L’INTERVENTO / LA GUERRA DI GIUSEPPE

| 7 Gennaio 2020 | 2 Comments
CERTO, E’ PIU’ COMODO OFFENDERE E LANCIARE ACCUSE GRATUITE, PIUTTOSTO CHE DARE SPIEGAZIONI ALLE TANTE DOMANDE CHE ANCORA PESANO COME MACIGNI SULL’ AFFAIRE XYLELLA. E’ PIU’ FACILE INSULTARE CHI LE FA
di  Crocifisso Aloisi______
Siamo costretti a ritornare su una faccenda che speravamo non dover più affrontare, ma evidentemente più di qualcuno, sapendo di poter fare poco o nulla di quanto promesso agli operatori agricoli, pensa di continuare a scaricare le proprie responsabilità sempre su cittadini, associazioni e ricercatori non allineati per mascherare le proprie inefficienze, le fesserie dette e fatte.
Lo spunto è l’incontro pubblico avvenuto pochi giorni fa a Sava, per iniziativa del Sindaco Dario Iaia, presenti il generale Giuseppe Silletti (ex commissario straordinario per la cosiddetta ‘emergenza Xylella’, ora in congedo; quarto da sinistra nella foto del convegno), Giandomenico Pilolli, coordinatore provinciale di FdI, Renato Perrini, consigliere regionale FdI ed Erio Congedo, consigliere regionale e coordinatore regionale di FdI.
Dopo quanto riportato dal giornale online La Voce di Manduria (https://www.lavocedimanduria.it/news/salento-puglia-e-mondo/901232/xylella-il-generale-silletti-a-sava-per-fare-guerra-ai-falsi-ambientalisti) si rende necessario intervenire e fare alcuni chiarimenti:
1) OTTOBRE 2013
Dopo appena due mesi dal ritrovamento ufficiale del batterio xylella fastidiosa a Gallipoli, cioè ad ottobre 2013, fu affermato in Commissione Agricoltura della Camera il 13.12.2013 dalle autorità politiche e fitosanitarie preposte, che le eradicazioni erano già inutili perché il batterio era ormai presente su oltre 150 specie vegetali. Si delineava una strategia di convivenza, poi abbandonata. Qui gli ambientalisti non c’entrano nulla.
2) LA NOMINA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO per la ‘emergenza xylella’ è avvenuta a febbraio 2015, cioè oltre 2 anni dopo il ritrovamento ufficiale! Anche qui quelli che vengono citati con disprezzo ‘ambientalisti’ non c’entrano nulla. Perché tutto questo ritardo?
3 ) PIANO SILLETTI
Il piano Silletti venne presentato ad aprile 2015 mentre la provincia di Lecce venne dichiarata zona infetta il 13 marzo dello stesso anno, cioè prima del piano Silletti e sulla base di percentuali irrisorie di positivi. A tal proposito basta leggere i dati trasmessi dal Mipaf nella relazione del 06.07.2015.
Il movimento di protesta dei cittadini nacque il 29 marzo 2015, dopo la manifestazione di piazza Santo Oronzo, dunque dopo la dichiarazione della provincia di Lecce come zona infetta (come avrebbero potuto i cittadini ostacolare un piano non ancora messo in pratica ?).
Anzi, qualcuno non ha ancora spiegato come mai ci siamo giocati l’intera provincia di Lecce prima ancora della presentazione del piano. Com’è facilmente intuibile nessuna responsabilità è da addossare agli ambientalisti in merito alla Provincia di Lecce.
A detta di molti commentatori il piano Silletti era carente di alcune importanti valutazioni di impatto ambientale, sanitario e soprattutto sociale. Il fatto che oggi la Commissione Europea stia rivedendo la regola dei 100 m (cioè abbattimento della pianta infetta e di tutte quelle potenzialmente ospiti nel raggio di 100 m), riducendo il raggio d’azione a 10 metri (cioè del 90% !) è una conferma della bontà delle critiche avanzate al piano da cittadini, tecnici e ricercatori non allineati.
La gestione commissariale è terminata a gennaio 2016, cioè dopo 1 mese dall’intervento della Procura di Lecce (avvenuto il 18 dicembre 2015, ma la Provincia di Lecce era già stata dichiarata zona infetta da oltre nove mesi). I cittadini che colpe avrebbero in tutto questo?
4) EMILIANO
Il governatore della Puglia fu eletto a giugno 2015 ma la gestione operativa del problema era in mano al commissario straordinario. La Regione iniziò a gestire direttamente dopo la decadenza dell’incarico a Silletti, avvenuta dopo le sue dimissioni a dicembre 2015.
5) PROCEDURA DI INFRAZIONE
Fu aperta a dicembre 2015 (durante la gestione Silletti) e prima dell’intervento della Procura di Lecce. Nella procedura d’infrazione la Commissione europea imputava all’Italia/commissario la “mancata predisposizione di un programma sistematico di monitoraggio” evidenziando che solo l’1% dei quadrati/celle era stato monitorato”.
E, se permette caro Generale, qui è proprio Lei ed i tecnici e ricercatori che La consigliavano a dover dare spiegazioni, non certamente i cittadini !
Il cambio di passo invece avvenne proprio dopo il passaggio della gestione dei monitoraggi da parte della Regione Puglia, a partire dal gennaio 2016, che ha realizzato uno dei più giganteschi monitoraggi a livello mondiale (circa 500.000 alberi campionati contro le poche migliaia durante la gestione Silletti) del tutto rispettoso delle regole europee. Attività di monitoraggio che ha fatto uscire l’Italia dalla procedura di infrazione. Dunque è vero l’esatto contrario ! D’altronde i numeri sembrano essere impietosi: durante la Sua gestione, dai dati trovati, il monitoraggio è stato più o meno di 30.000 campioni, mentre durante la gestione Emiliano / Ragno la media è stata all’incirca di 170.000 campioni annui e con meno risorse economiche.
(ma anche questa attività di monitoraggio, purtroppo, come quella durante la gestione commissariale, ha tralasciato un aspetto fondamentale, che si è poi dimostrato cruciale per la non soluzione al problema disseccamenti: non aver ricercato altre possibili cause dei disseccamenti, presenti per esempio nei terreni, vista le differenze tra le diverse zone infette, con alberi completamente secchi, altri con ripetuti sintomi di disseccamenti ma ancora vegeti dopo oltre sei anni, alberi completamente vegeti e produttivi trovati positivi ed alberi completamente secchi o con gravi sintomi, ma risultati essere negativi alla presenza del batterio).
6) SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA DI SETTEMBRE 2019
la Commissione Europea, che ha sollecitato il giudizio della Corte, non ha avanzato accuse a ricercatori e cittadini ma ha criticato l’operato delle autorità preposte alla faccenda
7) MAGISTRATURA
I magistrati salentini hanno parlato di
“molteplici irregolarità”, di “pressapochismo e la negligenza” con la quale avrebbero lavorato in questi anni tecnici, politici e accademici. Una serie di interventi “che si sono dimostrati assolutamente disarticolati, tardivi, caratterizzati da scarsa trasparenza e professionalità e non consoni complessivamente a una corretta gestione dell’emergenza”. Come si può notare anche qui i cittadini c’entrano nulla.
8) TRATTAMENTI DI RECUPERO
Se i cittadini diffondono notizie relativamente a dei trattamenti di recupero e salvataggio di alberi e che stanno ottenendo dei risultati (alcuni dei quali hanno anche avuto alcune pubblicazioni scientifiche come per esempio il cosiddetto ‘Protocollo Scortichini’), cioè se i cittadini fanno quello che non hanno mai fatto giornalisti ed opinionisti coinvolti, che colpe hanno ?
9) non sono stati ancora chiariti molti aspetti di questa vicenda, aspetti in cui gli attivisti c’entrano nulla:
-i ritardi delle notifiche di abbattimento,
-la vicenda dell’olivo di Termetrio (ritardo nella notifica e olivo vegeto dopo oltre un anno dalle analisi positive), quella incredibile ed ancora più grave dell’olivo di Monopoli, quella dell’olivo di Corato,
– il ruolo del vettore autostoppista,
– perché lo scorso anno, tra dicembre e gennaio, iniziò l’ennesima campagna mediatica emergenziale del batterio che aveva un’avanzata quasi militare in direzione Bari, cioè durante il periodo di fermo biologico dell’insetto vettore ? (che diventa possibile fonte di trasmissione a partite dal maggio di ogni anno, non certamente a dicembre!). Avanzata improvvisamente crollata non appena intervenne la Procura di Bari (per capire come fosse arrivato in terra di Bari l’organismo nocivo delle piante). Avanzata poi letteralmente fermata (complimenti ai baresi, non sappiamo come abbiano fatto ma oggi non si parla più di avanzata verso Nord a “3 km al mese”. Sono passati 11 mesi ma siamo ancora fermi a molti km di distanza da Bari, veramente complimenti), tant’è che oggi il batterio sembra aver virato verso ovest in direzione Taranto, tenendosi così a debita distanza dal territorio di competenza della Procura di Bari. Sarebbe interessante sapere per quale motivazione scientifica c’è stato improvvisamente il blocco di tale “avanzata verso Bari”.
– perché si insisteva ad utilizzare fitofarmaci con componenti che in Europa stavano per essere vietati ?
– il fatto che oggi si chieda di andare in deroga a vincoli paesaggistici, ambientali e sanitari vuol dire che allora si stava procedendo proprio senza rispettare i vincoli paesaggistici e sanitari, cioè la tutela della salute dei cittadini e del nostro Paesaggio ?
Dal 2014 ad oggi, abbiamo chiesto alle autorità preposte di dare spiegazioni sulle tante contraddizioni e aspetti torbidi della faccenda xylella: questo non può certamente essere un reato né essere causa di reati. La nostra manifestazione di pensiero è libera e chiunque vi ha aderito liberamente senza alcuna condizione.
Per questa ricerca di verità continuiamo a subire pressioni e calunnie di ogni genere, fino al punto che ci viene anche rinfacciato di essere responsabili del disastro e di aver diffuso notizie non vere su questa vicenda: docenti universitari, costituzionalisti, tecnici, cittadini ricercatori e giornalisti non allineati continuano ad essere apostrofati in tutti i modi, da complottisti e negazionisti fino a santoni, zulù (ex min. Centinaio) e sciamani.
Evidentemente risulta più comodo offendere e lanciare accuse gratuite piuttosto che dare spiegazioni alle tante domande che ancora gravitano come macigni sull’intera vicenda Xylella.
A proposito dell’incontro di Sava o di altri che si faranno, come mai anche a Taranto il batterio sembrerebbe “avanzare” malgrado lì non c’è stata alcuna protesta di piazza, né ricorsi al Tar per bloccare eradicazioni ?
Anche qui la colpa sarebbe degli attivisti tarantini ? o di chi, malgrado abbia un ruolo istituzionale nell’affrontare il problema sembra essersi incartato con le pagine di quotidiani amici ? A Taranto stiamo assistendo allo stesso film visto in Salento: a quanto pare il batterio continua lo stesso ad ‘avanzare’ e non sembra che qualcuno, che pure viene pagato con fondi pubblici, sia interessato o sia in grado di fermarne la cosiddetta ‘avanzata’. Ma i cittadini non c’entrano nulla.
È grave che commentatori e giornalisti continuino pericolosamente a soffiare sul fuoco della disperazione di chi ha perso tutto alimentando così pericolose tensioni. Ancora più grave se a parlare in questo modo sono uomini di Stato, rappresentanti delle istituzioni, che dovrebbero agire nel rispetto scrupoloso della Costituzione e di una istituzione qual è la Magistratura. Il sospetto è che qualcuno sa di poter fare poco o nulla e sta cercando di scaricare le proprie responsabilità. Dunque nulla di nuovo, tranne il fatto che da adesso in poi risponderemo colpo su colpo di fronte a questa reiterata e pericolosa condotta denigratoria, non corrispondente alla verità dei fatti.______
Crocifisso Aloisi è consigliere comunale del Comune di Galatone con delega all’agricoltura.______
LA RICERCA nel nostro ultimo articolo sulla questione del 21 dicembre scorso

Category: Cronaca, Politica

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Comments (2)

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  1. Angelo Montefrancesco ha detto:

    La mia meraviglia è come mai il popolo salentino abbia subito questo indescrivibile oltraggio al proprio patrimonio e non sia insorto, passando alle vie di fatto, contro tutti costoro.
    Più guardo i nostri ulivi meno me lo spiego.

  2. Mario Apicella ha detto:

    un sincero complimento a Crocifisso Aloisi, in poche battute ha delineato la strategia della tensione che “portatori di interesse” hanno messo in campo per ottenere risultati sicuramente utili a chi su tali strategie programma i propri data base. Da agronomo barese sottolineo che la Xilelle non è più dannosa della rogna dell’olivo provocata dal batterio, conosciuto dal 1789, Pseudomonas savastanoi su olivo e oleandro con cui si sopravvive e si convive. Immagino invece che la retrocessione da 100 a 10 metri è dovuta alla presenza di Xlella ormai rilevata ovunque, anche il Toscana ad esempio, dove non sarebbe possibile agire in modo così vigliacco, d’altronde (perdonatemi) se la sperimentazione su cosa si riesce a combinare lanciando un emergenza fitopatologica, è terminata, non serve che Mangiafuoco si accanisca ulteriormente, senza per questo abbassare da parte nostra la guardia, ben sapendo che bastano pochi spiccioli per fa ripartire una speculazione ormai lanciata (dateci diecimila euro ad ettaro che noi latifondisti tagliamo tutto anche usando, se vi serve, tutti i veleni che vorrete sperimentare)

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