama salentino, perché connaturata al percorso intrapreso tanti anni prima.

 

Con “Incontri Live” cambia tutto. Il respiro, da salentino si fa mediterraneo, fino a straripare nel mare magnum della world-music. I tantissimi concerti tenuti in buona parte del mondo (dall’Europa, al Giappone, all’India) per far conoscere e trasmettere suoni e radici del Salento, li hanno portati inevitabilmente a confrontarsi e contaminarsi con altri percorsi sonori e non solo: anche l’aspetto umano si è arricchito di tante collaborazioni con musicisti e artisti di altissimo livello che, alla fine, sono diventati nuovi amici.

 

Ascolti random e frammentati perlopiù ritagliati in spazi di tempo rallentati dal caldo, non hanno inficiato la percezione della grandezza di questo disco.

Suonato o giocato potremmo dire, su territori multiformi, sedimentati dalla presenza e dalle storie dei musicisti ospiti, Incontri Live si nutre dei profumi delle tante esperienze e degli di innumerevoli viaggi reali e immaginari che i musicisti dell’Officina Zoè hanno intrapreso fino ad oggi.

Un disco che si apre con un canto alla stisa di donna,  assediato dolcemente da un coro suggestivo di voci mongole, e prosegue col ritmo di percussioni aspirate dal cuore di un Africa che mai, prima d’ora, era sembrata così vicina.

I titoli dei brani sono importanti, eccone alcuni: Mamma la Luna, Mercanistan, Oppskriftfor herrefolk, Hartai sarlag, importanti ma complementari, perché semplici tessere di un mosaico che va ammirato nell’insieme per non perdere nessun particolare.

Ed ecco, allora, splendide melodie balcaniche, ballate folk intrise di echi che rimandano a sonorità di stanza dalle parti degli Inti Illimani, suoni destrutturati di violino e mille altre diavolerie a fondersi con le immagini di danze notturne sulla veranda in riva al mare, voci femminili dalla delicata connotazione salentina che flirtano in sottofondo con universi sonori mai immaginati prima; e poi la trance, in un vortice ipnotico che spinge canto e suono ai massimi livelli.

Altri brani sono: Ferma ferma, Macarìa, Lu rusciu te lu mare; non inganni l’idea di sentirli riproporre nella stessa ripetitiva versione in cui mille volte sono stati ripresi da tanti altri gruppi, perché questa volta è tutta un’altra storia, con Baba Sissoko (polistrumentista del Mali), Candy Guira (vocalista del Burkina faso), Don Moye (batterista statunitense) e Mamani Keita (altra splendida voce del Mali) a dare man forte a Lamberto Probo e compagni nell’obiettivo di portare tutto verso una ri-fondazione della proposta dei succitati classici popolari.

Questo disco rappresenta il picco più alto nella produzione discografica di Officina Zoé; una maturità artistica costruita in venticinque anni di carriera che ha permesso loro di spogliarsi dell’aura di gruppo di musica popolare e vestirne un’altra, che di questi tempi suona di grande auspicio, quella di gruppo cosmopolita che suona la musica del mondo.

Gli altri musicisti che hanno suonato in Incontri Live sono: Hosoo & Transmongolia (Mongolia), Mercan Dede & Secret tribe (Turchia), Mari Boine (Lapponia), Mazaher (Egitto).

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cultura

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