HANNO FATTO UN DESERTO E LO HANNO CHIAMATO XYLELLA

| 21 Dicembre 2019 | 18 Comments

 

UNA CONFERENZA PER SPIEGARE IN MANIERA ORGANICA E SCIENTIFICA DA COSA SIA STATO CAUSATO IL DISSECCAMENTO RAPIDO DEGLI ULIVI. AVANZA IN MANIERA SEMPRE PIU’ NITIDA LA VERITA’ SULL’ “EMERGENZA” INVENTATA E SULL’ORGANIZZAZIONE DELLA FRODE

di Giuseppe Puppo______

“Nel 2015 mi trovai un giorno nella campagne di Oria. Ebbi un’intuizione…Raccolsi una manciata di terra e l’annusai, d’istinto, come fanno i veri contadini, per sentirne l’humus e capire così se è buona da coltivare, oppure  no. Rimasi sconcertato: non sentii niente, ma proprio niente. Poi alzai il mio sguardo da sopra al naso e mi guardai intorno: non c’erano uccelli in volo, non vidi api, intorno non c’era niente, nemmeno insetti”.

L’ecologista pugliese, restauratore di professione, Gino Ancona evoca questo scenario apocalittico, però purtroppo vero. Decide di sviluppare la sua intuizione, a questione così detta della Xylella appena iniziata. Sa che le intuizioni non bastano da sole, di per sé, hanno bisogno di ancorarsi a prove concrete e di appoggiarsi su solide basi scientifiche.

Intorno al suo comitato “Coordinamento per la difesa del patrimonio culturale contro le devastazioni ambientali” già attivo da tempo, mette su allora un vero e proprio Comitato scientifico indipendente. Negli ultimi quattro anni, questo Comitato ottiene autorevoli adesioni multidisciplinari; raccoglie, confronta e produce un numero enorme di documenti precisi; e inizia a divulgare le conclusioni cui è giunto.

Questa mattina il Comitato era a Lecce, alle Officine Culturali Ergot, in un  incontro organizzato in collaborazione con l’Unione degli Studenti Universitari dell’UniSalento, “per andare oltre la propaganda del batterio Killer: il disseccamento degli ulivi, a partire dal Salento è il sintomo di agonia di una terra che sta morendo”, relatori tecnico-scientifici il dottor Giorgio Doveri, chimico farmaceutico, e l’ingegner Roberto Dammicco.

Un’ esposizione organica e documentata, che va ad aggiungersi ad una ormai sterminata serie di dati precisi, lavori professionali, prove ed elementi concreti di volta in volta, quasi giorno dopo giorno, nel frattempo da più e diverse parti accumulatisi, che spiegano a chi ne abbia voglia in maniera pressoché esaustiva l’emergenza inventata sulla questione, e l’organizzazione della frode imbastita ad arte, complici le speculazioni affaristiche. e le incapacità politiche.

Quella che segue è la mia esposizione delle due ore di confronto di questa mattina, sviluppatosi sulla base di documenti scientifici, in una sintesi giornalistica, da umile cronista, ignaro di chimica, fisica e quant’altro di accademico  e che, per dirne solo una, i postulati di Koch non sa nemmeno cosa siano: i lettori perdoneranno le esemplificazioni, tutte però ragionate.

Quando, nel 2013 si cominciano a verificare i primi fenomeni di disseccamento degli ulivi nella zona di Gallipoli, la Regione Puglia, chiamata a interrogarsi sulle cause e a organizzare un rimedio, la spiegazione in realtà ce l’ha già.

E in possesso di una decina di studi universitari di enti terzi, della comunità scientifica e degli Atenei, che documentano in maniera chiarissima il fenomeno in atto della progressiva desertificazione del territorio.

Li aveva lasciati nel cassetto. Li dimentica anche nel 2013.

 

Fra quelli citati questa mattina, ce n’è uno che mette i brividi, perché contiene pure ivi compresa una lucida quanto temporalmente precisa profezia,  eccola, da “Inquinamento salino ed antropico degli acquiferi costieri della Murgia e del Salento”, studio del 2002 (attenzione alle date) del Politecnico di Bari firmato da Maria Dolores Fidelibus e Luigi Tulipano:

“Saranno sufficienti dieci-dodici anni perché nel sottosuolo salentino circolino ovunque acque a contenuto salino superiore a 3 grammi per litro (l’acqua dolce ne ha meno di mezzo grammo per litro, ndr). Una catastrofe annunciata si compie sotto agli occhi degli addetti ai lavori, senza che nulla venga fatto per arginare un fenomeno che avrà paurose ricadute sull’intero ambiente. La sommatoria degli effetti del cambio climatico e della salinizzazione non potranno avere che un’unica risultante: la completa desertificazione della Puglia, a partire dal territorio salentino. la salinizzazione delle acque di falda è una grave e tragica conseguenza dell’indiscriminato uso dei pozzi profondi, là dove sono stati perforati gli strati rocciosi fino a settanta metri di profondità migliaia di volte. E’ stato trovato glosofato (erbicida chimico prodotto su brevetto dalla multinazionale Monsanto, ndr) a sessanta metri di profondità”.

Terribile.

I tantissimi pozzi artesiani, circa centomila, hanno trivellato la roccia, dopo che era esaurita l’acqua dolce e hanno portato nel terreno acqua salina, in cui poi contemporaneamente si sono riversati i residui di erbicidi, pesticidi e ogni genere di schifezze chimiche massicciamente usati per decenni nei nostri campi.

Sostanze fra l’altro direttamente responsabili di diverse tipologie di tumori che in maniera superiore a ogni media si registrano nel Salento.

A questo si aggiungono le polveri velenose portate dal vento provenienti dall’Ilva di Taranto e dalla Centrale di Cerano: c’è bisogno di aggiungere altro?

 

Ma sì, aggiungiamolo, quale personale contributo al dibattito mi sia consentito di citare un passaggio del mio colloquio con l’allora Procuratore della Repubblica di Lecce Cataldo Motta, non rivelo nulla, l’intervista fu pubblicata su leccecronaca.it il 19 novembre 2016, rivista e approvata dall’alto magistrato, passaggio che alla luce di quanto detto oggi dai relatori della conferenza è proprio emblematico:

D.) – Procuratore, è passato più o meno un anno dal clamoroso annuncio delle dieci persone indagate per vari e pesanti reati, sul fronte della questione, tanto dibattuta e tanto al centro dell’ attenzione di tutti i Salentini, così detta della ‘Xylella’. Perdoni l’ ignoranza, ma quanto tempo avete, per chiudere un’ inchiesta, in un senso o nell’ altro?

R.) – Sei mesi, rinnovabili per due volte. Avevamo già chiesto i primi sei mesi, e ne abbiamo chiesto adesso altri sei.

D.) – E, mi permetta, perché?

R.) – Perché c’è una novità. Stiamo puntando l’ attenzione sulle situazioni di cui siamo venuti a conoscenza attraverso l’ elaborato di una ricercatrice universitaria, che ha segnalato un uso abnorme di pesticidi, insetticidi, diserbanti in provincia di Lecce, nettamente superiore alla media nazionale e pugliese.

D.) – Quindi l’ inchiesta sulla ‘Xylella’ non si è arenata, ma va avanti e anzi apre un nuovo fronte. Ho capito bene?

R.) – Sì, l’ inchiesta continua. Adesso stiamo accertando la corrispondenza dei dati contenuti nella ricerca universitaria…

D.) – Scusi, ci può dire qual è e chi ne è l’ autrice?

R.) – No.

D.) – Va bene. Prego, ci faccia capire che cosa state facendo adesso, alla luce di questi dati…

R.) – Stiamo accertando presso i singoli Comuni l’ uso effettivo di questi prodotti, presso i registri che ogni amministrazione deve avere e dove sono annotati i consumi nei campi.

L’ ipotesi su cui ci muoviamo è che l’ uso abnorme di questi prodotti abbia depauperato i terreni delle loro caratteristiche essenziali, incidendo così sulla dispersione delle difese immunitarie degli ulivi. Perché le piante hanno lo stesso meccanismo immunitario degli esseri umani.

La situazione, nelle zone verso Gallipoli e Ugento, è disastrata. Va meglio a Nord di Lecce e in provincia di Brindisi, e dove gli agricoltori hanno ripristinato le buone pratiche agricole con sistemi naturali. Gli ulivi poi spesso sono stati abbandonati a sé stessi..

Poi vorrei evidenziare un altro elemento…

D.) – Prego…

R.) – Questo filone di indagine sull’ uso dei prodotti chimici è molto complesso, perché, al di là della loro influenza sugli ulivi, sicuramente si innesca un intervento della Xylella, però noi crediamo che le condizioni perché attecchisca il batterio siano determinate dalle modalità di coltivazione degli alberi.

Poi, abbiamo notato che alcuni alberi presentano il fenomeno del così detto disseccamento rapido pur non avendo il batterio; e altri che, pur avendo il batterio, non hanno il disseccamento.

Comunque, al di là degli ulivi, l’ uso dei prodotti chimici in agricoltura è particolarmente pericoloso per la salute umana, perché essi entrano o direttamente, attraverso frutta o verdura, o indirettamente, contaminando il pascolo degli animali, nel corpo umano.

Adesso vogliamo accertare il loro consumo abnorme in provincia di Lecce, e capirne il perché.

 

Tutto chiarissimo.

Che cosa aveva fatto invece la Regione Puglia?

Aveva affidato la risposta agli scienziati che saranno poi indagati dalla magistratura.

Sin dal primo momento, iIl presunto colpevole viene individuato nel batterio denominato Xylella.

Sotto l’imput dell’Unione Europea, il governo Renzi ministro Martina dell’agricoltura mandante, Regione Puglia sicario, elabora la “soluzione”: abbattimenti indiscriminati, eradicazioni selvagge, e ricorso ai prodotti chimici ancora più massiccio.

Successivamente, in tempi più recenti, pure il primo governo Conte ministro Centinaio dell’agricoltura propugna e predispone provvedimenti analoghi.

Nessuno ha fatto niente invece per contrastare la desertificazione, e ce ne sarebbero i mezzi, nessuno niente per abolire l’uso dei veleni della chimica  in agricoltura, quasi nessuno quasi niente per ricorrere a rimedi e cure naturali.

Così la terra del Salento è un deserto nutrito da veleni.

I nostri fratelli ulivi sono morti così, avvelenati dalla terra in cui affondano le radici.

La verità è questa.

Un batterio naturale, che non può essere eliminato dalla natura, come altri, e che insieme ad altri ha gioco facile nell’attaccare ed attecchire, su piante che non hanno più la forza di difendersi, e si lasciano morire così.

Ecco servita invece la frode Xylella, per riconvertire il territorio completamente devastato alle speculazioni degli affaristi, con la complicità dei politici loro camerieri.______

LA RICERCA nel nostro articolo del 17 dicembre scorso

AFFAIRE XYLELLA, LA VERITA’ CONTINUA AD EMERGERE

 

 

Category: Cronaca, Cultura, Politica

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Comments (18)

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  1. Sebastiano Quiete ha detto:

    Sono daccordissimo sono un tecnico e contadino da sempre il problema dipende sempre da cio”che uno mangia ,se mangia bene e giusto godra’sempre di ottima salute se mangi prodotti chimici ti ammali fino a portarti alla morte i nostri monumenti “ulivi”sono morti e stanno morendo cosi’,oggi il batterio e’servito solo per fotaggiare l’agenzia regionale arif lo scrivo minuscolo perche’vale cosi’poco e stanno multando gli i contadini perche”la regione vuole fare cassa ,multe da 500 a 3000 euro ma applicano il massimo e il doppio del minimo.L’unico che puo risolvere questo problema e”il contadino ,l’uomo quando faceva il contadino non”imprenditore agricolo”cosi’viene chiamato adesso con un titolo superiore e con le pezze sul culo “che stanno in stato di fallimento grazie al sistema politico e burrocratico”,gli unici aiuti e subito li devono dare a quei poveri contadini rimasti e che iniziano a fare i lavori che facevano una volta nei campi ad esempio chi aveva un pezzo di terra allevava un po di animali e con il letame concimava le peante la mattina si usciva di casa con un pezzo di pane e l’accetta si faceva un po’di legna che serviva per il camino e la cenere si portava sotto gli alberi i resti delle potature venivono bruciate e cosi”anche le ristoppie ecc.ecc.Invece adesso se tocchi un albero ti multano perche’bisogna presentare un progetto e lo puo’fare solo l’impresa forestale abbiamo solo stalle che le mucche sono macchine e devono mangiare un determinato mancime e cosi il leteme diventa un rifiuto perche’pieno di chimica e diventa un veleno per il terreno.Volevo aggiungere due parole sll’arif lo sanno che quando entrano abusivamente in um campo dove ci sono gli animali si devono disinfettare le scarpe e avvisare il proprietario o poi dobbiamo creare un altro affare dopo aver portate malattie infettive?Un”alta cosa coca fanno quattro carabinieri forestali in una panda a che servono o servono solo per multare i contadini?

  2. Maria Carla alessandrelli ha detto:

    Articolo interessante, senza veli. Ma lascia l ‘ amarezza di non poter contare su una classe politica, se non corrotta, sicuramente superficiale , approssimativa e ignorante

  3. tina rizzo ha detto:

    dal 2009 che il problema viene ignorato dalla regione ci fu solola volonta’di appellarsi alla parola xylella che permetteva l”accesdo ai fondi europei e alla fine del Salento e ‘ cosi?

  4. Tommaso ha detto:

    Continuiamo con l’opera di denuncia. Ogni giorno decine di articoli parlano di batterio, nominandolo indiscriminatamente e senza capire (?) il deficit di informazione che stanno creando

    #nonchiamatelaxylella

    https://youtu.be/ogij178_Zm4

  5. Massimo ha detto:

    Io pratico olivicultura biologica da sempre in un comune a nord di Brindisi, gli ulivi centenari di varietà olealoria sono tutti infetti, secchi e morti. Nel nostro territorio l’acqua non presenta tracce di salinità.

  6. Giappas ha detto:

    Ma possibile che dobbiamo sempre vedere il complotto e maie nostre colpe? Fidandoci di chi poi? Tutti gli scenziati sono concordi da sempre e noi invece diamo voce a cantanti, medici, restauratori e intanto gli ulivi continuano a morire. Se all’inizio avressimo tutti tagliato gli alberi, quei pochi, che dicevano di tagliare probabilmente avremmo risolto il problema.la xylella non è un bluff, è una malattia esistente in tutto il mondo e contro cui i coltivatori combattano da decenni con incredibili investimenti. Noi invece, stiamo qui a cialtroneggiare

  7. Daniele ha detto:

    Ma ancora qualcuno insiste con questa storia del complotto? Ignoranza o malafede? E se anche fosse vera la storia della salinizzazione, di chi sarebbe la colpa? Della Monsanto? Della CIA? Del complotto ebraico? Di Soros? Del PD? O di tutti coloro i quali, in completa assenza di autorizzazioni, hanno da decenni realizzato pozzi artesiani, pompando acqua di falda per ogni uso. E che dire della chimica in agricoltura? Qualcuno ha forse obbligato gli agricoltori a usare diserbanti in quantità? O sono stati loro, insufficientemente preparati e forse mal consigliati, a preferire “li siccatuttu” alle pratiche tradizionali?

  8. Giorgio Doveri ha detto:

    Salve Sig. Massimo,

    la sua testimonianza è più importante di quanto crede. I casi come i suoi sono da capire. Le dico che la salinizzazione in gran parte delle falde è una sola delle componenti del complesso. I parametri da prendere in considerazione sono molti. Gli olivi, ad esempio, resistono all’acqua salata per un bel po’, quando sono in forza e in stato di salute. Essa diventa invece pericolosa quando le radici si sono sfaldate. Quindi i molteplici parametri sono: sostanze tossiche, metaboliti quali nitrati, cloridrati, ioni ammonio nella risorsa idrica. Metaboliti dei pesticidi. Stato di salute delle radici, cioè se sono sfaldate o sane. I nematodi infestano e sfaldano le radici, e in pochi li verificano; microrganismi patogeni tra cui funghi, batteri (tra cui la xylella fastidiosa), rodilegno ecc. che aggrediscono tronco e foglie; potature, quantità di sostanza organica nel terreno; microbioma e flora di microrganismi nei terreni (ci sono o non ci sono?); stato vitale delle vie xylematiche: se sono compromesse bisogna vedere fin dove. E’ difficile riattivarle. Dimensione degli alberi: un buon albero è 3-4 metri di altezza, spesso se ne vedono di 8,10 fino a 15 metri di altezza. Troppe branche, in questa sommatoria di fattori, costringono la linfa a fare delle scelte inquanto non può coprirle tutte. Stato dei terreni limitrofi: un terreno è Bio, ma magari quello accanto per niente e la falda sotto è comune
    Se lei vuole questo è il mio numero, 3387265709, e potremmo venire a visitare i terreni con esperti che stanno trattando con successo i terreni e gli oliveti ammalati. Ad esempio Dott. Giovanni Pergolese o Sig. Roberto Polo, per approfondire la situazione specifica.

    Salve Sig. Giappas,

    niente di più lontano da un’idea complottistica. Tanto meno negazionista e ancor meno ambientalista.
    Il nostro comitato ha raccolto degli studi analitici e diagnostici ufficiali di CNR, Arpa, Regione, Università, Politecnico, relativi alle condizioni dei terreni in Puglia. I responsabili vanno dalle più autorevoli multinazionali di pesticidi all’ultimo degli agricoltori che tratta i propri alberi ai milioni di turisti che riversano saponi e shampoo nei pozzi a dispersione. Nessun complotto, per carità. Siamo certamente tutti responsabili.
    La xylella non è né un bluff, né una malattia. La xylella è un batterio. Come dire: se ho una carie, cioè il dente è pieno di batteri, la malattia è la carie e non il batterio. Non ha caso ci sono tantissimi alberi malati senza xylella e tantissimi alberi sani con la xylella. Se all’inizio avessimo tagliato gli alberi non sarebbe, purtroppo, cambiato niente. Se dall’inizio, o da adesso, li curassimo con tutto il loro ambiente sotto e soprastante, allora si che cambierebbe qualcosa. Rispetto al protocollo di eradicazione c’è da dire che è sensato nel suo principio (limitandosi allo scopo di eliminare un microrganismo da quarantena) ma inapplicabile nel contesto pugliese dove il baterio da quarantena è stato rilevato svariati anni dopo la sua comparsa, ma sopratutto in un territorio di 65milioni di olivi. Ogni scienziato di buon senso, veda per esempio cosa dice il prof. Marco Nuti emerito Batteriologo del Sant’Anna di Pisa, vede come unica via la convivenza con i patogeni laddove è necessario invece un rafforzamento dell’organismo malato e del suo ambiente. In Nicaragua le piantagioni di caffè aggredite da patogeni, tra cui Xylella, son istate curate proprio così e adesso si sono riprese tutte. La xylella è presenta in Corsica, Calabria, Toscana, Liguria, poi Francia, Spagna, Portogallo e persino in Belgio. Ma non sta procurando disseccamenti nella maggior parte dei territori citati.

    Quindi niente complottismi, non interessano alla verità di una diagnosi fitopatologica e tantomeno alla giusta terapia. Per esempio è interessante una ricerca che ho trovato in merito alla relazione tra PM10, particolati, (di cui il Salento primeggia in tutta Italia a causa di Ilva, Cerano e Colacem) e disseccamento di alberi:
    https://www.sciencedaily.com/releases/2018/07/180716103538.htm

    Ma è uno degli ingredienti che probabilmente si somma al Complesso del disseccamento dell’Olivo.

    La legge della Natura, non la inventiamo noi, indica che ambinete malato favorisce pianta malata, ed essere umano malato. Ambiente sano favorisce pianta sana ed essere umano sano,

    Giorgio Doveri, chimico e tecnologo farmaceutico
    membro del comitato scientifico multidisciplinare indipendente.
    comitatosmi@gmail.com

  9. Giorgio Doveri ha detto:

    Sig. Daniele, vale quello scritto da me qui sopra poco fa.
    Nessun complotto. Le cose però accadono e ad oggi, se gli agricoltori hanno fatto un danno per colpa loro e per colpa di chi ha favorito una politica agricola “al ribasso”, , quel che è fatto è fatto. Ma loro hanno diritto di sapere cosa sta accadendo, cosa hanno sbagliato e sopratutto hanno diritto di sapere quali sono le GIUSTE soluzioni terapeutiche per recuperare lo stato di salute dei loro terreni e quindi alberi.
    Ciò non sta accadendo e i loro terreni valgono adesso molto molto poco, quasi niente, per un olio già di per se “al ribasso”.
    Quindi chi ha il potere ed i danari, cioè le amministrazioni e coloro che filtrano i fondi europei dedicati, hanno il dovere morale, sociale, politico o chiamatelo come volete di non “approfittarne” della situazione e di aiutare chi ha sbagliato; intanto non nascondendo la situazione ambientale dei terreni (non salinizzazione, è molto molto di più, per favore) e poi considerando molto di più coloro che decidono la cura prima dell’eradicazione. Cure che stanno avendo successo, e questa è la vera notizia da cui si dovrebbe partire.
    Arrivederci.

  10. Giorgio Doveri ha detto:

    Quello che ho scritto all’attenzione del Sig. Massimo e del Sig. “Giappas” è in attesa di essere pubblicato…

  11. direttore ha detto:

    Non c’è nessuna nostra approvazione preventiva dei contenuti dei commenti, sia chiaro a tutti. Il sistema blocca momentaneamente solamente i commenti in cui sono inseriti link esterni, considerandoli spam in maniera meccanica: quando ci accorgiamo che si tratta invece di documentazioni pertinenti li rimettiamo on line.
    Di solito non replichiamo nemmeno, sia ai commenti che ci piacciono, sia a quelli che non ci piacciono, rispettandoli tutti allo stesso modo.
    E sul giornale siamo stati, siamo e saremo sempre aperti ad ospitare le libere opinioni di tutti, con l’unico discrimine dell’interesse giornalistico.

    Noi della redazione, cancelliamo – qui sul giornale, come sulle nostre pagine social – solamente le volgarità e gli insulti, essendone comunque penalmente responsabili.
    Desidero infine ringraziare il dottor Giorgio Doveri per la pazienza e la competenza con cui ha risposto, e tutti coloro i quali sono qui intervenuti: forse dopo tanti anni, finalmente, si è aperto un confronto, senza con ciò voler offendere e prevaricare nessuno.

  12. Gino Ancona ha detto:

    Finalmente l’informazione che cerca di costruire comunicazione nell’interesse collettivo.

  13. Giorgio Doveri ha detto:

    Sig. Direttore, certo immaginavo che il link fosse il collo di bottiglia per ovvi motivi di rischio “oscenità” o “fuoriluoghità”. Buon lavoro e grazie.

  14. Massimo ha detto:

    Il batterio Xylella innoculato artificialmente in piante cresciute in condizioni ottimali in laboratorio è in grado da solo di provocare il disseccamento per ostruzione dei vasi xilematici nel cento per cento dei casi.

  15. Massimo ha detto:

    Fatta esclusione per le varietà resistenti.

  16. Giannotta Daniele ha detto:

    Da premettere che non sono ( nessuno) ,ma conosco il Salento in ogni angolo più sperduto è ho vissuto e vivo ogni giorno con angoscia questa catastrofe. La vostra visione della situazione è al quanto campata su cose che si contraddicono tra loro. Le porto alcuni esempi, che non sono né la soluzione né la scoperta. Ci sono alberi sui costoni più sperduti del salento che non hanno subito né concimazioni né diserbanti né tantomeno sono stati irrigati con acqua proveniente dal sottosuolo, eppure sono seccati, quindi? Non mi venga a parlare di terreno sottoposto a stress, perché non compatibile con quello che le ho appena illustrato. Altri alberi sono all’interno di ville e giardini con sotto erbetta e anche in questo caso il risultato è lo stesso. Che ci sia un batterio mi sembra evidente con la sua forma di contagio, che ci possa essere un complotto alla base ci può anche stare, ma per il resto prima di dare giudizi affrettati, farebbe meglio a girare tra una sponda e l’altra del Salento e capire di più! Di gente che dice di sapere ne abbiamo già troppa,ma di soluzioni nessuna.

  17. Giorgio Doveri ha detto:

    Salve Sig. Massimo, Salve Sig. Giannotta

    Sig. Massimo,
    ecco un breve ragionamento, da studiare, su cui la invito a riflettere ed eventualmente replicare se qualcosa non Le torna:

    1.
    Una citazione da una ricerca del 2001 sui patogeni dell’olivo. E’ della Dott.ssa Saponari, la stessa che poi non ha più parlato di questi patogeni, ma solo di Xylella:
    2001 ,“Distribuzione dei patogeni dell’olivo”. Progetto POM A32 (PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l’Agricoltura) – risultati di due anni di attività – Termoli, Campobasso. Maria Saponari, Nigro, Loconsole, Romanazzi, Vovias, Cariddi. Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli studi di Bari:

    “Lo stato sanitario dell’olivo in Puglia non sembra molto rassicurante. Inoltre, le recenti acquisizioni sulla diffusa presenza di patogeni virali, oltre che in piante sintomatiche anche in piante apparentemente sane, inducono ad una considerazione molto attenta dello stato sanitario della coltura. La “Verticillosi”, malattia fungina, risulta in preoccupante espansione.
    … L’olivo ospita in natura numerose specie di nematodi fitoparassiti che possono in molti casi procurare danni più o meno gravi e inducono specifiche alterazioni all’apparato radicale. “

    2014
    Qui uno studio del 2014 in California di Krugner sulla NON fitopatogenicità della xylella per i disseccamenti.
    https://apsjournals.apsnet.org/doi/pdf/10.1094/PDIS-01-14-0014-RE

    Se volete, per semplificare, vi invito ad andare sulle conclusioni, per esempio:
    “Queste osservazioni hanno indicato che i ceppi di X. fastidiosa qui riportati non hanno causato bruciature da foglia o malattia da morbo del ramo negli olivi mantenuti nelle condizioni descritte. Inoltre, nei test in serra, non vi è stata alcuna sovrapposizione negli impianti di analisi degli olivi che esprimono sintomi con le piante di analisi degli olivi in cui la PCR ha rilevato la presenza dell’agente patogeno (Tabella 2). Diverse spiegazioni per la presenza di sintomi nelle piante da testare (comprese le piante finte inoculate) prive di X. rfastidiosa sono plausibili: alcune piante di test coltivate in vivaio potrebbero essere state infettate da un agente patogeno in grado di causare malattie nell’olivo (48), o i sintomi osservati in alcune piante di prova erano dovuti allo stress abiotico (siccità) durante il periodo di incubazione post inoculazione prolungato.”

    Qui, inoltre, vi invito a leggere e studiare e criticare se necessario il seguente articolo che spiega bene la criticità dei test di fitopatogenicità eseguiti dalla Dott.ssa Saponari:
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/xylella-dalla-scienza-piu-dubbi-che-certezze/

    ORA:
    E’ molto importante soffermarsi sul fatto empirico e analitico che è pieno di campioni analizzati secchi senza xylella e pieno di campioni analizzati “verdi” sani con xylella. Da qui non ci si può spostare finchè qualcuno non lo fa. Non è una parentesi, è un punto focale che, chi crede sia la xylella la causa, DEVE SPIEGARE o dimostrare che va RICERCATO.
    E’ chiaro?
    Se un albero è secco ma non si trova xylella bisogna indagare assolutamente, perchè è ovvio che non è stata la xylella la causa (studiatevi il lavoro di Krugner sopra riportato). Se poi dopo vari anni si torna e in quell’albero è giunta la xylella e lo ha popolato non abbiamo risolto niente. Anche noi saremo vermi dopo la morte, ma non per questo sono i vermi la causa della nostra morte.
    Ricordo inoltre che la pcr riconosce un tratto di dna corrispondente al microrganismo ricercato, ma non ci dice se è vivo o morto. Cioè, anche quando il batterio è morto, il test risulta positivo.

    Adesso una cosa meno scientifica, ma che richiede una spiegazione plausibile se è falsa:
    Maria Saponari ha fatto i test di fitopatogenicità, e colgo l’occasione per riportarvi una intercettazione mail (non telefonica ndr) che il Dott. Boscia del CNR invia alla Dott. ssa Saponari del CNR, riportata dalla procura di Lecce nel documento di archiviazione;

    Boscia scrive a Maria Saponari, ricercatrice del Cnr (15 marzo 2014):
    “Non banalizziamo la prova: se usiamo la coratina, la infettiamo con la fastidiosa, la osserviamo asintomatica per uno, due, tre… quindici anni, poi quando Martelli sarà morto, Savino forse, io non so, la professoressa avrà avuto una crisi isterica perché non ci ha guadagnato nulla in tutti i sensi, tu avrai l’età mia e pubblicherai che (Xylella, ndr) non è patogenica (ma questo lo sappiamo già): embè?”

    Quindi, dopo aver studiato ciò, vi invito a dirmi cosa non torna così facciamo un passetto avanti, o indietro. Non ho il minimo interesse di tirare l’acqua ad un mulino. E ripeto, non sono nè ambientalista, nè complottista, nè negazionista. Non me ne frega niente.

    Sig. Giannotta,
    un albero si nutre di acqua dal sottosuolo anche senza irrigazione, o perchè scende dalle piogge o comunque perchè le radici la cercano.
    Sarebbe importante vedere gli olivi di cui parla Lei. Se vuole mi contatti (3387265709), e lo facciamo anche con gente più esperta di me in diagnosi sul campo. Come già scritto, i fattori sono molteplici e ovviamente non tutte le acque sono salate o inquinate e ovviamente di patogeni ce ne sono molti, molti e di molte tipologie (lo studio della Saponari stessa lo ha confermato 18 anni fa con la sua ricerca). Teniamo sempre ben presente che mentre l’essere umano può avere sintomi di varia natura su tutto il corpo, e in più può indicarli e parlarne, l’albero ha quasi sempre un unico sintomo per molteplici cause: il disseccamento.
    Io vivo ad Arnesano da 15 anni e per motivi di lavoro giro ogni giorno il Salento da Leuca a Taranto a sopra brindisi, ogni angolo e molte campagne, è la cosa che più amo del Salento. Ma si, continuerò di sponda in sponda per capirne sempre di più, grazie per il saggio consiglio.

    Distinti saluti,
    Giorgio Doveri
    membro del comitato SMI, scientifico multidisciplinare indipendente.

  18. Giorgio Doveri ha detto:

    Aggiungo e concludo: la cosa più importante è che chi sta curando terreni ed olivi in funzione di questi parametri vitali, sta ottenendo i risultati sperati. Sia agricoltori sul campo, sia ricercatori nelle Università. Chi vuole avere documentazioni in merito scriva al comitato scientifico, comitatosmi@gmail.com, che è a completa disposizione per ogni chiarimento e per ogni discussione in merito e ogni nuovo membro che voglia dare il proprio contributo.
    Grazie
    Giorgio

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