QUANDO IL LAVORO TI FA AMMALARE. UN CASO CLINICO DI ATTUALITA’ QUI A LECCE

| 13 Maggio 2025 | 0 Comments

di Diana Papaleo __________

L’ambiente lavorativo, anche quello della pubblica amministrazione, prima solitamente più pacifico, oggi è diventato “crudele”. Mancanza di rispetto e di educazione verso i colleghi e gli utenti: ultimamente sono aumentati i casi di disagi psichici,  psicologici e psicosomatici.

Ho ascoltato molte persone che ne sono uscite indebolite e depresse.

Sono aumentati i casi di mobbing, stalking e vessazioni.

Una ragazza, Alessandra (nome di fantasia, la foto di copertina è un’immagine di repertorio, ndr) mi ha raccontato la sua odissea sul posto di lavoro pubblico.

Su di lei hanno iniziato alcune colleghe scatenandosi come pantere che si aggirano nelle varie stanze dell’ ufficio e sadicamente hanno riversato le proprie frustrazioni, le proprie carenze di umanità, la loro cattiveria, incompetenza, e senza una coscienza, sulle colleghe più deboli.

Così è iniziata la violenza psicologica su Alessandra. Presa di mira da alcune colleghe che l’hanno boicottata, messa in cattiva luce in tutto, e colpita con forme di vessazioni psicologiche, circondadola per giunta con pettegolezzi di vario tipo.

Mi dispiace che nessuno abbia avuto  il coraggio di difendere la collega in difficoltà come avviene in alcune Pubbliche Amministrazioni che conosco.

Povera Alessandra, ha subito e ne ha risentito con sintomi psicosomatici, stati depressivi, ansiosi o di umore con gli effetti tipici del disturbo post-traumatico da stress (fenomeni di iperallerta, pensieri ossessivi legati al lavoro, fenomeni di evitamento, disturbi dissociativi, disturbi dell’adattamento), tensione continua e incontrollata. Infine, dopo averla ridotta allo stremo, hanno concluso.

E’ una storia di dispetti mentre la ragazza era caduta in uno stato depressivo maggiore, con burn out sui propri genitori e riducendo una famiglia in uno stato di sofferenza psicofisica.

Tutto l’ufficio ne era a conoscenza,compreso il dirigente e questo rende tutti colpevoli penalmente.

L’articolo 40 del Codice Penale italiano riguarda il rapporto di causalità nel reato, definendo quando un evento dannoso o pericoloso è considerato conseguenza di un’azione o omissione e quindi punibile. 

Il secondo comma dell’articolo stabilisce che il mancata impedimento di un evento, quando si aveva l’obbligo giuridico di impedirlo, equivale a cagionarlo, anche se l’evento è stato causato da un’azione. 

L’articolo 40 del Codice Penale è fondamentale per comprendere la responsabilità penale in situazioni di reati omissivi, ovvero quando la condotta non punibile in sé (l’omissione) ha portato alla verificazione di un evento dannoso o pericoloso Il secondo comma recita Secondo comma:

Definisce quando una condotta omissiva può essere considerata equiparabile ad una condotta attiva. L’obbligo giuridico di impedire un evento, che può derivare dalla legge, da un contratto o da altre circostanze (ad esempio, la posizione di garanzia), è fondamentale per l’applicazione di questo comma. Se un soggetto aveva l’obbligo di impedire un evento e non l’ha fatto, la sua omissione viene considerata come se avesse direttamente causato l’evento. Questo significa che l’omissione viene punita come se fosse stata una condotta attiva che ha causato l’evento. L’UFFICIO E’ COLPEVOLE DI DI QUANTO ACCADUTO AD ALESSANDRA.

E’ venuta a trovarmi, l’ho ascoltata attentamente e il mio sostegno sta nel denunciare l’ Ufficio in qualità di Criminologa e Neuroscienziata per i danni procurati da queste pantere scatenate contro di lei.

Ora Alessandra è seguita da un’equipè formata da Medici, Specialisti in Psichiatria, Avvocati Penalisti, Giuslavoristi e Professionisti che prenderanno le dovute misure.

Non si può stare zitti di fronte a situazioni del genere, è impossibile mirare una persona con l’intento di farla fuori dall’Uffcio.

Chi si trovi in situazioni simili, non abbia paura di denunciarle.

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DOTTORESSA DIANA PAPALEO

CRIMINOLOGA/NEUROSCIENZIATA

(nella foto qui sotto, con il giornalista della Rai Attilio Romita ad un convegno)

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Category: Costume e società, Cronaca

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