IL NOSTRO CRITICO LETTERARIO RAFFAELE POLO RECENSISCE IL LIBRO DEL NOSTRO DIRETTORE GIUSEPPE PUPPO “Il mio teatro di poesia”, I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI

| 25 Agosto 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo ___________

È certamente una necessaria operazione editoriale, che l’editrice di Stefano Donno (IqdB) ha effettuato nella bella veste grafica di questo ‘Il mio teatro di Poesia’, l’antologia dei lavori teatrali di Giuseppe Puppo che fanno riemergere un intero mondo letterario, raccogliendolo attorno a figure mai comparse, sino ad ora, sui palcoscenici nostrani. Diciamo, ad esempio, di Carlotta, la dea trans. Oppure di un Carmelo Bene che assurge, finalmente, a quella sua personalità che ancora pochissimi conoscono.

Insomma, Puppo, grazie a questa corposa pubblicazione (oltre 200 pagine di grande formato) ci accompagna attraverso il suo mondo, fatto di poesia e teatro, immerso in una realtà che, a tratti, ci pare di riconoscere ma che si rivela poi, fumosa e segnata da costrizioni e ambiguità, proprio come nei sogni confusi che ci capita di frequentare e sembrano non avere né capo né coda, anche se nascondono profonde verità.

Puppo, in verità, ci spiega chiaramente quale è il suo intento. Additarci profondità che solo il teatro può far emergere, accompagnarci, sul filo dei ricordi, in situazioni che abbiamo trascurato o che ci sono state negate da quel sempre presente ‘perbenismo’ che non fa accettare facilmente ciò che non è perfettamente omologato.

E questo spiega perchè i lavori di Giuseppe siano stati sempre se non palesemente osteggiati, comunque fatti scivolare in quella infinita palude di rifiuti che sono le commedie rappresentate poche volte ancorchè gradite al pubblico ma non alla critica ufficiale che sovente è composta da politici che di teatro non sanno nulla…

Ma Puppo non si dà per vinto e come afferma in apertura di questo testo (magistralmente presentato, in prefazione, da Antonio Leo) ‘Voglio combattere ancora’, sintetizzando tutto l’intento del suo scrivere che, superato il giornalismo e la narrativa, approda sul palcoscenico, in una battaglia ancor più difficile perchè è proprio il teatro che verifica e instrada il senso di morale e società, segnando al contempo le più evidenti sfaccettatura del nostro mondo di tutti i giorni…

Insomma, nelle piacevolissime estrinsecazioni di Puppo, ritroviamo molto di noi stessi, delle atmosfere vissute e dei ricordi sentimentali e scolastici, in un curioso altalenarsi di semplice quotidianità e storia generale di chi, altrimenti, non avremmo conosciuto e apprezzato.

E il teatro di Puppo ha tanta forza da essere rifiutato e messo da parte, come è successo con l’opera dedicata a Peppino Basile, non a caso intitolata ‘La bomba’, che il comune di Ugento, pur apprezzandolo, non ha voluto o potuto far rappresentare… Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da chiosare: ma, proprio per questo, è più che necessario questo testo, che va letto e meditato, ottimo esercizio per chi vorrebbe capire qualcosa dei tempi in cui viviamo, dove il teatro, però, può essere fonte di poesia. E viceversa.

Category: Cultura, Libri

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