VITA DI LUSSO SENZA REDDITO, SEQUESTRATI BENI A GIOVANE DI ALLISTE
(f.f.) _________ Aveva orologi di pregio, gioielli e auto costose, ma per lo Stato risultava praticamente nullatenente. Questa mattina, la guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo a carico di Antonio Bello Rizzo, 29 anni, di Alliste già finito in carcere lo scorso maggio nell’ambito di un’inchiesta per traffico di droga. Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari, su richiesta della sostituta procuratrice Erika Masetti, dopo che gli investigatori hanno accertato una vistosa sproporzione tra i beni nella disponibilità del giovane e i redditi da lui dichiarati, praticamente inesistenti.
Quando i finanzieri fecero irruzione nella sua abitazione due mesi fa, trovarono non solo sostanze stupefacenti, ma anche oggetti di lusso che cozzavano con il suo profilo fiscale. L’uomo, infatti, aveva dichiarato appena 8.800 euro nel 2023, e nessun reddito per l’anno in corso, né risultava svolgere alcuna attività lavorativa. Eppure, nella sua disponibilità c’erano un costoso orologio Rolex, un diamante di marca Miluna, quasi diecimila euro in contanti, oltre a due veicoli di alta gamma – un’Audi RS Q3 e un’Alfa Romeo Stelvio – formalmente intestati a una società che gli investigatori definiscono come priva di reale operatività.
Il sequestro scatta nel quadro di un’indagine più ampia che, da febbraio, ha puntato i riflettori su una presunta rete di spaccio attiva nel territorio di Alliste e delle sue frazioni. La svolta è arrivata dopo la denuncia pubblica del parroco don Dario Donateo, che aveva denunciato l’indifferenza generale seguita alla morte per overdose di un giovane del posto. Da quel momento, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, conducendo una serie di blitz che hanno portato all’arresto complessivo di sei persone.
Il primo intervento, risalente a metà maggio, aveva già portato in carcere, oltre ad Antonio Bello Rizzo, anche Loris Rizzo, ventenne, e Lelio Rizzo, di 64 anni. Durante gli interrogatori, le versioni fornite dagli indagati furono ritenute contraddittorie e prive di fondamento, come sottolineato dallo stesso gip nel provvedimento di convalida. In seguito, furono fermati anche altre tre persone: Andrea Rizzo, Matteo Maggio e un diciassettenne, tutti residenti nella zona, con l’accusa di essere coinvolti nella medesima attività di spaccio.
Le perquisizioni permisero di recuperare una consistente quantità di cocaina, già suddivisa e pronta per la vendita, oltre a materiale utile per il confezionamento delle dosi.
Il nuovo sequestro odierno è quindi l’ulteriore sviluppo di un’indagine che continua a far luce su una realtà sommersa ma ramificata, in cui l’apparente agiatezza economica trova spiegazione solo alla luce di attività illecite.
Ora la magistratura intende approfondire la provenienza dei beni e verificare se siano frutto diretto dei traffici di droga scoperti nei mesi scorsi.
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