LA FOLLE GESTIONE DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE CHE INVECE DI UTILIZZARE L’ACQUA DEPURATA PER L’AGRICOLTURA A GALLIPOLI LA VUOLE BUTTARE IN MARE SPENDENDO QUASI 14 MILIONI DI EURO

| 6 Luglio 2025 | 1 Comment

di Graziano De Tuglie ___________

E’ incredibile come una vecchia massima come “La mano destra non sa cosa fa la mano sinistra” possa essere attuale e praticata con disinvoltura ancora oggi.

Lo scorso marzo l’assessore regionle pugliese Fabio Amati lamentava pubblicamente il fatto che il 75% dei reflui fognari depurati e affinati vengano persi perchè non esistono reti di adduzione che possano convogliare nei campi le acque così recuperate. Tutti i mezzi d’informazione davano ampio risalto a tali dichiarazioni nel quadro di alcuni dibattiti sulla crisi idrica che incombe, ogni anno sempre più minacciosa, sulla Puglia. Una coraggiosa e lungimirante iniziativa ha portato infatti a moltiplicare gli impianti di affinamento post depurazione che consentono l’uso dei reflui trattati senza nessun rischi in agricoltura.

Nella grave situazione della siccità costante che attanaglia la Puglia potrebbe essere una delle vie da percorrere per soddisfare la sempre crescente penuria d’acqua; attualmente sono sette gli impianti che adottano impianti di affinamento a valle degli impianti di depurazione al massimo livello possibile.

Entro il corrente anno, sempre secondo quanto affermato dall’assessore Amati, dovrebbero essere attivati altri sei impianti di affinamento. Rimane problematica la distribuzione del prezioso prodotto di questi dispositivi in agricoltura per l’insufficienza della rete di canalizzazione e distribuzione nei campi pugliesi.

Ma ecco che a metà dello scorso giugno notizie di stampa celebrano con evidenza di un accordo di programma sottoscritto nel bacino di Gallipoli che prevede la costruzione di una condotta per un importo di 13,8 milioni di euro.

La logica farebbe pensare al lettore che ci si adopera per distribuire nelle campagne l’acqua affinata nello stabilimento di Gallipoli (nella foto).

Ebbene non è così: la costruenda, a caro prezzo, condotta serve per sversare in mare l’acqua affinata a Gallipoli e non utilizzata perchè non c’è rete di distribuzione nelle campagne salentine!

Avete letto proprio bene si spendono un sacco di soldi per spargere in mare l’acqua depurata e affinata, utilissima nelle siccitose campagne salentine, attraverso una mega condotta. Nessuno pensa, però, a costruire le canalizzazioni necessarie per convogliare quest’acqua recuperata agli agricoltori. Quanti chilometri di tubature per l’irrigazione si potrebbero costruire con 13,8 milioni di euro?

Ecco che l’Acquedotto Pugliese con la mano destra recupera milioni di metri cubi di acqua e con la mano sinistra costruisce condotte sottomarine per disperdere nel mare l’acqua così recuperata.

Vi sembra razionale quanto accade? Chiunque gestisse in questo modo una qualunque azienda privata non solo sarebbe immediatamente licenziato, ma sarebbe subito ricoverato in qualche istituto per malattie mentali.

Eppure così si sprecano i soldi pubblici e si danneggia il comparto agricolo sempre alla ricerca di nuovi approvvigionamenti idrici.

Un danno doppio e triplo alla comunità pugliese e salentina soggette ad amministratori capaci di logiche assurde, irrazionali e inconcepibili

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Category: Politica

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Comments (1)

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  1. Francesco Greco ha detto:

    Mentre ad Alezio l’acqua raffinata vien usata per i nuovi impianti olivicoli postxylella

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