IL PRANZO DELLA DOMENICA / ‘STAVOLTA AL NOSTRO INVITATO SPECIALE VA MALE: DA GIUSEPPE DELL’ATTI SOLO RICORDI

| 22 Giugno 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo __________

Ci siamo conosciuti alla Mostra allestita e organizzata tutta da lui sul ciclismo a Lecce e sui primordi (in città fu creato uno spazio per le biciclette, un velodromo, per interessamento del poeta leccese Raoul Pigla…) che ha aperto le celebrazioni per il passaggio del Giro d’Italia da Lecce.

Dell’Atti ha stupito per le immagini e la documentazione offerte. E, in tal luogo, tra una sosta e l’altra, abbiamo parlato con lui di tutto, ma soprattutto del pranzo della domenica: Ed ecco cosa ci ha detto:              

«Mi chiamo Giuseppe Dell’Atti, sono un Regista – documentarista, sono nato a Copertino l’8/7/1985 segno zodiacale Cancro ascendente Leone. Sono cresciuto con i miei nonni perchè all’epoca mia madre insegnava Inglese, come supplente annuale era sempre fuori casa e con la sua 126 ha raggiunto tutte le scuole presenti sul territorio, dal Capo di Leuca a Lecce città, ha insegnato in quasi tutti gli Istituti del Salento dal 1977 sino al 2017, anno del suo pensionamento. Sempre con la sua 126 e con i miei nonni, in occasione delle feste eravamo soliti far visita ai nostri parenti: mia nonna materna si chiamava Nicoletta e aveva due sorelle, una a Caprarica la “Luiggia delli Dolci” perchè era proprietaria della pasticceria “Ideal”.

Prima passavamo da lei, era solita accoglierci in casa con un profumo di caffè e con il suo famoso dolce al succo arancia, che non vedevo l’ora di assaggiare. Anche mia nonna era una cuoca d’altri tempi. Amavo le sue crostate a tal punto che mangiavo la pasta frolla cruda e lei alcune volte non riusciva a chiudere il reticolo. Ma non solo, preparava degli ottimi e saporiti ‘stanati’ di Parmigiana e Pasta al Forno, ma il suo cavallo di battaglia in cucina era il “crapetto”, che mio nonno acquistava dalla migliore macelleria di Lecce, “Amato”, che si trovava tra la chiesa dei Monaci di Fulgenzio, che mia nonna era solita frequentate e l’incrocio di viale Imperatore Adriano, che conduceva a Piazza Mazzini.

Ritornando alle prozie, dopo aver guadagnato una ‘guantiera’ di paste secche regalateci da zia Luiggia, si proseguiva per Martignano per far visita alla zia “Ronza” e allu ziu CiCi, rimanevano sempre per pranzo, famose le sue braciole di carne fritta di vitello.

Ricordo che mio Prozio Gigi diceva “Giuseppe mangia ca t’ha fare quantu nu Leone” ma io in realtà da piccolo mangiavo poco, ricordo che sino alle scuole materne ero solito saccheggiare la mollica delle rosette dell’Alimentari di Totò che mio nonno mi commissionava ogni giorno.

Mio nonno Alfredo era solito trasportarmi sulla canna della sua Bianchi Lusso di colore nero del 1953, raggiungevamo il mercato coperto di Lecce che si trovava a ridosso del Castello Carlo V. Ricordo che all’entrata un signore vendeva dietro un gabbiotto le puccette alle olive che mangiavamo prima di fare la spesa. Ogni tanto prendevo il gelato artigianale da un signore che sostava con il suo carretto nel piazzale Libertini.

Prima di rientrare a casa, mio nonno sostava dalla Putea di “Sciaqquitti” (era ubicato frontalmente alla via che dall’ingresso della Villa Garibaldi, costeggiando l’istituto del “Calasso”, conduceva alle officine Cantelmo), per mangiare un paio di schiacciatine fritte accompagnate da un bicchiere di buon vino rosato, per lo più amabile.

Una volta rientrati a casa, la nonna premurosa mi chiedeva sempre cosa preferissi mangiare.

Mi piacevano molto le uova al tegamino, le lenticchie, la pasta al sugo ho iniziato a mangiarla quando frequentavo le elementari, dopo qualche anno andavo matto per il pollo allo spiedo. Quando mia madre mi portava dalla polleria era una festa, ricordo ancora il profumo.

Possiamo dire che sono stato iniziato alla cucina casareccia grazie a mia nonna e alle sue sorelle, che pensate un pò hanno avuto una vita molto longeva. L’ultima a lasciarci è stata la zia Luiggia all’età di 99 anni.

Tutt’oggi cerco di mantenere la tradizione, non sono un cuoco provetto ma amo mangiare sano, seguendo una dieta mediterranea, accompagnata da attività sportiva come ciclismo e camminata, alcune volte però mi concedo anch’io degli sgarri, cercando di tenere a bada il colesterolo e la glicemia.

Riguardo il salato, sulla mia tavola non devono mancare i peperoni al gratin, la caponata di melanzane, le barbabietole con aceto, menta e pan grattato, i fagiolini fini sempre conditi a “sarsa”, il pollo panato alla paprika di “Mimmo”, le polpette fritte, i pezzetti de cavaddhru e li turcinieddhri.

Riguardo i dolci, la Crema fatta in casa, ne mangerei un secchio, la torta mimosa e la crostata alla mostarda di uva.

Da quatttro anni convivo a Santa Rosa con la mia compagna Chiara che in cucina porta avanti la tradizione culinaria Casaranese di sua mamma Giuseppina, io tutt’al più ispirandomi a lei cerco di replicare le sue ricette, diciamo che me la cavo, cucinare mi rilassa, infatti rispetto a Chiara i miei tempi sono dilatati.

Il piatto forte che solitamente preparo al mio amico d’infanzia Giuseppe, (entrambi siamo professori alle scuole superiori, lui d’inglese io di Audiovisivo), sono le orecchiette alle cime di rapa con soffritto di pomodori secchi preparati da Ferruccio, il padre di Chiara, peperoncino piccante, alici, pan grattato e capperi.

Se c’è un ingrediente che amo in assoluto è proprio il cappero, lo inserisco dappertutto. Peccato che la mia gatta tartarugata “Mala” di 2 anni mangia solo croccatini altrimenti si leccherebbe i baffi!

Posso dire che le mie passioni sono il Cibo, il Ciclismo e il Cinema. Sempre con i miei nonni la sera su RAI Uno guardavamo i film di Bud Spencer e Terence Hill e ogni volta che mangio i fagioli al sugo non faccio che pensare ai bei momenti trascorsi insieme.

Ogni volta che mi prefiggo di realizzare un progetto che sia un documentario o una mostra mi impegno al massimo perchè tutto quello che realizzo lo dedico a loro che mi hanno insegnato molto. Grazie Raffaele per avermi invitato a tavola!»

N.B. Veramente l’idea era un’altra… Ma a un regista così bravo è concesso tutto e ci siamo abbondantemente satollati con i suoi saporiti ricordi….

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( 57 ‐ continua )

Category: Costume e società

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