NOVITA’ EDITORIALI / “La notte più buia”, ROMANZO GENERAZIONALE DI ROBERTO GRAMICCIA

| 28 Ottobre 2022 | 0 Comments

di Raffaele Polo ______

Che volete: ad una certa età, siamo tutti seguaci del conte Leopardi, proprio quello del ‘volgerommi indietro’ e, contemporaneamente, ci offendiamo se ci indicano come ‘laudatores temporis acti’. Ma è così, dobbiamo prenderne atto, quando leggiamo o vediamo qualcosa ambientato nei ‘tempi passati’, un senso di appartenenza ci spinge subito ad interessarci benevolmente di quello che abbiamo sottomano. Magari, influisce anche sul giudizio finale ma tant’è: ci piace e basta…

Così non possiamo che esprimere il nostro consenso e la nostra partecipata condivisione con lo scritto di Roberto Gramiccia ( “La notte più buia. Cronache di una generazione”, Mimesis, pag 290   euro 22) che, in una sintetica autopresentazione, così parla della  sua generazione: “…Quella nata negli anni Cinquanta. Quella che ha vissuto, nel pieno vigore delle sue forze, gli anni cruciali che vanno dalla fine dei Sessanta a tutti gli anni Settanta: l’epopea del ‘68-‘69, la rivoluzione dietro l’angolo, l’esaltazione e poi gli anni di piombo, la delusione e tutto il resto fino ad oggi. Fino al tempo più difficile di tutti: quello in cui sembra smarrito il valore stesso di un vivere collettivo fornito di senso, che ha lasciato il posto al ghiaccio di un universo fatto dalla somma di infinite aprassiche solitudini”.


Scritto durante la pandemia da Covid-19, ‘La notte più buia’ è un’opera di immaginazione e ricordi, in cui il vissuto dell’autore si fonde con l’ansia del contagio, con la crisi che abbiamo attraversato.
Nessuna resa tuttavia attraversa le pagine di questo libro, che con lingua luminosa e tagliente racconta la storia di una generazione, dipinta «in modo indisciplinato», per immagini e flash memoriali, passo dopo passo. Più che un’autobiografia, un intenso “saggio narrato” sulla crisi della Sinistra, della politica,
della medicina e dell’arte. Su come eravamo e su come siamo diventati. 

Si tratta di un romanzo che, a partire da momenti di vita vissuta – rievocata con taglio quasi cinematografico – affronta la storia degli anni Settanta e Ottanta, per raccontare la crisi delle ideologie, della comunità, sino a prospettare nuove speranze e utopie. Largo spazio è dedicato alla medicina e all’arte, nel solco del percorso intellettuale e umano di Gramiccia. Nell’ambientazione della narrazione, inoltre,  anche Roma e il litorale hanno un posto importante.

Insomma, non manca proprio nulla e queste ‘memorie’ si fondono perfettamente con la buona vena narrativa dell’autore che mantiene sempre un procedere senza flessioni o indugi, rendendo la lettura avvincente e destinata a nostalgiche condivisioni.

Nostalgia, allora? Niente affatto: essere arrivati a questo punto, riuscire a sintetizzare con occhio e animo sereno ‘come eravamo’ è un modo di esprimere il proprio orgoglio, la propria fiera sicurezza di poter dire ‘c’ero anch’io’.

Category: Cultura, Libri

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